di Maria Cattini – Delle sette statue in pietra lungo il percorso della Madonna Fore, realizzate dall’artista aquilano Valter Di Carlo e donate all’amministrazione dall’Arciconfraternita di Maria dell’Addolorata, molto si è discusso soprattutto sui social nei mesi scorsi, generando reazioni contrastanti.
Oggi si torna a parlare della questione per l’iniziativa di alcuni cittadini che hanno presentato una diffida, indirizzata al Comune dell’Aquila, per chiedere la rimozione delle sette statue mariane collocate lungo il sentiero della Madonna Fore, un luogo simbolo per gli aquilani.
A presentarla alla stampa è stato l’avvocato Fausto Corti, ex presidente della sezione aquilana di Italia Nostra, insieme a Giovanni Cialone e all’economista Antonio Porto, e si basa su ragioni “di natura ambientale, artistica e culturale” ma anche circa il “carattere abusivo della loro collocazione”.
“Un percorso paesaggistico compromesso senza che ci siano state una riflessione e una condivisione con la cittadinanza, una partita giocata solo tra l’attuale amministrazione, guidata dal Sindaco Biondi, e l’Arciconfraternita di Maria dell’Addolorata, che in realtà è solo l’associazione che cura la gestione e la manutenzione della chiesa.” Spiega l’avvocato Corti.
Il progetto di realizzare una Via Mariana sul sentiero della Madonna Fore, intitolato alla memoria dei Nove Martiri, è stato autorizzato dalla delibera di giunta n. 514 del 21 novembre, proposta dall’assessore Emanuele Imprudente, con il parere favorevole degli uffici tecnici di Urbanistica e Ambiente.
“Ma l’area è di proprietà degli Usi Civici di Colle Brincioni”, continua Fausto Corti, “e quindi la sola delibera di giunta comunale non basta. A tutti gli effetti si tratta di un’opera abusiva. Le opere non sono conformi al PRG poiché parliamo di un’area agricola di rispetto ambientale e non sono munite di titolo edilizio, obbligatorio, che comunque non poteva essere rilasciato perché l’Arciconfraternita non vanta nessun diritto reale sull’area”. Oltre al fatto di non essere stato intrapreso alcun iter per la sdemanializzazione dell’area o autorizzazioni rilasciate dall’Asbuc.
Non è tutto. “La diffida giunge al momento di una riflessione più ampia sulla vocazione culturale di una città come L’Aquila, che non ha saputo produrre, dal 2009 a oggi, se non le sole opere di quest’artista, Valter Di Carlo, e nulla più”. Aggiunge Giovanni Cialone. “Questo vale per le statue abusive collocate alla Madonna Fore che modificano definitivamente il paesaggio, per le sculture posizionate nelle rotonde, ma vale anche per gli interventi architettonici e le scelte non certo di qualità, o le non-scelte condizionate dal “dov’era com’era”, che hanno riguardato la ricostruzione della città nel post-terremoto.”
“Questi luoghi sono stati stravolti, la bellezza del paesaggio è stata modificata e la funzione aggregatrice sociale del sito, soprattutto dopo il sisma, un luogo simbolo anche dal punto di vista spirituale è stata alterata. E questo non è ammissibile. Soprattutto per uno dei luoghi più cari agli aquilani. “Ha concluso Antonio Porto.