di Giovanni Pace, Lettereabruzzesi.org – Il bilancio della sanità al 31 dicembre 2011 espone per la prima volta un prezioso utile di circa 4 milioni “a fronte di una spesa di 2,3 miliardi”.
Il presidente della regione Gianni Chiodi, ha pure spiegato che “la inversione di rotta dovrebbe essere dovuta alla riduzione degli sprechi e privilegi, come il numero dei primari scesi da 284 a 197”. Chiuse le virgolette, parole sue, e tentiamo la traduzione come segue: il bilancio è finalmente in attivo perché si è speso di meno, tanto che 87 primari su 284 (il 30%) comunque non sono più in servizio.
A parte la antipatica collocazione dei primari tra gli sprechi, il risultato di bilancio va salutato con soddisfazione e merita rispetto. Conviene però rifletterlo e apprezzarlo alla luce delle notizie riguardanti la mobilità nella sanità date dal presidente in conferenza stampa del 17 scorso.
Devo in premessa ricordare che il governatore in altra occasione ebbe ad affermare che la qualità della sanità dovunque si misura col parametro della mobilità. Se i cittadini vanno fuori regione a farsi curare, è perché altrove trovano una buona sanità che non rinvengono sotto casa.
Ciò premesso, non è un bel fenomeno quello che presenta la mobilità sanitaria nella nostra regione,caratterizzata cosi com’è da un saldo con il segno meno a partire dal 2007 e così via di seguito più marcatamente ancora, sino al 2011, ma si vocifera negli ambienti che quando si chiuderanno tra qualche mese i conti del 2012, il saldo sarà ancora più duro.
Nell’ ultimo triennio considerato da Chiodi (2009 – 2011) il saldo negativo si è attestato intorno ai 67 mln di euri all’ anno, peggiore di quello del 2007, che era stato di circa – 8.mln euri, e di quello del 2008 pari a – € 33,3 mln. Non era stato così in precedenza, perchè nel 2001 la regione chiudeva i conti della mobilità in evidente ed importante attivo di quasi 17 milioni e, sempre in positivo, € 14,313 mln nel 2002 e così via. Nel 2005, il primo di Del Turco, il saldo fu di + 9 milioni, e poi la precipitazione dal 2007, sopra riportata.
Chiodi è una persona seria e sono convinto che egli desideri la felicità degli abruzzesi. Seriamente, egli ha fatto capire che, dovendo intervenire nel pianeta sanità, ha preferito, sia per suoi convincimenti politici sia perché esistevano direttive governative riguardanti le regioni con bilancio sanitario in deficit, fare una scelta da bravo ragioniere: ha tagliato i costi, e perciò enfatizza la uscita dai ruoli di 87 primari su 284. Ha mancato di prevedere nella giusta misura – appare chiaro – che il taglio a go-go dei costi avrebbe penalizzato la qualità del servizio. Scelta legittima, la sua, ma sbagliata: i disservizi li raccontano quotidianamente i giornali e il passivo nella mobilità non migliora, checché se ne dica. Poiché si spera in un più attento percorso da oggi in avanti, mi permetto di suggerirgli di non banalizzare il dato negativo della mobilità come ha fatto quando ha affermato, nella ricordata conferenza stampa, “che volete che sia questo saldo negativo: è solo il 2,50 % della spesa complessiva della sanità”.
Chiedo scusa, ma che razza di insensibilità è quella di trascurare il costo che affronta – oltre quello affettivo – il cittadino che vuole e deve accompagnare per assistere il figlio, o il genitore o la moglie qualche centinaio di chilometri oltre il recinto di casa, ove non trova le cure di cui ha bisogno? Può essere che nessuno abbia mai raccontato i drammi, le lacrime, la disperazione, i beni venduti per affrontare le spese per il treno, per il povero amaro caffè della mattina dopo una notte di veglia accanto alla sofferenza? E l’ albergo a questo signore chi glielo paga? Ma di che parliamo? e come si fa a trattare con irritanti percentuali i drammi vissuti da chi quel due e cinquanta per cento, oltre al resto, già lo ha pagato con le tasse per ottenere un servizio che non ha trovato?
A chi gli osservava che la mobilità nel 2001 si misurava in attivo con più 17 milioni e invece nel 2011 in passivo con meno 67 milioni, il Presidente opponeva: “ certo, ma in quegli anni il debito ammontava a 470 milioni”. Ti pareva che la colpa non fosse degli altri! Chiodi dimentica volutamente di dire che nel 2011 in Regione sono arrivati per la sanità 2,3 miliardi; invece nel 2001 solo un miliardo e 592 milioni. E’ complicato calcolare la differenza di oltre settecentomilioni? Il Presidente Chiodi ha ottenuto il pareggio di bilancio sanitario anche perché il Governo ha dato per la sanità in questo periodo molti soldini in più, ai quali sono stati addizionati i tagli, sacrifici dei Cittadini che meritavano risultati più soddisfacenti.
Tentando di rappresentare più o meno compiutamente la situazione entro quel quadro temporale scelto dal nostro Presidente, e facendomi violenza perché dell’ argomento non ho voluto mai parlare, riferisco che nell’ intero quinquennio 2000 – 2004, a fronte delle indicate entrate, il deficit complessivo della sanità è stato di 682 milioni, mediamente 136 milioni ogni anno. E’ chiaro lippis et tonsoribus che nel 2001, e così nell’ intero quinquennio, si spendevano le risorse che arrivavano da Roma, oltre il deficit, e quindi complessivamente molto di meno che nei nostri giorni. Quel deficit è stato ripianato con due emissioni di bond (una a cura della Giunta Del Turco) per 630 milioni, ammortamento decennale al 2,35%, rate di circa 80 milioni l’ anno, grosso modo il costo della odierna chiodiana mobilità passiva. Per misurarne la rilevanza sui conti della regione, è come se un lavoratore dipendente con uno stipendio di 2300 euri al mese dovesse pagare mensilmente un mutuo di 80 euro.
Grazie a Dio ho l’onestà per chiarire che anche allora, operando scelte, sono stati commessi errori, ma non quelli di chiedere al Cittadino soprattasse e pagamenti di insopportabili ticket.
Non tratterò più l’argomento nemmeno sotto tortura: voglio seguire il consiglio di Peppe Tagliente, vecchio amico che conosce la politica, anche quella di tutti i giorni, che dalle colonne di un quotidiano ha raccomandato l’abbandono delle diatribe declinate al passato e l’impegno per realizzare il futuro della sanità – che inizi domani – capace di risposte adeguate in favore dei Cittadini.