di Emanuela Medoro – Unisco la mia vocina al coro vasto e sonoro che accompagna i risultati delle votazioni politiche. Fra tutte le parole che ho sentito ricordo bene le due riportate a titolo di questo articolo. Ad esse si aggiunge la diffusissima parola responsabilità, monito di tutti, eletti e non, per un futuro che appare incerto ed irto di ostacoli.
La prima parola, obsoleta, significa invecchiata, fuori dei tempi, e va bene alla mia età. Autoreferenziale indica uno che si riferisce solo a se stesso. Questo è vero nel senso che non ho mai accettato come punto di riferimento la destra di Berlusconi, perché un simile Paperon de’ Paperoni tutto d’oro non può rappresentare una insegnante a stipendio fisso, di tradizioni familiari legate alla scuola ed allo stipendio mensile, insomma una della classe media. E neppure, in tempi più recenti, mi sono riferita a Beppe Grillo, per naturale rifiuto di un leader che urla e si sbraccia, strabuzza gli occhi, gestisce e si agita minacciando tutto e tutti, nella ricerca di una confusa democrazia diretta e popolare, che esprime bene solo la protesta contro l’attuale classe politica, in generale.
Il senno di poi dice: e se alle primarie del PD avessimo votato per Matteo Renzi? Forse le cose sarebbero andate diversamente, il partito avrebbe perso meno voti. A parte i se ed i ma del senno di poi, è opportuna, secondo me, una riflessione a carattere generazionale, che viene dalla pratica dell’ insegnamento.
Leggendo sui giornali notizie delle matricole della Camera dei Deputati, la cosa che subito colpisce l’attenzione è la giovane età di questi nuovi onorevoli. Francamente vedo con perplessità P. Luigi Bersani alle prese con questi ragazzi che potrebbero esserne i figli, o anche i nipoti. E’ ipotizzabile, dunque uno scorrevole rapporto di governo fatto di fiducia, senza ostacoli, fra un politico navigato, e forse anche stanco, e questi giovani rampanti, vincenti, duri e puri? Rappresentano la protesta, credono a quello che dicono, privi di concrete ed utili esperienze di governo. Li divide un abisso incolmabile.
A questo proposito vi ricordate che decenni fa qualcuno parlava di un partito di lotta e di governo? La nostra storia ha dimostrato che le due cose, lotta e governo, sono cose ben diverse e poco conciliabili fra di loro. Ricordate, in tempi più recenti, i duri e puri delle leghe? Hanno governato, ed oggi sono la metà, dimezzati proprio dall’esercizio di governo, da tutti i compromessi che esso comporta e quindi dalla perdita della purezza iniziale.
Che succederà? Un pensiero immediato va a Matteo Renzi, sconfitto nelle primarie del PD per la candidatura a premier, da un partito con un apparato burocratico ed una storia che lo arricchisce, ma che, nel confronto con la destra e la valanga emergente della protesta disordinata, è risultato meno forte di quanto previsto da tutti i sondaggi di opinione.
Renzi è coetaneo dei grillini eletti, e quindi naturalmente più capace di lavorare con loro di tanti altri, orami nella terza età. Una risorsa per il partito della sinistra di governo. Forse è il suo tempo. Significa che è tempo che noi obsoleti cominciamo ad accettare nuovi punti di riferimento, per senso di responsabilità verso le istituzioni democratiche italiane e quelle dell’ Europa di cui facciamo parte.
Per concludere, un pensiero per tutti i sondaggisti che davano vincente il Pd, al secondo posto Grillo, e poi il Pdl. Lo tsunami Grillo ha travolto non solo i vecchi partiti, obsoleti ed autoreferenziali, ma anche tutte le ben note previsioni.