Neve, che passione. Ma anche quanti pericoli: la parola agli esperti del servizio Meteomont

di Marianna Gianforte | 09 Febbraio 2022 @ 06:00 | SPORT
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L’AQUILA – Capita assurdamente d’incrociare in quota, nel bel mezzo del percorso che dal Ceppo porta alle maestose cascate della Morricana, sui monti della Laga, a oltre 1.600 metri di altitudine e su un fondo tutto di neve e ghiaccio, frequentatori della montagna male attrezzati, con ai piedi le scarpe da “ginnastica” e addosso un maglione, “tanto c’è il sole”. E al suggerimento di munirsi di scarpe e attrezzatura più idonea a quelle condizioni montane, dove il sole in un baleno può tramutarsi in tormenta, capita anche di vederli voltarsi per fare gli spergiuri più banali contro la iella. Ma in montagna, d’estate o d’inverno, non è sufficiente affidarsi al fato per salvare la pelle.

La montagna ha le sue regole e noi esseri umani dobbiamo adattarci per non trasformare una superficialità in tragedia, soprattutto d’inverno quando neve, temperature molto basse e ghiaccio possono costituire davvero un pericolo. E le regole della prevenzione, oltre ovviamente alla conoscenza dell’ambiente montano, prevedono: attrezzatura corretta (scarponi, ramponi e ramponcini, sci e pelli, rampanti per lo scialpinismo e racchette, artva, piccozza, sonda e pala); abbigliamento ad hoc; cibo e acqua; conoscenza dei percorsi; preparazione a tutto tondo insomma, anche tramite la consultazione dei siti e dell’app Meteomont.

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A fare il quadro dei comportamenti corretti da tenere nelle attività fuori pista sono gli esperti del centro Meteomont Appennino centrale dell’Arma dei carabinieri, raggiunti nella sede del comando provinciale dei carabinieri forestale di via della Polveriera all’Aquila. Il responsabile, Nicolò Giordano fornisce i suggerimenti irrinunciabili e fondamentali per vivere la montagna in sicurezza, a partire dal rispetto dell’obbligo, in vigore dal primo gennaio, di portare con sé artva, pala e sonda per escursioni, skialp e ciaspolate.

Tra gli incidenti più frequenti, anche su pendenze montane non eccessivamente pronunciate, ci sono gli infortuni sul ghiaccio: quest’anno, con due sole nevicate abbondanti e il sole che scioglie la neve nelle ore più calde e le temperature bassissime della notte che la ghiacciano, le pendenze montane posso diventare veri e propri scivoli pericolosi. Suggerimenti, quelli che arrivano dai carabinieri forestale, preziosissimi anche per le famiglie che si affollano alla fine della settimana sulle distese di prato Agabito, a pochi chilometri dalla piana di Campo Felice: decine e decine di persone, tra cui moltissimi bambini, tutti senza casco in un intreccio di ciaspole e bob che sfrecciano tra i sassi.

L’invito dei carabinieri forestale è di consultare sempre il bollettino Meteomont emesso quotidianamente alle 14 (anche con previsioni a tre giorni), prima di affrontare un’uscita con gli sci d’alpinismo o una qualsiasi escursione sulla neve. Diverse le indicazioni fornite da Meteomont al di là della valutazione delle condizioni neve e meteo: dai bollettini agli incidenti, dai dati nivimeteorologici ai suggerimenti per il fuori pista, dalla cartografia delle valanghe al decalogo dello sciatore in pista, una lettura che è un piacere per gli appassionati di montagna.

LA SCALA EUROPEA DEL PERICOLO VALANGHE. Sul sito Meteomont dei carabinieri è pubblicata anche l’importantissima “scala europea del pericolo valanghe”. Tutti i bollettini emessi sulla base dei rilievi quotidiani, settimanali e quindicinali sono effettuati dalle stazioni dei carabinieri forestale dislocate lungo tutto l’arco alpino e la dorsale appenninica: il loro ruolo è fondamentale per conoscere il grado di pericolo delle valanghe. Le stesse informazioni sono replicate alla portata di tutti sulla nuova app “Meteomont”.

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Altra sezione molto importante riguarda la prevenzione (“Impara e previeni”), dove vengono descritti i cinque problemi tipici valanghivi (definiti dai servizi valanghe europei Eaws), che descrivono gli scenari e le situazioni tipiche che si possono verificare su un terreno a rischio. Informazioni utili agli sportivi e agli enti gestori: tra le definizioni, ad esempio, ci sono le diverse tipologie di valanghe attese e una descrizione del meccanismo di distacco, come nel caso della neve fresca, ventata, bagnata, degli strati deboli persistenti e delle valanghe di slittamento. Molto importante le pagine sui consigli utili per le attività di fuori pista.

A spiegare le caratteristiche delle attrezzature da portare con sé nelle escursioni sono gli appuntati scelti Massimo Carnicelli e Luca Capulli

Spiega Carnicelli:

“Gli elementi obbligatori per legge sono la pala, la sonda e l’Artva (“apparecchio di ricerca dei travolti in valanga”). Quest’ultima dev’essere indossata da ciascun escursionista e accesa e messa in trasmissione. L’artva può essere utilizzato, infatti, in modalità di trasmissione per essere localizzati, mentre viene commutato in modalità di ricezione per localizzare apparecchi in modalità di trasmissione all’interno della sua portata. Più o meno in questo modo: gli escursionisti indossano l’artva in modalità trasmissione; nel momento in cui avviene purtroppo una valanga, tutti quelli che restano fuori dalla valanga mettono il loro apparecchio in ricezione per poter individuare la persona travolta sotto la neve. In sostanza, se si affronta un’uscita in quota in due o più persone, ognuno deve indossare il suo Artva, strumento fondamentale per la sicurezza reciproca. E’ bene portarlo anche se si è da soli, attivandolo correttamente”.

Un altro “oggetto” importante, anche se più raro e forse utilizzato principalmente per le situazioni più estreme, è lo zaino per l’alpinismo dotato di airbag, come spiega Capulli:

“Nel momento in cui l’escursionista viene travolto può attivare repentinamente l’airbag che crea una sorta di “palloncino” dietro la testa trasportando il corpo della persona verso la superficie della valanga. Gli strumenti che non sono obbligatori per legge, ma che possono salvare la vita in caso di ghiaccio, frequentissimo in queste settimane e in queste condizioni meteorologiche, sono la piccozza e i ramponi, indispensabili. Bisogna, però, saperli usare, frequentando ad esempio i corsi organizzati dagli esperti, ad esempio dal Cai e dalle guide alpine, le associazioni autorizzate”

 

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LA STRUTTURA OPERATIVA DEL SERVIZIO METEOMONT. A comporre il servizio è il personale qualificato che si distingue in “osservatore” (cento persone), “esperto neve” (12) e “previsori valanghe” (sei), che garantiscono quotidianamente, durante il periodo dell’innevamento, il monitoraggio del manto nevoso e il suo rilevamento e la previsione del pericolo valanghe. I carabinieri forestale raccolgono effettuano la raccolta dei dati in 40 aree sull’Appennino centrale, le “stazioni meteo-nivologiche tradizionali” e acquisiscono ulteriori informazioni con i dati raccolti nelle 20 “stazioni meteo-nivologiche automatiche” e grazie ai militari dei “nuclei itineranti”, che lavorano lungo itinerari in alta quota, contrassegnati da eventi valanghivi pregressi o per accumuli nevosi di particolare entità. L’elaborazione delle informazioni viene poi pubblicata sul bollettino Meteomont.

Nella passata stagione invernale il servizio Meteomont dei carabinieri forestale ha emesso 110 bollettini di pericolo valanghe elaborando le informazioni fornite da 2.802 rilievi effettuati quotidianamente sulle stazioni meteo-nivometriche tradizionali e quelle fornite da 116 rilievi effettuati in contesti complessi e particolarmente difficili per orografia e quantità di neve, visto che la quota altimetrica varia da 1.916 metri di altitudine a una quota massima di 3.543. L’episodio più grave e tragico avvenuto sull’Appennino centrale nella passata stagione fu la valanga che il 24 gennaio travolse quattro escursionisti sul monte Velino, all’interno della valle Majelama. Le loro ricerche durarono un mese e furono dure e drammatiche.


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