Oscar 2023: A24, una strada che va dall’Abruzzo a Hollywood
di Padre Gregorio (Fausto D’Addario) | 13 Marzo 2023 @ 12:58 | CULTURA
Alla notte degli Oscar 2023 c’è anche un po’ di Abruzzo nella grande vittoria di Everything Everywhere All at Once. Il film, arrivato alla cerimonia con undici nomination, si è portato a casa ben sette statuette: miglior film, migliore attrice protagonista, miglior regista, migliore attrice e il miglior attore non protagonisti, miglior montaggio e migliore sceneggiatura originale. La commozione di Michelle Yeoh come prima miglior attrice di origini asiatiche. Il ricordo commosso di Gina Lollobrigida sulle note di Lenny Kravitz.
Ma è soprattutto il nome della casa di produzione a suonare familiare alle orecchie di un abruzzese: è l’A24. Lo studio cinematografico A24, fondato dal giovane e visionario Daniel Katz, prende infatti il nome dall’autostrada che da Teramo, passando per L’Aquila, arriva a Roma.
Cosa c’è dietro la scelta di questo nome? L’Abruzzo, terra di continue ispirazioni. Nel 2012, Daniel Katz e i suoi compagni David Fenkel e John Hodges decidono di abbandonare le loro rispettive carriere e avviare una nuova società cinematografica indipendente. Katz sognava da tempo di dar vita a un’avventura del genere: nell’estate del 2012 ecco arrivare la folgorazione. Non sulla via di Damasco, questa volta più prosaicamente sull’autostrada A24. Quell’A24 verso cui affluiscono, come torrenti in un grande fiume, le direttrici per tante località e borghi protagonisti di film italiani, ormai diventati classici.
Nella magica estate del 2012, mentre Daniel guidava con un gruppo di amici tra gli Appennini percorrendo l’A24, direzione Roma, ecco la scintilla. “And in that moment” – rivela nell’intervista a GQ – “I was like: now it’s time to go do this”. Da qui la decisione dei coraggiosi giovani amanti del cinema indipendente di fondare a New York una casa di produzione: ben presto, da modesto studio, si sarebbe avviata a definire gusti e stile del cinema degli ultimi dieci anni. Il segreto? Proporre film non convenzionali, lavorare con progetti avveniristici, rivolgersi a un pubblico di giovani tra i venti e i trent’anni e sfruttare abili strategie di rilascio con esperti di digital marketing (anche se, tranne in alcuni casi, la maggior parte dei film targati A24 non è stata distribuita in Italia).
Rifiuto della ortodossia hollywoodiana, stile fortemente aesthetic, attenzione all’introspezione, connubio tra esordienti e grandi nomi: così gli autori A24 hanno iniziato a raccontare, come un fiume in piena, malesseri, ossessioni e sottoboschi dei nostri giorni. È così che sono nati capolavori, come A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III di Roman Coppola, Ginger & Rosa di Sally Potter, The Spectacular Now di James Ponsoldt e Spring Breakers di Harmony Korine. E soprattutto Everything everywhere all at once, uscito a marzo 2022 – ad ottobre nelle sale italiane – e già acclamato come capolavoro, pluripremiato alla notte degli Oscar 2023.
A24 nel frattempo è diventato anche un brand, tanto da avere un proprio store, che vende prodotti ispirati ai loro capolavori e che portano il logo dell’azienda. Insomma, l’autostrada dei miracoli. Un po’ come era già successo a Mariano (Corrado Guzzanti) in Boris 2 con le sue visioni di Gesù Cristo sulla Roma-L’Aquila. Una strada che da oggi, siamo sicuri, non farà notizia solo per gli aumenti del pedaggio.