Nuclei di cura primaria, i medici: “Si sta smantellando l’assistenza pubblica”
Ieri presidio di decine di persone sotto alla direzione della Asl 1 in via Saragat per chiedere con forza il mantenimento dei presidi territoriali; delegazione ricevuta dalla direzione generale
di Marianna Gianforte | 10 Marzo 2023 @ 05:27 | SALUTE E ALIMENTAZIONE
L’AQUILA – “Siamo arrivati a questa manifestazione dopo un anno quasi di trattative, nel corso delle quali abbiamo ricevuto tante promesse ma nessuna azione concreta. La situazione si è anche complicata, e infatti nel comunicato abbiamo parlato di assordante silenzio della Asl e della Regione Abruzzo. Ma, in realtà, purtoppo la Regione ha parlato con una lettera indegna del direttore D’Amario, in cui dice che i nuclei potranno avere delle sostituzioni solo quando avranno il requisito minimo, cioè seimila pazienti, e quindi quando rischiano di chiudere”. Sono dure le parole con cui il medico e sindacalista della Federazione dei medici di medicina generale dell’Aquila Vito Albano punta il dito contro la Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, accusata di immobilismo rispetto al destino dei nuclei di cura primaria. “Ci stanno di fatto dicendo: ‘Facciamo andare via i medici e quando siamo arrivati al punto che rischia di chiudere perchè scende sotto i seimila reintegriamo’. Però è un discorso illogico, i nuclei o servono o non servono. Far passare un nucleo da 15mila pazienti a 6mila man mano che i medici vanno in pensione significa comunque aver tagliato il servizio a 8mila pazienti. Inoltre nelle altre Asl della regione i reintegri e le sostituzioni sono state fatte. La medicina di base è fondamentale è la pandemia lo ha dimostrato”. E’ passato un mese dall’annuncio dell’avvio di una mobilitazione, proclamata dai sindacati medici Fimmg, Snami, Smi e Cgil, da mandare avanti a oltranza, fino a quando non fosse arrivata una soluzione concreta e valida al rischio chiusura dei nuclei di cura primaria. Soluzione che non si vede ancora.
In duecento, secondo la Cgil, ieri hanno fatto sentire la loro voce in difesa dei nuclei di cura primari, ossia alle associazioni di medici di famiglia con ambulatori aperti per 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20 e dove si può ricevere assistenza e servizio medico e infermieristico e di segreteria e che sono fondamentali per portare assistenza nei territori delle aree interne, quelli dei piccolo Comuni lontani dagli ospedali e dai centri sanitari principali e il cui personale medico via via in pensione non viene sostituito. “Il principale e più diffuso luogo di erogazione dei servizi sanitari del territorio”, ribadiscono i medici.
La folta rappresentanza di medici, di sindacalisti (tra i quali il segretario provinciale Fimmg Albano, il segretario provinciale Snami Raffaele Giorgi, il segretario provinciale Smi Guido Iapadre, il segretario provinciale Cgil Francesco Marrelli) di cittadini e pazienti, di esponenti politici delle opposizioni locali e regionali, ha animato il sit-in di protesta davanti alla sede della Asl 1 in via Saragat, per rispedire al mittente le parole di rassicurazione espresse alcuni giorni fa dal direttore generale della Asl 1 Ferdinando Romano. “Sono mesi che aspettiamo che la Asl intervenga – hanno ribadito ieri i medici -. Eravamo tutti convinti che ormai la situazione si fosse sbloccata e che i nuovi pensionamenti avrebbero visto facili subentri, cosa che non è avvenuta perché dai primi di giugno si è bloccato di nuovo tutto”. E infatti nessuna buona notizia è emersa dall’incontro con la Asl. Alla delegazione ricevuta dalla direzione aziendale, la quale ha dichiarato, come spiega la Cgil, di non essere più in grado di accogliere le richieste dei sindacati relative ai subentri dei nuovi medici nei nuclei al posto di quelli pensionati, in quanto sarebbe intervenuta una nota della Regione Abruzzo che blocca le sostituzioni in tutto il territorio regionale. “Confermiamo il nostro giudizio negativo sul ruolo fin qui svolto dalla Asl dell’Aquila – ha sottolineato la delegazione al ritorno -, che a differenza delle altre Asl ha tenuto bloccati i subentri negli ultimi nove mesi, e ha tuttavia apprezziamo il giudizio espresso sull’importanza dei nuclei di cure primarie e sulla loro insostituibilità nella gestione dell’assistenza sanitaria territoriale”. “Va sottolineato il silenzio assordante da parte del sindaco dell’Aquila in qualità di presidente del comitato ristretto dei sindaci – spiega la Cgil -. A questo punto la lotta intrapresa si sposta sulla Regione, che deve motivare il rifiuto improvviso e ingiustificato a garantire il funzionamento e l’esistenza dei nuclei, peraltro con un atto amministrativo unilaterale non controfirmato dall’assessora alla Sanità”.
Convocata intanto la commissione Sanità della Regione per giovedì 16 marzo, alla quale parteciperanno le sigle sindacali mediche con la presentazione delle firme raccolte con la petizione e le richieste. Ma resta lo stato di agitazione. Previste già nei prossimi nuove iniziative di protesta.
Il segretario provinciale del sindacato Smi Guido Iapadre, ha ricordato che sono state raccolte nel giro di un mese 7mila firme a sostegno dei nuclei di cura primarie, e che la loro soppressione metterebbe a rischio 20 posti di lavoro. “Una casa di comunità per tutto il Comune dell’Aquila – ha sottolineato – significa ogni medico potrà stare due ore a settimana e il rischio è trovarsi davanti a persone che non conoscono. Oggi abbiamo quattro nuclei per tutta la città e copriamo 50mila assisti su un totale di circa 70mila abitanti. Se a questi 70mila togliamo gli assistiti pediatrici vuol dire che copriamo la quasi la totalità. Pensiamo che il problema si possa risolvere facilmente, così come avviene in tutte le altre Asl, dove abbiamo assistito a un continuo allargamento della medicina territoriale. Qui si va verso la soppressione della medicina territoriale e se questo si aggiunge a quello che accade all’ospedale dell’Aquila tra poco qui saremo senza assistenza pubblica”.
Anche il presidente dell’ordine dei medici dell’Aquila, il dottore Maurizio Ortu: “Se i medici lavorano bene, allora i cittadini vengono tutelati. Quindi non abbiamo interesse che si possa lavorare nel modo migliore. Siamo medici, è vero, ma siamo anche pazienti. Porto la solidarietà a tutti i colleghi. L’ordine non è un sindacato, ma sosteniamo l’iniziativa perché è giusto salvare i nuclei di cura primaria. Siamo quasi 3.500 medici, una grande famiglia della quale sono orgoglioso: questo è tempo perso alla cura, facciamo stare meglio i medici nell’interesse di tutti”.
Convocata intanto per giovedì 16 marzo la commissione Sanità della Regione, alla quale parteciperanno le sigle sindacali mediche con la presentazione delle firme raccolte con la petizione e le richieste. Ma resta lo stato di agitazione. Previste già nei prossimi giorni nuove iniziative di protesta.
Anche il Partito democratico dell’Aquila ha partecipato, con una sua delegazione istituzionale, alla manifestazione indetta dalle organizzazioni sindacali dei medici di famiglia. “Un esempio virtuoso di medicina territoriale che, nei terribili mesi della pandemia, abbiamo compreso quanto possa essere importante e su cui si è deciso di investire, a livello nazionale, con i fondi del Pnrr; in controtendenza, invece, in provincia dell’Aquila questi presidi fondamentali rischiano di chiudere le porte per la mancata sostituzione dei medici che, nel frattempo, sono andati in pensione – scrive in una nota il Pd L’Aquila -. A questo punto la lotta intrapresa si sposta sulla Regione, che deve motivare il rifiuto improvviso e ingiustificato a garantire il funzionamento e l’esistenza stessa dei nuclei, peraltro con un atto amministrativo unilaterale non controfirmato dall’assessora alla Sanità. Colpisce inoltre il silenzio del sindaco Pierluigi Biondi. Una situazione inaccettabile, che non può trovare giustificazione, in alcun modo, in ragioni economiche considerato pure che gli stipendi dei nuovi entrati graverebbero sugli stessi capitoli di spesa di chi va in pensione”.
“Questa vergogna deve finire immediatamente – ha detto i consigliere regionale del Pd, che ieri ha partecipato al sit-in, Pierpaolo Pietrucci -. E Marsilio e Verì non si permettano di scaricare su altri una responsabilità che è tutta e solo loro! Il provvedimento del direttore della sanità D’Amario – discriminando la Asl1 rispetto a tutte le altre Asl regionali – ha causato il blocco del turn-over dei medici di base: il risultato è che i medici andati in pensione non sono stati sostituiti, i cittadini si ritrovano senza assistenza e chi ha bisogno di cure si rivolge al pronto soccorso intasando un sistema già al collasso. Eppure non bisogna spendere un solo euro in più: si devono solo sostituire con giovani medici i sanitari andati in pensione. Si faccia immediatamente una delibera di Giunta per garantire la funzionalità dei nuclei di cure primarie. Quanto all’ospedale dell’Aquila, dopo la presenza e la denuncia fatta nei giorni scorsi con il consigliere Paolucci, domani risponderò alla replica del sindaco e vedremo se – come dice lui per difendere Marsilio – il San Salvatore funziona bene così, non ha bisogno di alcun intervento e se possiamo tenercelo così per i prossimi 30 anni, mentre tutti gli altri realizzano strutture nuove e più efficienti”. Per questo è convocata una Conferenza stampa per oggi, alle 11 nella sala Silone del Consiglio regionale alla quale interverrà, oltre a Pietrucci, anche il capogruppo Pd al Comune Stefano Albano.
Pezzopane: Regione ed Asl risolvano problema da loro creato, sindaco assente
“Siamo qui non solo a portare solidarietà, ma a condividere una battaglia. La sanità va avvicinata ai cittadini. Massima vicinanza alle organizzazioni sindacali oggi qui presenti. Noi siamo con chi si è sempre impegnato per la nostra salute e con i cittadini bisognosi di prestazioni. I medici dei nuclei di cure primarie vanno subito sostituiti. Abbiamo presentato anche un’interrogazione al sindaco su questo argomento. Il sindaco dell’Aquila è Presidente del Comitato ristretto dei Sindaci e massima autorità cittadina in campo sanitario. Non può fare finta di niente. Per smuoverlo alle sue responsabilità, su questo argomento ci siano mobilitati con il consiglio comunale del 5 dicembre, con la 3’ commissione consiliare per chiedere attuazione dei 18 punti dell’ordine del giorno approvato e che prevede soluzioni anche per questo problema. La Asl1 ha accumulato un gravissimo ritardo nella nomina e sostituzione dei medici di famiglia, così come oggi state nuovamente denunciando. Tutte le altre Asl abruzzesi continuano regolarmente a sostituire i medici pensionati, mentre la Asl dell’Aquila continua gravemente a penalizzarci”. A dirlo la consigliera comunale del Pd, Stefania Pezzopane presente ieri alla manifestazione sindacale davanti alla direzione Asl. “Il sindaco Biondi non chiede al direttore generale ed alla regione nulla che sia utile per i cittadini. Nulla che aiuti il rilancio della nostra sanità. Si prodiga a ringraziare continuamente i vertici della Asl, pure se da questi nulla di significativo viene al territorio. Ma evidentemente il sindaco ha motivi suoi per essere soddisfatto delle scelte di regione ed Asl. Il Consiglio Comunale in data 5 dicembre si è riunito su nostra richiesta per una seduta straordinaria ed aperta in cui nuovamente i sindacati hanno chiesto soluzioni per scongiurare la chiusura dei Ncp. Sono interessate 10mila persone, vanno sostituiti circa7 medici, si rischiano 20 posti di lavoro. Finora solo promesse e annunci, è in gioco il diritto alla salute. Il sindaco deve attivarsi nei confronti della regione e della Asl per questa grave inadempienza che produce importanti conseguenze sanitarie e sociali e pretendiamo di conoscere quando verranno -con precisione di date -sostituiti i medici del Nuclei di cure primarie. Se non si risolve questo problema, come altre questione (dal Cup, alle liste di attesa, ai problemi del pronto soccorso) indicate nell’ordine del giorno approvato su nostra proposta dal consiglio comunale, sarà evidente la volontà di ridurre la portata della sanità pubblica a vantaggio di quella privata”.
FEDELE (M5S) A L’AQUILA AL FIANCO DI LAVORATORI E CITTADINI
“Ricordiamo che i nuclei di cure primarie sono ambulatori medici aperti dalle 8 alle 20, che si avvalgono anche di personale infermieristico e di segreteria, fornendo un importante servizio all’utenza”. A dirlo è il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Giorgio Fedele. “Quella che si è venuta a creare con la mancata sostituzione dei pensionamenti è una situazione assurda che potrebbe essere risolta a costo zero per le casse della Regione Abruzzo, se solo ci fosse la volontà politica di dare delle risposte concrete al territorio. In un momento storico in cui grazie ai fondi del Pnrr si programma la creazione delle case di comunità e il potenziamento delle prestazioni territoriali è assurdo andare a depotenziare i nuclei di cure primarie già attivi sul territorio, con il rischio di farli chiudere. i medici da sostituire all’interno del sistema sono solo sette, ma interessano una popolazione di circa 10.000 persone. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: offrire un servizio efficacie di medicina territoriale significa anche dare un concreto sostegno alle strutture ospedaliere, soprattutto ai Pronto Soccorso, che scoppiano anche a causa dei numerosi accessi ingiustificati poiché i cittadini non hanno altre strutture pubbliche a cui rivolgersi. Se il centrodestra non continuasse in questa politica miope e sorda verso un territorio che trova anche soluzioni dove loro hanno fallito il problema si sarebbe già risolto”.