di Ezio Bianchi – «Ma quale Commissione, la Ricostruzione è cosa nostra» . In buona sostanza questo è il messaggio venuto fuori dal Consiglio Comunale tenuto il 30 agosto 2012 al Palazzo dell’Emiciclo.
Ho assistito al Consiglio Comunale a L’Aquila: mi aspettavo che le ferie avessero portato serenità ai vincitori delle elezioni; io non ho visto questo, stessi proclami, stesso atteggiamento. La situazione è grave ma non è seria, direbbe Flaiano.
Tre ore di discussione, con argomenti speciosi di vario tipo e suspence finale, per dichiarare, respingendo a larga maggioranza una proposta di istituire una Commissione Consiliare aperta che si occupasse specificamente di seguire l’intero processo della Ricostruzione, che di questi argomenti deve occuparsi solo la maggioranza e senza troppa pubblicità, se non formale, per contentare il popolo che reclama partecipazione.
Qualche distinguo nella maggioranza c’è stato,a dire il vero, ma le ragioni del blocco storico sono prevalenti anche sul buon senso, evidentemente! E quanti arrampicamenti sugli specchi! Ma quale apertura, tanta paura e chiusura netta. Cosa racconteranno mai ai loro elettori?
Nessuna considerazione dei due terzi di aquilani che non hanno votato questa maggioranza e nessun rendiconto se non quelli previsti dalla burocrazia a babbo morto: comandiamo noi.
Il tentativo fatto dalle forze di opposizione ci è sembrato quello di indurre la maggioranza ad un rapporto diverso verso i problemi seri della ricostruzione:l’unica chance consentita è di dare l’assenso alla località individuata, dal Sindaco, per erigere un monumento commemorativo.
Questo è l’Aquila oggi: ammuina, solo ipocrisia, non c’è partita, non c’è storia.
Ove si avessero a cuore le sorti della intera città e non solo della propria parte, la maggioranza avrebbe dovuto cogliere al volo l’opportunità.
In un paese ed in una situazione normale il tentativo di conciliare le posizioni avrebbe dovuto esser fatto dalla stessa maggioranza. Abbiamo visto invece la riproposizione stantia di uno stupido tatticismo degno di una compagnia d’avanspettacolo di terzo ordine, tanta ambiguità ed una sostanziale chiusura.
Allineati e coperti comunque: la posta in palio è notevole! Di questo sembra esserci consapevolezza, ma non dell’interesse generale della città.
Chi sarà il prossimo colpevole dei ritardi nella ricostruzione?