Marelli: proroga della cig. Ma la Fiom Cgil non firma l’accordo
di Marianna Gianforte | 16 Luglio 2022 @ 06:20 | ATTUALITA'
SULMONA – La cassa integrazione ordinaria per i circa 480 operai (su 550 dipendenti effettivi) della Marelli di Sulmona, terminata ieri, riprenderà dopo il periodo delle ferie estive per proseguire sino a completare il ciclo delle 52 settimane nel biennio. E’ questa la prospettiva, decisa nell’incontro sindacale di giovedì 14 luglio, per i lavoratori e le lavoratrici dell’azienda che produce componenti per il settore automotive e che dall’inizio dell’emergenza sanitaria vive una crisi di rimbalzo – e con essa tante altre piccole aziende dell’indotto – dovuta al rallentamento della produzione della Sevel di Atessa, suo principale cliente.
Ma la Fiom Cgil, per la quale era presente la segretaria provinciale Elvira De Santis (e con lei le Rsa Fiom Cgil dello stabilimento) non ha firmato il verbale di accordo, invece condiviso dalle altre sigle: la Uilm, per la quale c’era Michele Paliani, l’Uglm con Domenico Amiconi, la Fim Cisl con Giampaolo Biondi (e le Rsa Fim, Uilm e Uglm). Accordo respinto dalla Fiom in quanto il sindacato aveva proposto all’azienda di rivedere l’organizzazione del lavoro per gli addetti ai 18 turni e 20 turni nello stabilimento, sia per alleggerire il carico di lavoro degli operai e delle operaie, sia per non gravare eccessivamente sugli ammortizzatori sociali; l’azienda ha respinto la proposta e, di qui, il rifiuto della Fiom di accettare l’accordo: “Con la nostra proposta – spiega De Santis – si sarebbero potute utilizzare meno giornate di cassa integrazione; non ci sembra corretto spendere ore di ammortizzatori sociali, arrivati agli sgoccioli per giustificare fermate dovute a turnazioni eccessive che vanno a coprire, a noi sembra, inefficienze aziendali. Ci vuole uno sforzo organizzativo per superare al meglio questa situazione di difficoltà e di mancanza di lavoro, lo abbiamo già chiesto 13 settimane fa. Adesso l’azienda fa una nuova richiesta di cig. Già durante emergenza sanitaria i lavoratori sono stati in cassa integrazione, lavorando a ranghi ridotti, si sa, per effetto della diminuzione della produzione; dunque, alla lunga, il ricorso alla cassa integrazione comporta anche un impatto economico negativo nelle tasche dei lavoratori”.
Discorso diverso per le altre sigle sindacali, che hanno invece accolto l’accordo. E’ da ricordare che dal momento in cui il contratto collettivo specifico di lavoro vede firmatari soltanto Fim, Uilm e Uglm, gli incontri sindacali con l’azienda avvengono separatamente rispetto alla Fiom Cgil.
Giovedì i dirigenti dell’azienda hanno informato anche che venerdì 29 luglio i vertici nazionali del gruppo Marelli saranno a Sulmona “per fare il punto – spiega Biondi – sugli impegni preannunciati in un precedente coordinamento nazionale, su investimenti di ristrutturazione e nuovi macchinari”. Marelli infatti lavorerà altri 5 anni con la Sevel di Atessa, mentre ha vinto, ricorda Biondi, una gara per la fornitura del nuovo Ducato. Impegni importanti e visibilità a lungo termine, ma è fondamentale che si sblocchi l’intero comparto mondiale e non soltanto nazionale, dell’automotive. Crisi che, al di là della pandemia da Covid-19, subisce il contraccolpo della guerra in Ucraina, della quale risente anche la Sevel: basti pensare che alla fine del 2022 l’importante stabilimento di Atessa avrebbe dovuto produrre 320mila mezzi, che si fermeranno, invece, a 200mila nell’anno. Una buona fetta della produzione persa. “Nella riunione nazionale che si è tenuta a febbraio con tutti i referenti dei siti Marelli con la direzione Marelli Ita – spiega Biondi – la Fiat ci ha confermato i progetti e gli investimenti e anno ribadito la centralità dello stabilimento di Sulmona”; centralità rispetto alla produzione dei sistemi di sospensione della Sevel di Atessa: proprio su questo tema verterà l’incontro con i vertici a fine luglio.
In tutto questo contesto, però, la vera desaparecida sembra essere la Regione Abruzzo, che sulla questione Marelli (e Sevel) non ha ancora espresso una strategia politica e operativa, un piano o un tavolo per cercare di capire come uscire dall’impasse in cui le due importanti aziende abruzzesi si trovano. Tutti i sindacati fanno un appello alla Giunta regionale, al presidente Marco Marsilio e all’assessore alle Politiche del Lavoro Pietro Quaresimale affinché venga attivato un tavolo di concertazione il più presto possibile.