Paglieta, crollato il ponte di Guastacconcio
Legambiente Abruzzo: “Cronaca di una morte annunciata, occorrono interventi urgenti di messa in sicurezza delle infrastrutture"
di Redazione | 13 Febbraio 2022 @ 13:01 | CRONACA
PAGLIETA – Il ponte di Guastacconcio di Paglieta, in provincia di Chieti, è crollato questa mattina. Il ponte si trova lungo la provinciale 97, fortunatamente il crollo non ha provocato vittime o feriti, essendo chiuso dal 14 dicembre scorso proprio in seguito a un provvedimento della Provincia che lo aveva ritenuto non sicuro dopo che le piogge dei giorni precedenti avevano provocato un avvallamento al centro della carreggiata del cavalcavia.
Il sindaco di Paglieta Ernesto Graziani, gli abitanti e i commercianti avevano a più riprese chiesto che il ponte venisse ristrutturato proprio per evitare il crollo. Che, questa mattina, è purtroppo avvenuto.
Sul crollo interviene anche Legambiente Abruzzo, che in una nota parla di “cronaca di una morte annunciata” e punta il dito contro la mancanza di “interventi urgenti di messa in sicurezza delle infrastrutture alla luce delle conseguenze dei cambiamenti climatici”. La segreteria di Legambiente Abruzzo Rebecca Virtù dice:
“Stamattina è arrivato l’epilogo della storia del ponte Guastacconcio. Il nome evoca distruzioni e ricostruzioni: il ponte, costruito ai primi del Novecento, nel territorio di Paglieta, per unire le due sponde del Sangro, era stato danneggiato durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruito nell’immediato dopoguerra. Il ponte, snodo fondamentale della rete viaria della val di Sangro, era attualmente chiuso al traffico, dopo anni in cui era stato transitabile a singhiozzo a causa delle lesioni strutturali, conseguenze delle piene del fiume Sangro, dall’abbassamento del letto fluviale causato dai prelievi di materiali, dall’usura dovuta al passaggio dei mezzi pesanti. Quella che facciamo oggi è la cronaca di un crollo annunciato. Il ponte Guastacconcio era un sorvegliato speciale e, come associazione, lo avevamo inserito già nel 2018 nel dossier ‘Sos Infrastutture Sicure’ che accendeva i riflettori sulle infrastrutture a rischio in tutta Italia. Nonostante i ripetuti allarmi e le preoccupazioni da parte dei cittadini non c’è stato un intervento rapido ed efficace. Ora è necessario intervenire, senza perdere altro tempo: prima di tutto togliere le macerie per evitare il rischio esondazione. Poi pensare a una ricostruzione che sia sostenibile per il fragile equilibrio dell’ecosistema fluviale del Sangro. Le risorse messe a disposizione dal Pnrr devono essere utilizzate per la messa in sicurezza e per sviluppare la resilienza del territorio rispetto ai mutamenti climatici, ai fenomeni atmosferici sempre più aggressivi e al conseguente dissesto idrogeologico che già ha creato i danni che vediamo a ponti, viadotti e viabilità minore.” Luzio Nelli, storico esponente dell’associazione ambientalista in val di Sangro, ricorda: “Deve crescere la “cultura della manutenzione” rispetto alle infrastrutture. Continuiamo a puntare sulle “grandi opere” ma il Paese ha bisogno della manutenzione delle infrastrutture già esistenti come opera pubblica continuativa nel tempo. L’obiettivo, però, deve essere anche il miglioramento in chiave sostenibile della mobilità: investire maggiormente nel trasporto su rotaia delle merci, diminuendo il trasporto su gomma, puntare alla decarbonizzazione del trasporto, incentivare lo spostamento con i mezzi pubblici, sviluppare le infrastrutture per la mobilità green: organizzare e pianificare il territorio in funzione della sfida ai cambiamenti climatici ed alla costruzione del futuro delle nuove generazioni.”