di Matilde Albani, L’Editoriale – “L’Acquasanta”, lo stadio in costruzione da trent’anni per il rugby a ridosso del cimitero monumentale, è di fatto ancora in alto mare. Nota incompiuta del capoluogo, negli anni è stato ribattezzato dagli aquilani come il parente stretto della metropolitana di superficie.
Col terremoto, lo stadio, si è trasformato in una tendopoli che lo ha finito di massacrare. Acquasanta, nato male e cresciuto peggio, dovrebbe essere sistemato a breve per il campionato di prima categoria della neo promossa L’Aquila calcio, ma basta entrare, per rendersi conto in quali condizioni versa. Lavori lumaca, che vanno e vengono.
Questa mattina ad esempio ci sono alcuni operai che stanno montando pilastri d’acciaio per le curve. L’avanzamento delle opere è stato praticamente altalenante a causa di una serie di modifiche al progetto, ma la ditta Circi Costruzioni, capofila di un’associazione di imprese che s’è aggiudicata i lavori, si tira fuori dalle responsabilità e dice che se non ci sono le certificazioni necessarie “loro” non possono andare avanti.
Stiamo parlando di interventi nuovi su un progetto vecchio, il che vuol dire che le pezze a colori non sempre funzionano. Tra gli intoppi c’è stata la modifica per le barriere e quella per la divisione della curva. Nell’ottobre 2012, quando furono consegnati i lavori per un importo di oltre 3 milioni di euro si annunciò con enfasi che lo stadio sarebbe stato pronto in nove mesi.
Siamo a luglio 2013 e a pochi giorni da quella che doveva essere la consegna ufficiale, lo stadio non solo non è pronto, ma lascia intendere che non lo sarà in tempi certi. E’ praticamente improbabile che possa aprire ad ottobre come ha garantito ai tifosi Massimo Cialente. Secondo il Sindaco potrebbe addirittura diventare uno stadio per la nazionale, magari con L’Aquila Capitale della Cultura. Alle nozze con i fichi, però, siamo abituati, anche se a dicembre la società rossoblù lanciò l’ennesimo allarme per non perdere un’occasione importante, cioè quella di uno stadio senza barriere.
Lo stadio di Acquasanta già sarebbe dovuto diventare la nuova casa del calcio con il suo antistadio in erba sintetica, due curve, 800 posti a sedere per gli ospiti, 1.500 per i locali. Chissà se ce lo regaleranno ancora l’impianto di illuminazione quelli della General Electric, che hanno fatto le Olimpiadi invernali di Torino 2006.
Non sappiamo quando è stata l’ultima volta che il Sindaco si è interfacciato col Coni che ha redatto il progetto, ma sappiamo che si è perso almeno un anno in chiacchiere..Vediamo..
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Servizio e testo di Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio