“Non siamo ospizio lager”, la doppia verità dell’ispezione al Duca degli Abruzzi
di Marco Signori | 16 Aprile 2020 @ 18:28 | ATTUALITA'
L’AQUILA – “Ci è stato contestato che alcuni degli ospiti erano vicini, ma chiunque ricordi l’allora auditorium dell’hotel Duca degli Abruzzi da 250 posti può immaginare quanto possano essere state vicine 50 persone in quello spazio. Per il resto hanno constatato la pulizia della struttura!”.
Così Mario Mazza, direttore della casa di riposo Villa Duca degli Abruzzi, nell’omonima via del centro storico dell’Aquila, il 3 aprile scorso oggetto di un’ispezione da parte della Asl provinciale che ha rilevato, tra le altre cose, “numerosi ospiti (circa 50) seduti su divani, poltrone e sedie a rotelle, vicini tra di loro e che affollavano il locale” e che, si legge ancora nel verbale fornito a L’Aquila Blog dalla stessa struttura, “durante la pausa pranzo hanno consumato il pasto in tavolate e tavoli più piccoli uno a ridosso dell’altro”.
Ma ha anche constato una “struttura pulita e sanificata” e personale con dispositivi di protezione.
“Il primo marzo abbiamo chiuso alle visite esterne dei familiari degli ospiti, anticipando di quindici giorni le restrizioni imposte dal governo”, aggiunge Mazza, “tutti all’interno della struttura hanno i dispositivi di protezione, non abbiamo nulla da nascondere”.
Eppure per un equivoco, che secondo alcuni cela interessi anche di carattere speculativo-imprenditoriale, alla ribalta dell’opinione pubblica è finita solo la parte del verbale in cui si dispongono provvedimenti di riorganizzazione dell’affluenza nella sala tv e del servizio mensa.
“Al posto di fare due turni ora ne facciamo tre”, dice Mazza a proposito dei pasti, “abbiamo aumentato i turni la sera stessa dell’ispezione e abbiamo ulteriormente allontanato le persone”.
“Per come è stata fatta passare sembriamo un lager, non penso che meritiamo questa pubblicità negativa, mi hanno chiamato anche i familiari degli ospiti increduli, ci sono persone coi genitori da noi da anni”, conclude il direttore.
Nello stesso verbale della Asl, si prende atto, tra le altre cose, del fatto che il “personale indossa mascherine, guanti e occhiali”, è “presente un dispensatore di disinfettante”, “all’interno della struttura entrano le badanti previa misurazione della febbre e dopo aver indossato guanti e mascherine”.