Un trust delle Cook Islands, paradiso fiscale della Polinesia, che ha come “custode” Gaetano Terrin, all’epoca commercialista dello studio Tremonti. Una società offshore che indica come beneficiario Fabio Ghioni, coinvolto nello scandalo Telecom.
Tremano i ricchi evasori di mezzo mondo: due milioni e mezzo di documenti segreti su decine di società offshore saranno rivelati a partire da oggi su 35 media internazionali, grazie al lavoro di coordinamento svolto dal “ICIJ”, il Consorzio internazionale dei giornalisti d’inchiesta con sede a Washington.
Gli stati e le amministrazioni fiscali non hanno mai avuto accesso a una tale massa di cifre e informazioni riservate. Prima di oggi l’unico modo per entrare in possesso di simili informaizoni era quello di violare il segreto bancario.
L’operazione “OffshoreLeaks” rappresenta “il colpo più forte mai sferrato all’enorme buco nero dell’economia mondiale”, come è stato definito da alcuni esperti di evasione fiscale.
Società offshore create nei paradisi fiscali delle Cook Islands e delle British Virgin Islands. Il settimanale “L’Espresso” nel numero in edicola domani pubblica in esclusiva per l’Italia l’inchiesta realizzata dal media network di Washington, The International consortium of investigative journalists (Icij), con la collaborazione di 86 giornalisti investigativi di 38 testate.
Per la prima volta il pool investigativo di giornalisti è potuto entrare nei segreti della finanza offshore esaminando un database su 122mila società offshore, che fanno capo a due vere e proprie multinazionali ombra che muovono più di mille miliardi di dollari: somme in grado di destabilizzare l’economia del pianeta. E in questa rete, secondo l’inchiesta dell’ ‘Espresso’, avrebbero un ruolo anche duecento cittadini italiani e vengono presentate le prime quattro storie.
Un trust delle Cook Islands, paradiso fiscale della Polinesia, che ha come “custode” Gaetano Terrin, all’epoca commercialista dello studio Tremonti. Una società offshore nelle Isole Vergini che indica come beneficiario Fabio Ghioni, coinvolto nello scandalo Telecom.
Un complesso sistema finanziario legato a tre famiglie lombarde di imprenditori e gioiellieri i cui esponenti, interpellati, negano qualsiasi coinvolgimento. Infine un trust che riporta come direttori i commercialisti milanesi Oreste e Carlo Severgnini, che hanno incarichi professionali nei più importanti gruppi italiani.
Dai primi documenti esaminati ad esempio emerge il nome del commercialista Gaetano Terrin: nel settembre ’97 è stato nominato “protector”, ossia custode, del Claudius Trust, creato nelle Cook Islands dall’avvocato americano Adrian A. Alexander e rimasto in attività fino al 2006.
Terrin oggi siede nel collegio sindacale delle Generali ma all’epoca lavorava nello studio di Giulio Tremonti, di cui si definiva “stretto collaboratore”. E i file indicano come recapito proprio lo studio Tremonti di Milano. Ma Terrin spiega: «Ho accettato quell’incarico per amicizia, lo studio Tremonti non c’entra».
Nelle Isole Vergini britanniche invece si trova un’altra società che ha come beneficiario Fabio Ghioni, già collaboratore della security Telecom condannato per spionaggio illegale. Agli atti c’è la sua qualifica, il numero del suo passaporto, ma Ghioni dichiara a “l’Espresso”di non saperne nulla. L’offshore, aperta sei mesi prima del suo arresto, risulta attiva almeno fino al 2009.
Un altro Trustee indica come amministratori due vip della piazza finanziaria milanese: i fratelli Oreste e Carlo Severgnini, commercialisti, professionisti che hanno avuto incarichi nei più importanti gruppi italiani e in passato anche consiglieri di Stefano Ricucci.
A loro fanno riferimento pure altre due entità domiciliate nei paradisi fiscali. Invece Silvana Inzadi in Carimati di Carimate risulta avere dato vita nel 2002 a una complessa struttura di trust nelle Cook Islands che intreccia tre famiglie in una sorta di dynasty finanziaria. In prima fila, la stirpe dei Pederzani, titolari della gioielleria meneghina di via Montenapoleone, storici fornitori di ricche casate. Sono Claudio Pederzani, suo figlio Alberto jr e suo fratello Alberto sr. A questi si aggiunge Maria Cristina Agusta: figlia di Mario, fratello di Corrado e Domenico Agusta, esponenti della dinastia degli elicotteri, moglie divorziata di Claudio Pederzani e madre di Alberto jr.
Il secondo gruppo allinea i due discendenti diretti di Silvana Inzadi, Enrico e Daria Carimati di Carimate, nonché Ascanio, figlio di Enrico e Cristina Agusta, al suo secondo matrimonio. Segue il terzo nucleo: Daria, sposata con Pierre Luigi Camurati, i loro figli Nicolò e Cristiana, l’anno scorso convolata a seconde nozze con Aristide Merloni, uno dei figli di Vittorio Merloni. Con sorpresa, tra i beneficiari sono riportati anche tre enti caritatevoli: Unione italiana ciechi; Lila ossia Lega italiana per la lotta contro l’Aids e il Centro per il bambino maltrattato. I responsabili negano di sapere nulla del trust. E secondo fonti de “l’Espresso” averli indicati potrebbe essere solo un escamotage per evitare controlli della magistratura. Ma anche gran parte dei beneficiari della struttura offshore sostengono di non avere mai avuto a che fare con le società costituite nell’atollo polinesiano.
In Francia, il tesoriere della campagna elettorale del presidente François Hollande, Jean Jacques Augier, condivide con un socio cinese interessi alle Isole Cayman: non proprio il massimo per chi ha fatto della lotta all’evasione fiscale la propria bandiera.
In Russia, emergono i nomi della moglie del vicepremier Igor Shuvalov e di alcuni top manager Gazprom, protagonisti nel 2004 di un’operazione di borsa da 18 milioni di dollari in titoli gestiti da società registrate alle Bahamas e alle isole Vergini e già al centro del ‘caso Magnitsky”, l’avvocato russo del Fondo Hermitage Capital morto in carcere nel 2009, dopo aver denunciato una maxi frode fiscale di alcuni funzionari pubblici russi.
In Canada, è il marito della senatrice Pana Merchant, un mago delle class action, a curarne gli interessi con un blind trust con sede caraibica dove finiscono poco meno di 2 milioni di dollari, proprio mentre il fisco canadese indaga sui redditi dell’avvocato.
In Grecia saltano fuori l’acquisto e la ristrutturazione del Christina O, lo yacht della famiglia Onassis che ospito’, tra gli altri, JFK e Marilyn Monroe, operazioni addebitate a società fantasma per scansare un bel po’ di tasse.
Le societa offshore hanno base principalmente nelle isole Vergini britanniche, alle Cayman, alle isole Cook, a Samoa e Singapore. Alcuni esperti citati dal Guardian stimano che il denaro portato in questi paradisi fiscali e sottratto al fisco equivalga al Pil di Stati Uniti e Giappone insieme.
Fra i proprietari di azioni e conti offshore ci sono i ricchi e i potenti del mondo, le figlie del presidente dell’Azerbaigian, una collezionista di arte come la baronessa baronessa Carmen Thyssen-Bornemisza o l’ex ministro delle finanze della Mongolia. Ma anche gente comune, come molti dentisti americani o greci.
«Molte delle grandi banche – incluse Ubs, Clariden (Credit Suisse) e Deutsche Bank – hanno lavorato aggressivamente per fornire ai propri clienti compagnie coperte dal segreto alle Virgin Islands e altri paradisi fiscali – si legge sul sito web del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi – I super-ricchi hanno usato strutture offshore per possedere ville, yacht, capolavori artistici e altri beni guadagnando vantaggi fiscali nell’anonimato non disponibili per la gente comune».