Ospedale: che brutto spettacolo tra buche e viabilità obsoleta

Parcheggi insufficienti e strade caotiche: che fine ha fatto il progetto, già finanziato e deliberato dal Consiglio comunale nel 2011, redatto dall'Anas?

di Marianna Gianforte | 30 Gennaio 2023 @ 05:24 | CRONACA
buche ospedale
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L’AQUILA – Non buche, normalissime buche nell’asfalto come a migliaia se ne incontrano nelle strade della città e dei  Comuni del circondario. No: crateri veri e propri. Caverne anzi alte fino a diversi centimetri per meglio far saltare le ambulanze quando sfrecciano in emergenza avanti e indietro per il pezzo di viabilità che dalla rotonda della statale 80 arriva sino alla porta del 118 dell’Aquila. Questo è la viabilità dell’ospedale regionale San Salvatore, un percorso a ostacoli per pazienti in utilitaria, facoltosi con i suv, autisti dei mezzi pubblici e, ahinoi, dei medici in ambulanza. Forse è andata meglio soltanto ai poliziotti che il 10 gennaio da Padova sono arrivati al San Salvatore praticamente planando a bordo di una Lamborghini per trasportare un organo per il trapianto. Buche che si fanno ancora più profonde lungo le rotaie, vecchio ferroso ricordo della leggendaria metropolitana di superficie che ancora non si capisce per quale ragione non vengano tolte o ricoperte. E poi, ancora: paletti divelti, pezzi di viabilità che finiscono nel nulla, rotatorie chiuse, recinti arancioni che spuntano qua e là a delimitare ancora un qualche cantiere del quale non si conosce il destino. 

Non un bel servizio per chi l’ospedale deve frequentarlo per curarsi o per i medici e tutti i lavoratori che vi ruotano attorno. Ma non è un bel messaggio nemmeno da un punto di vista del ‘marketing cittadino’, in un contesto nel quale tutto si misura in termini di appeal: il San Salvatore è ospedale regionale di una città capoluogo di Regione, non è un bel biglietto da visita istituzionale. Bene dunque che alla fine della settimana scorsa sia bastata una telefonata del consigliere comunale di Azione Enrico Verini al dirigente responsabile della Asl, come ha raccontato sulla sua pagina Facebook,  a sbloccare un’impasse che durava da settimane e far, così, intervenire la Asl, proprietaria della viabilità intorno all’ospedale, con un rapido riempimento delle buche. Un intervento di rattoppo, come si dice, che potrebbe saltare via alla prossima pioggia o nevicata. Per un intervento strutturato e duraturo bisognerà aspettare la primavera, o almeno speriamo. 

(Nelle foto il prima e il dopo, con i due scatti di Verini, delle condizioni della viabilità all’ingresso dell’ospedale)

Ammesso che davvero sia stata la sollecitazione del consigliere Verini a far muovere l’azienda sanitaria, la domanda è: può davvero passare il concetto che un problema sotto gli occhi di tutti per giorni, settimane e mesi (in questo caso le buche, ma vale in qualsiasi altro ambito), debba essere risolto grazie alla sollecitazione di un volenteroso consigliere comunale? Dovrebbe invece esserci un normale ed efficace piano di manutenzione stradale ordinario che prevenga il disfacimento dell’asfalto.

NON SOLO BUCHE

Non solo buche. E’ l’intera viabilità intorno all’ospedale regionale a essere ormai anacronistica, un intreccio di stradine e un innesto di rotonde messe lì come passaggi del gioco dell’oca: imbocchi in un punto e ti ritrovi a dover ricominciare daccapo quando pensavi di essere finalmente a destinazione e invece no, sei finito all’università, o in quel sottopassaggio che chissà come ti ributta indietro, verso la statale, in un vortice di auto impazzite che cercano vie d’uscita. E sui parcheggi, poi, vige l’anarchia totale: ognuno si accaparra lo spazio che può, anche sulle aiuole, e chi viene dopo ritenti ancora. Ormai da anni i posteggi intorno all’ospedale sono ridotti all’osso e quelli che ci sono non sono assolutamente sufficienti per un ospedale così grande e che attira centinaia di pazienti, medici, infermieri, tecnici, operai al giorno. Ancora, l’eterno cantiere all’ingresso dell’ospedale, che obbliga le persone, proprio sul passaggio pedonale che porta al pronto soccorso, a passare su una estesa grata scivolosa e pericolosa per i pazienti che non camminano bene.

Sulla questione della viabilità dell’ospedale San Salvatore c’è da tempo una richiesta di commissione comunale della quale è primo firmatario il consigliere comunale di ‘L’Aquila nuova’ Paolo Romano nella quale si vuole dscutere sulla ‘costruzione di un piano strategico di rifacimento del manto stradale comunale e monitoraggio dello stato dell’arte dei progetti viari già finanziati che necessitano di essere accelerati. Costruzione di un tavolo permanente con le istituzioni territoriali viarie per interventi non più rinviabili: strade provinciali e strade intorno all’ospedale regionale San Salvatore’.

IL SOLITO PROGETTO SPARITO NEL NULLA

Della viabilità intorno all’ospedale s’interessò nel 2011 anche l’Anas. La società delle infrastrutture pubbliche italiane presentò un progetto, persino finanziato, all’amministrazione Cialente. A portare la delibera in Consiglio comunale fu l’ex assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano. Il Consiglio aveva dato il suo assenso con una delibera del novembre 2011. Nel 2017 il progetto redatto dall’Anas era al comitato Via (valutazione d’impatto ambientale) della Regione e Anas aspettava i pareri preliminari. In quel periodo i referenti politici regionali erano di centrosinsitra. Nonostante questo, il progetto è finito nei meandri degli uffici e non se ne sa più nulla. L’Anas aveva progettato un collegamento che avrebbe facilitato l’accesso all’ospedale decongestionando l’area urbana a ridosso della città: prevedeva, in particolare, l’accesso all’ospedale direttamente dalla statale 17 decongestionando sia l’accesso dalla statale 80, sia da quella di Coppito, sottoposta a due incroci problematici: con via delle Fiamme Gialle e con la strada provinciale prima dell’abitato di Coppito. Con l’accesso dalla statle 17 si sarebbe aperta l’opportunità anche di realizzare numerosi parcheggi interrati e su più piani. Il progetto dell’Anas risolveva, inoltre, anche il problema della viabilità di Lenza di Coppito e anche la necessaria rotatoria con via Paolo Borsellino e via delle Fiamme Gialle, strada ormai (da dopo il sisma) molto trafficata e dove spesso si creano code di qualche chilometro con l’uscita degli allievi della scuola della finanza. Proprio in questa area esiste un vincolo sul laghetto di Vetoio ma una soluzione, se solo Comune, Anas, Regione e Asl si fossero ‘parlati’, si sarebbe potuta trovare per il bene di un’opera pubblica che, forse, avrebbe potuto migliorare la fruibilità dell’ospedale e la qualità della vita della città in una zona periferica molto urbanizzata.


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