Parco della Memoria, Biondi:” Il futuro tra il dolore e il ricordo“

di Cinzia Scopano | 28 Settembre 2021 @ 14:38 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – “La sofferenza di una città che rinasce attraverso i passaggi del cuore”. Questi alcuni tratti del discorso con il quale il sindaco di L’Aquila, Pierluigi Biondi, ha inaugurato oggi il Parco della Memoria di Piazzale Paoli dedicata al ricordo delle vittime del sisma del terremoto del 6 aprile 2009, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, la Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna e il capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Era presente una rappresentanza del Consiglio regionale. Molto sentito l’intervento dell’arcivescovo metropolita di L’Aquila Card. Giuseppe Petrocchi che ha impartito la benedizione.

Il video con le interviste al sindaco Pierluigi Biondi, al Card. Giuseppe Petrocchi e al vescovo ausiliario S.E. Mons. Antonio D’Angelo.

IL DISCORSO DEL SINDACO

Egregio Signor Sindaco, La ringrazio per l’invito all’incontro per l’inaugurazione del tanto atteso Parco della Memoria e porgo un cordiale saluto alle autorità e ai presenti tutti.

Quando sono stata chiamata un brivido mi ha percorso la schiena: l’inaugurazione tanto attesa cade il 28 settembre.

Nel 1978 quel giorno ricevetti il più bel dono per il mio compleanno: la mia Gio’, deceduta in via Fortebraccio 7 insieme al mio nipotino Francesco, a mio genero Luigi e a Giorgia, la nipotina che portava in grembo e avrebbe dovuto nascere proprio quel 6 aprile 2009.

Dal primo istante della mia tragedia ho coltivato l’importanza della prevenzione e del ricordo soprattutto per chi, avendo perduto solo cose materiali generosamente rimborsate dallo stato italiano e da quelli esteri, non dimentichi quanto un sisma possa causare ferite che non si rimarginano più.

Auspico che il significato del Parco della Memoria venga recepito in questo giusto senso dai miei concittadini. Come è giusto andare avanti così è giusto, passeggiando intorno alla fontana, rivolgere un pensiero alle 309 vittime.

Sono fuori città e non sarò presente per seri motivi familiari e anche perché da tanto mi sono dissociata da iniziative e polemiche ma ogni giorno, da più di dodici anni, ricordo il genetliaco di queste Anime e il 6 di ogni mese partecipo alla Santa Messa in loro suffragio e spero di continuare fino all’ultimo dei miei giorni.

Ho voluto che questa cerimonia iniziasse con la lettura, struggente ma piena di speranza, di Renza Bucci, di nonna Renza.

Insieme a lei ringrazio i familiari delle vittime per la loro presenza, e in particolare il dottor Massimo Cinque, e do il benvenuto ai cittadini, ai rappresentanti delle istituzioni, ed esprimo un sentimento di profonda gratitudine al Presidente Mario Draghi e al Ministro Mara Carfagna.

Il bisogno di rammentare quanto accaduto il 6 aprile 2009, attraverso il Parco della memoria, è legato alla necessità di legittimazione della sofferenza subita in una città che rinasce al di là dei luoghi simbolo del post terremoto, come la casa dello studente, che rimarranno comunque i nostri paesaggi del cuore.

I parenti delle vittime e la comunità tutta hanno chiesto all’Istituzione la realizzazione del Parco – costruito anche grazie al generoso contributo degli allievi della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza e di Eataly, che ringrazio -, affinché il dolore collettivo trovasse spazio nella narrazione pubblica del tessuto urbano.

Antonietta Centofanti – donna forte e determinata, con un portato di dolcezza e sensibilità umana scolpite dal dolore – su questa visione valoriale ed etica del Parco si è fatta portavoce: è stato un privilegio conoscerla e la sua inaspettata perdita è stata per tutti noi un duro colpo.

Presidente Draghi, nel corso della recente assemblea di Confindustria, Lei ha auspicato, per il Paese, un “Patto sociale per una crescita duratura”.

E noi, da questo luogo così evocativo, dove il ricordo diventa nutrimento per il futuro lanciamo un “Patto per la rinascita duratura delle aree interne”, quale prospettiva innovativa, laboriosa, sicura, sostenibile, elevando il nostro territorio a modello per l’intera Nazione.

Dalla nostra esperienza sul campo, infatti, è scaturita la lotta al precariato dei giovani impegnati nella ricostruzione, riaffermando il principio delle competenze come base fondamentale per esercitare il diritto costituzionale del lavoro, dalla nostra esperienza e dalle nostre battaglie sono scaturite le semplificazioni dei procedimenti per l’edilizia scolastica, che auspichiamo saranno estese a tutto il sistema per garantire un utilizzo rapido e appropriato delle risorse disponibili dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per garantire un orizzonte di prosperità per i nostri figli.

L’Aquila vanta una condizione geografica/tattica centrale rispetto alle città appenniniche, potenziata dalle conoscenze acquisite nel post sisma; dall’essere sede di centri di eccellenza nel campo della formazione e della ricerca; dall’attaccamento della sua gente e dalla voglia dei suoi giovani di continuare ad essere protagonisti della rinascita.

Tutto questo fa dell’Aquila e del cratere un modello di riferimento, una fabbrica di idee, un territorio che mostra nuove possibilità di crescita, una realtà dalla quale dare forma e contenuto a progetti ambiziosi e duraturi.

La rifioritura dell’Aquila è anche il prodotto di un sistema virtuoso di saperi e azioni culturali teso a dare alle nuove generazioni la forza del ragionamento e dei sentimenti, perché né terremoto, né pandemie possono averla vinta sulla loro voglia di vita.

Una voglia di vita che in questo Parco trova la sua ragione e la sua forza.

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IL PROGETTO

Il progetto assume come fondamento ideologico quello della vita, vita terrena, vita materiale, vita spaziale, in assoluta coerenza con il tema della memoria, come estensione di quest’ultima.

Le radici della vita. L’intenzione alla base della proposta è di creare un frammento di città che racconti un evento, commemori le vittime, celebri ed auspichi una ripresa, funga esso stesso da monumento e crei un parallelo tra il territorio e chi lo abita.
La città e i suoi abitanti non si riconoscono più in quelli che erano, fino alla necessità di percepire il tutto secondo “nuove prospettive”. Il progetto vuole stabilire un contatto forte con le origini, con le radici, per poi arrivare a trasformarle matericamente negli elementi compositivi fondamentali.
 
Il “Parco della Memoria” nasce come estensione della Villa Comunale. Sull’asse creato dal monumento ai caduti e dal Palazzo dell’Emiciclo si attesta l’ingresso principale dell’area, che modifica la situazione attuale con il piazzale principalmente rivolto verso Via De Bartolomaeis.
 
Finita la discesa di quota dalle scalinate, si apre il giardino con la lunga vasca d’acqua. L’enfasi è posta sull’elemento totemico che si erge dall’acqua a rappresentare la vita stessa della comunità che affonda le sue radici nel territorio.
Sulla destra lo spazio dalla vegetazione e dal giardino secco che si pone in relazione con la vasca d’acqua; sulla sinistra si trova il percorso della memoria composto da una passerella che attraversa la vasca e collega due spazi meditativi. La porzione stretta e lunga della vasca che accompagna questo percorso è dedicata alla memoria. In essa sono adagiate delle targhe commemorative con i nomi delle vittime del sisma.
 
Il progetto trae ispirazione in primis dal mondo naturale vegetale. La componente artistica è ravvisabile in senso generale nella tendenza imitativa e mimetica nei confronti del mondo naturale dei particolari arredi di progetto o delle finiture di alcuni materiali utilizzati (si veda la pavimentazione di “piazza 6 aprile”, le panchine intorno alla vasca d’acqua).
 
Il parco in sé per sé è fatto di piante, alberi e mille specie vegetali. Tutto quindi è ascrivibile ad una realissima semina, tutto ciò che è stato seminato e in qualche modo “accolto” ha germogliato, ed è cresciuto. Su delle lastre in acciaio corten, situate lateralmente alla vasca centrale del monumento, sono incisi i nomi delle 309 vittime.

L’obelisco

 
Elemento scultoreo del progetto, fulcro visivo e spaziale della composizione, è l’elemento maggiormente rappresentativo del Parco della Memoria. Esso rappresenta il punto del progetto in cui si condensano le energie incanalate nelle radici-costoloni e si verifica l’ascesa al cielo. Il concetto rappresentato è quello di un albero della vita, che trae linfa vitale dal terreno (in tal caso dalle radici subacquee che percorrono il fondo della vasca) e si staglia verso il cielo.
 
L’oggetto è ottenuto dalla progettazione 3d di solidi-superfici tra loro collaboranti. Vengono individuate principalmente tre anime strutturali verticali, sulle quali si agganciano altre lamine dai dati dimensionali inferiori. Complessivamente, la scultura è composta di N° 15 pezzi in metallo inseriti in un abaco di elementi costruttivi calcolati. Le tre anime principali sono profilate a C e hanno spessore 10 mm, mentre per le lamine esterne fissate con piastre lo spessore dell’acciaio è ridotto a 4 mm. Il fissaggio tra le parti avviene con piastre-fazzoletti calcolati con numero di bulloni variabile. Il fissaggio a terra dei tre supporti verticali primari è ottenuto mediante piastra imbullonata a terra di dimensioni 100 cm x 100 cm, direttamente fissata al basamento in c.a. che emerge dalla vasca arrivando ad un’altezza pari al pelo dell’acqua.
 
E’ importante notare che l’esigenza di ottenere un oggetto dalle più sfaccettature, visivamente costituito da sfoglie, va di pari passo con l’esigenza di far collaborare le anime strutturali tra loro, così da aumentare la sezione resistente e nondimeno risolvere la necessità di controventare la struttura complessiva. La verifica al vento e alle sollecitazioni dinamiche per una struttura in tal modo esile viene assicurata dalla presenza di più collegamenti aerei, in forma di piastre, tra le parti.
 
L’obelisco ha come massimi dati dimensionali 150 cm di larghezza, considerando le lamine esterne agganciate e 1500 cm di altezza.

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