Metanodotto Snam: sindaci intorno a un tavolo per decidere sugli indennizzi

di Marianna Gianforte | 08 Ottobre 2022 @ 06:13 | AMBIENTE
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L’AQUILA – Il confronto ora si fa serrato tra la Regione Abruzzo e i sindaci dei territori dell’Aquilano e della Valle Peligna attraversati o lambiti dal metanodotto Sulmona-Foligno, per il quale Snam investirà 2 miliardi di euro. Nel tardo pomeriggio di ieri primo tavolo nella sala Celestino V, a palazzo Silone all’Aquila, tra il presidente Marco Marsilio e 18 sindaci per capire come negoziare con Snam e con il Governo le compensazioni previste dalla legge e decidere insieme come meglio utilizzare tali risorse. Dopo il via libera, mercoledì sera, del Consiglio dei ministri alla costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno, e con il superamento del diniego espresso in conferenza di servizi dalle Regioni Abruzzo e Umbria sulla condotta per il trasporto del gas, uno dei cinque tratti funzionalmente autonomi della cosiddetta “Linea Adriatica” dei gasdotti, che si snodano lungo il versante adriatico dell’Appennino, scocca l’ora di passare dalla sponda della critica e del sospetto verso l’opera, alla sua accettazione, capovolgendo le posizioni di molti Comuni che soltanto fino a poche pre prima vedevano il metanodotto come opera che ‘non sa ‘dda fare’. Si farà invece, secondo il punto di vista del Consiglio dei ministri ma anche del Governo, dal momento che il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani l’ha definita ‘necessaria e urgente’.

Al centro dell’incontro anche la questione degli indennizzi al territorio attraversato dal metanodotto, la cui centrale sorgerà nella Valle Peligna: l’1% degli investimenti di Snam

“Riuniamo i sindaci perché il territorio deve porsi il tema di come negoziare con Snam e con il governo le compensazioni previste dalla legge e decidere insieme come meglio utilizzare questi fondi – ha detto Marsilio a margine dell’incontro -. Sono fondi che si possono distribuire singolarmente ai Comuni interessati, oppure attraverso progetti unitari che magari possono lasciare sul territorio infrastrutture utili e più durature nel tempo anziché piccoli interventi sparpagliati. La Regione si pone come mediazione tra la lo Stato e i singoli Comuni coinvolti sempre che si possa trovare su questo una condivisione, un percorso comune da portare avanti. Sembrava doveroso e utile incontrare i primi cittadini per dare una corretta informazione su quello che è avvenuto e che avverrà nel prossimo futuro”. A proposito dei tempi che dovranno essere rispettati: “Non ci sono particolari scadenze – ha spiegato il presidente – Nè Snam né il Governo hanno dato un cronoprogramma. Il fatto è che la decisione del Consiglio dei ministri che ha superato i dinieghi del territorio e della Regione, chiude la fase procedimentale ed apre la fase attuativa. Ora sta alla capacità di Snam e del Governo di definire il progetto e procedere alle gare e all’apertura dei cantieri”.

I punti di vista, nelle interviste, del presidente Marsilio, dell’assessore all’Ambiente del Comune dell’Aquila Fabrizio Taranta e il sindaco di Navelli Paolo Federico.

Poi, toccherà proprio a loro, ai sindaci, spiegare il perché di un’opera sicuramente impattante parlare con i cittadini e con le imprese che si vedranno toccare i territori dal metanodotto. Lo sa bene la sindaca di Pratola Peligna Antonella Di Nino, che, però, striglia la politica: “Chi si illude che si possa continuare a fare battaglia sposa, appunto, una pura illusione. Sinora ha latitato, non è stata lungimirante; sono 14 anni che si parla del metanodotto e si sarebbe dovuto incominciare molto prima a ragionare sui ristori”.

Il presidente Marsilio mercoledì era stato invitato a partecipare alla seduta del Consiglio dei ministri proprio per affrontare l’argomento in quella sede. Ha rappresentato così le istanze provenienti dal territorio e le criticità che sono state espresse nel tempo, ripercorrendo il lungo e travagliato iter di quest’opera. Tuttavia, al termine del confronto con il Governo, il ministro Cingolani aveva rappresentato la necessità e l’urgenza dell’intervento chiedendo di approvare il punto in questione senza ulteriori condizioni.

Restano sul piede di guerra i comitati cittadini ‘No hub del gas’, che promettono battaglia contro un’infrastruttura che considerano “inutile e dannosa”.


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