Padre Ralf: Dall’Afghanistan a Roio Poggio
di Padre Ralf (Osman Prada) | 03 Giugno 2023 @ 05:30 | ATTUALITA'
Padre Ralf. Oggi vi voglio raccontare di un gruppo di ciclisti, ragazzi e ragazze afghani che già da un paio di anni vive a Roio Poggio, frazione di L’Aquila, specificamente al Progetto CASE. Gli appartamenti del Progetto CASE sono stati costruiti in pochi mesi per dare un tetto ai terremotati del 2009, ed ora in gran parte sono occupati da coppie di giovani e da stranieri .
Qui gli afgani hanno trovato alloggio e accoglienza, un luogo sicuro e tranquillo in mezzo al verde delle montagne e un clima, a detta loro, simile a quello dell’ Afghanistan. Il loro benessere è stato possibile grazie all’attenzione di persone che si sono prese cura di loro e soprattutto ad un canale umanitario che, dopo non poche difficoltà, è riuscito a sbloccare la burocrazia esistente, per farli arrivare al più presto qui, in Italia. Ho incontrato questi giovani ed ho incontrato anche la promotrice principale di questa iniziativa, la giornalista sportiva Francesca Monzone, una persona di grande cuore e spessore umano, una donna che è diventata come una mamma per questi ragazzi. È lei che li conosce e li supporta da anni, è lei che ha facilitato un corridoio umanitario alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), insieme all’imprenditore israeliano Sylvain Adams, che con la sua squadra Israel Premier Tech e l’ong IsraAid ha aiutato il team dei ciclisti afghani a raggiungere l’Italia, passando attraverso il Pakistan. Francesca Monzone mi diceva: “ Non so se considerare questo aiuto il risultato di un miracolo, oppure la risposta a qualcosa cui davvero tenevo tanto, cioè poter salvare la vita di questi giovani ragazzi. La cosa più certa è che oggi questo gruppo, seppur piccolo, è in salvo. C’è ancora tanto da fare e tanti che aspettano di poter arrivare qui”.
Ricordiamo che l’Afghanistan sta attraversando una crisi umanitaria di proporzioni disastrose. Tre quarti della spesa pubblica del paese era stata finanziata da aiuti esteri. Quando gli Stati Uniti si sono ritirati e i Talebani nell’ agosto 2021 hanno preso il controllo, gli aiuti sono cessati. Ora quasi nove milioni di persone affrontano un’emergenza alimentare, secondo il Programma alimentare mondiale. In aggiunta a ciò, purtroppo, più di un milione di bambini sotto i cinque anni mangia così poco da essere gravemente malnutrito e, secondo l’UNICEF, un adolescente su tre soffre di anemia. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, più della metà della popolazione (24 milioni di Afgani) ha bisogno di un’assistenza umanitaria vitale.
La comunità di Roio si è subito attivata provvedendo ad una raccolta di indumenti; i miei parrocchiani hanno capito la necessità di dare una piccola e discreta mano, per alleviare il dolore di queste persone, che conoscono più la sofferenza che la gioia e libertà del vivere. Continueremo ad essere pronti per qualsiasi necessità, loro sono i nostri fratelli, ed è in loro che possiamo vedere in carne il volto sofferente di Gesù, che nel 2023 continua ad essere oltraggiato, offeso, maltrattato e tante volte messo in croce.
Padre Ralf (Don Osman)