di Matilde Albani, L’Editoriale – La tanto criticata Legge Mancia, col criterio della presunta discrezionalità, ha “foraggiato” una lunga lista di associazioni locali, laiche, culturali e religiose, attraverso cifre più o meno grandi, ma sempre puntuali, vale a dire che tutti se le sono viste accreditare.
Grazie a questo strumento, che consente a ciascun gruppo del Senato e della Camera di disporre di cifre a loro assegnate per finanziare interventi sul proprio territorio, molti fortunati destinatari si sono magicamente ritrovati beneficiari di risorse per progetti o presunti tali.
Noi abbiamo deciso di andare a mettere il naso per vedere cosa ne è stato di questi contributi. Al territorio aquilano, martoriato dal terremoto, ci ha pensato l’ex sen. Luigi Lusi, il tesoriere finito alle cronache per i famosi ammanchi del Pd (della Margherita, ndr), che ha indirizzato importanti risorse arrivate a diverse associazioni ed enti del territorio, che oggi hanno ‘pudore’ a pronunciare il suo nome.
Una di queste è l’Opera Salesiana, storico vivaio di generazioni aquilane, una volta in Viale Don Bosco, ora confinato, insieme al Centro di formazione professionale Cnos Fap, in un parco di Via Amiternum. Da quattro anni nei container, per giunta in affitto. I 300 mila euro della Legge Mancia del Senato, per una nuova sede sono disponibili da tempo, anche troppo, dal 2010.
Risorse queste, che dovrebbero essere destinate a realizzare una struttura modulare per ospitare le sedi dei Salesiani, l’attività dell’Associazione e degli ex allievi dell’Oratorio, su una superficie di quasi 300mq.
Tutto arenato nella burocrazia del Comune e tra le pratiche ferme del Genio Civile. In pratica, la donanzione è già stata da tempo accreditata nel conto dell’Opera Salesiana, ma ancora non si è realizzato nulla.
E’ possibile tutto questo con i soldi pubblici? Chi dovrebbe controllare questi contributi a pioggia per vedere se sono stati spesi e come? Don Roberto Formenti, direttore dei Salesiani, per far vedere che qualcosa si è mosso, ha pagato 6mila euro di oneri di urbanizzazione e si aggrappa alla delibera di Giunta che autorizza alla “realizzazione di un edificio da adibire a servizi su un solo piano nell’area di proprietà dei Salesiani…”.
«Struttura – dice Don Roberto – che si fa in tre mesi, ma che dopo tre anni è ancora sulla carta». Eppure il lontano 26 settembre del 2011 un invito dei Salesiani recava scritto:
“Festa di inizio lavori…via Don Bosco 6, ore 14.30……..”.
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Servizio e testo di Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio