Le Quarantore a Piazza Duomo ad inizio della Quaresima

di don Daniele Pinton | 23 Febbraio 2023 @ 05:10 | CREDERE OGGI
Quarantore
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L’Aquila. L’inizio della Quaresima, dopo il mercoledì delle Ceneri, nella Chiesa di S. Maria del Suffragio a Piazza Duomo, sarà segnato dalle Quarantore, che si celebreranno da oggi 23 febbraio 2023 fino a sabato 25 febbraio.

Questo tradizionale periodo di preghiera e adorazione, individuale e comunitaria, detto delle “Quarantore”, con l’esposizione eucaristica continuata nei tre giorni successivi al Mercoledì delle Ceneri, prima del sisma del 2009, di anno in anno veniva celebrato nella Cattedrale di S. Massimo a L’Aquila e in considerazione della percepibile maggiore ripopolazione del centro storico, per la prima volta viene ripresa nel post-terremoto in avvio del tempo forte della Quaresima.

Le tre giornate dal 23 al 25 febbraio, si apriranno con la S. Messa delle ore 11:00, al termine della quale avrà luogo l’esposizione del SS. Sacramento, andranno avanti con la preghiera silenziosa e la celebrazione dei Vespri alle ore 17:30 e si chiuderanno con la celebrazione eucaristica delle ore 20:00, con predicazione straordinaria. Solo nella giornata conclusiva di sabato 25 febbraio, i Vespri saranno alle ore 17:00 e la S. Messa, con valore prefestivo, sarà alle ore 18:00.

L’origine remota delle Quarantore è da ritrovarsi nella pratica dei fedeli di commemorare, durante la settimana santa, le quaranta ore che il Corpo di Gesù giacque nel sepolcro; durante questo arco di tempo i fedeli rimanevano in preghiera e facevano penitenza per prepararsi degnamente alla grande solennità della Pasqua.

Le Sante Quarantore, una volta così diffuse e così solenni costituivano un tempo di rinnovamento spirituale e sociale, di preghiera e di penitenza, di comunione tra il clero e il popolo, tra ricchi e poveri, tra superiori e sudditi. La storia dice che, durante i giorni della solenne esposizione, le città cambiavano fisionomia: i negozi chiudevano; i lavori dei campi erano sospesi; le barriere sociali cadevano e la fede rifioriva nel cuore della gente che imparava a pregare e a meditare.

L’adorazione coinvolgeva tutte le categorie di persone che, giorno e notte, si avvicendavano in preghiera, spesso in modo inventivo e spontaneo, per quaranta ore davanti a Gesù Eucaristia. Per tre giorni si stabiliva quasi una tregua Dei perché «i violenti diventavano mansueti; i ladri restituivano il maltolto; i falsari diventavano onesti; i nemici si riconciliavano; la gioventù si innamorava di Dio e i sacerdoti non si allontanavano dall’altare e dai confessionali».  Oggi non è più così.

La simbologia del numero quaranta, nella tradizione delle Sacre Scritture, rappresenta un periodo di purificazione ed espiazione per condurre i fedeli al traguardo della salvezza. Quaranta è il numero della tribolazione e della prova, della penitenza e del digiuno, della preghiera e della punizione; quaranta giorni e quaranta notti durò il Diluvio Universale e Mosè sostò quaranta giorni sul Monte Sinai in attesa ricevere la Legge.

Molto più semplicemente è un tempo di libertà che possiamo prenderci per stare con noi stessi e con il Signore, riprendere in mano la nostra vita, confessare la nostra fede dinanzi all’Eucaristia.


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