Dichiarazioni spontanee in aula per l’ex tesoriere della Margherita accusato di essersi appropriato di 23 milioni di euro. “Mi sarei fatto bruciare pur di non affossare l’ex sindaco di Roma” ha detto l’ex senatore. Pronta la replica dell’avvocato del partito: “Ennesima calunnia”
“Il livello di riservatezza con Rutelli era altissimo, mi sarei fatto bruciare pur di non danneggiarlo. Quando avevo i pizzini con le indicazioni di pagamenti, li distruggevo subito perché il mio compito era tutelarlo e non affossarlo”. Questo un passaggio delle dichiarazioni spontanee rese in aula da Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita accusato di appropriazione indebita di rimborsi pubblici. In merito al suo ruolo svolto nel partito, Lusi ha spiegato ai magistrati che “in undici anni non ho mai avuto un atto scritto da eseguire perché così si opera nei partiti.
Ho avuto solo ordini verbali. Non vi è traccia alcuna di documenti scritti tranne una transazione finanziaria di 25 milioni nel 2003″. L’ex tesoriere si è poi soffermato sul suo rapporto con il leader della Margherita, l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. “Con lui avevo un rapporto stretto, lui ci aveva sposato, ci conoscevamo da una vita, e sarebbe stato sleale per me entrare nel suo ufficio con un registratore in tasca. Avevo deciso di dedicarmi a lui. Non era nelle mie corde preservare atti e documenti di cose che lui mi aveva chiesto di fare. Sarebbe stata una follia”. Lusi, che ha parlato per circa due ore, ha spiegato, inoltre, che nel 2006 è diventato parlamentare “perché ho accettato quel patto scellerato finalizzato a realizzare una serie di operazioni immobiliari”. Quanto alle dinamiche interne al partito, l’ex senatore ha affermato che “Rutelli mi ha sempre detto che Parisi, suo avversario all’interno del partito, era contrario che io avessi un contratto e prendessi un compenso per il mio lavoro di tesoriere”. In merito ai beni immobiliari al centro del processo, infine, Lusi ha detto di “aver provato in tutti i modi a restituire i beni alla Margherita, ma il partito non li ha voluti”.
LA REPLICA – Pronta e durissima la replica di Titta Madia, avvocato dei dirigenti della Margherita. Per il legale Lusi “ha reiterato ancora una volta una calunnia incredibile. Di vero non c’è nulla in quello che ha detto tranne che si è rubato 23 milioni di euro e non li ha ancora restituiti: una parte è sotto sequestro, e l’altra è in Canada”. La Margherita continuerà a battersi per ottenere la restituzione dei fondi e dei beni sottratti da Luigi Lusi.
Riciclaggio e possesso ingiustificato di somme di denaro: sono le ipotesi di reato fatte dalla Procura della Repubblica di Roma nei riguardi dell’ex senatore Luigi Lusi. E’ stato l’ex tesoriere della Margherita a rivelare la circostanza stamane nel corso della lunga deposizione che ha fatto davanti alla quarta sezione penale del tribunale che lo giudica per aver sottratto 23 mln di euro dalle casse della Margherita.