Padre Ralf: Gli anziani…maestri di tenerezza
di Padre Ralf (Osman Prada) | 22 Aprile 2023 @ 05:15 | IL TEMPO DI DIO
Padre Ralf e gli anziani, maestri di tenerezza. “Per la vecchiaia ci sono tanti piani di assistenza, ma pochi progetti di esistenza”, ha commentato Papa Francesco in una delle sue catechesi del mercoledì.
In effetti oggi viviamo in una società che non concepisce la condizione della vecchiaia come una ricchezza, un tesoro da proteggere, una fonte di ispirazione per le nuove generazioni. Mi capita spesso di guardare gli anziani e di immaginarli quando erano giovani. Quando vado a trovare gli anziani della mia parrocchia, guardo volentieri le foto incorniciate, che adornano le loro sale, appese sulle pareti. E comincio a pensare e a riflettere sul fatto che la loro bellezza e la loro giovinezza sono più complete più vere. Se è vero che l’apparenza fisica non è la stessa di prima, con la esperienza della vita hanno acquistato una conoscenza e una bellezza interiori, che non sono frutto di nessuna università o laurea. La loro esistenza è vitale per una società che pretende essere più ricca e piena di valori fondamentali.
Ma oggi la chiesa cosa fa e cosa pensa degli anziani? Esiste uno spazio nei nostri ambienti parrocchiali per loro?
Ricordiamo che la sollecitudine e l’impegno della Chiesa a favore degli anziani non sono una novità. Basti tenere presente che la maggior parte di coloro che frequentano le nostre Chiese e celebrazioni sono i nostri anziani. Ci sono dei cori parrocchiali a cui partecipano anche persone anziane. Catechisti, collaboratori, sagrestane e sagrestani , spesso sono operatori anche di una certa età, che danno una grandissima mano ai loro parroci. La Chiesa ha visto crescere non solo loro, ma anche i loro figli, e anche i figli dei loro figli, intere generazioni.
Per questo, essi sono sono stati da sempre al centro delle nostre comunità e destinatari di missione e cura pastorale nei secoli e nelle circostanze più diverse. La Caritas per esempio, si è presa sempre cura delle loro necessità, elevando diverse opere al servizio degli anziani, soprattutto grazie all’iniziativa e alla sollecitazione delle congregazioni religiose e delle associazioni laicali, creando spazi e luoghi di incontro, centri di aggregazione per cantare, per ballare, per farli sentire parte della nostra chiesa e della nostra società. La Chiesa, lungi dal considerare la questione come un mero problema di assistenza e di carità, ha sempre insistito sull’importanza di valorizzare le persone di ogni età, affinché la loro ricchezza umana e spirituale, nonché l’esperienza e la saggezza accumulate durante la vita non si disperdano.
Ricordo con piacere delle parole di Giovanni Paolo II il quale, rivolgendosi ai circa ottomila anziani ricevuti in udienza il 23 marzo 1984, disse loro: “Non lasciatevi sorprendere dalla tentazione della solitudine interiore. Nonostante la complessità dei vostri problemi. Voi non siete e non dovete sentirvi ai margini della vita della Chiesa, o elementi passivi in un mondo in eccessivo movimento, ma soggetti attivi di un periodo umanamente e spiritualmente fecondo dell’umana esistenza. Avete ancora una missione da compiere, un contributo da dare”.