Ormai fervono i preparativi per la prima celebrazione della Perdonanza Celestiniana, dopo l’iscrizione della stessa da parte dell’Unesco nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali dell’Umanità, in un contesto nazionale e internazionale in cui il distanziamento per impedire la diffusione epidemiologica per il Covid-19 sta creando non pochi problemi nel capire le modalità con cui celebrare questo evento non soltanto religioso, ma ormai anche a carattere internazionale in ambito socio-culturale.
L’organizzazione delle celebrazioni liturgiche della Perdonanza Celestiniana, il cui programma definitivo è stato trasmesso il 13 agosto 2020 da Don Claudio Tracanna, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di L’Aquila, vede la celebrazioni di molte liturgie eucaristiche suddivise in ‘Perdonanze settoriali’, che necessiteranno la presenza massicci di volontari per l’accoglienza dei fedeli e per vigilare il rispetto delle regole del distanziamento tra i fedeli, dell’uso della mascherina durante le celebrazioni eucaristiche giubilari, pur essendo all’esterno della Basilica di Santa Maria di Collemaggio e anche la gestione dei flussi per l’ingresso dalla Porta Santa, da parte dei fedeli che parteciperanno certamente numerosi.
Tra i problemi organizzativi, che sta cercando di affrontare l’Ufficio Liturgico Diocesano, guidato da Don Martino Roberto Gajda, vi sarà anche l’animazione liturgico-musicale delle solenni celebrazioni, dove per la Perdonanza Celestiniana si è vista sempre una presenza qualificata e generosa di molti cori dell’Arcidiocesi.
Fino a qualche giorno fa, pur avendo lavorato in modo solerte, la Curia aquilana, coadiuvata in modo eccellente dal Comune di L’Aquila, che si è impegnato non solo nell’organizzazione di un tabellone culturale di livello, grazie anche alla presenza di Leonardo De Amicis, come direttore artistico di questo importante evento cittadino, e del vice-sindaco Raffaele Daniele, come delegato del sindaco di L’Aquila, Pierluigi Biondi, per l’organizzazione della Perdonanza Celestiniana, aveva delle grosse difficoltà nel poter gestire, nel rispetto delle norme vigenti di contrasto al Covid-19, la presenza dei cori durante le celebrazioni liturgiche, ma la svolta al problema è avvenuta il 13 agosto con una comunicazione che il Ministero dell’Interno, ha trasmesso a tutte le Prefetture d’Italia.
Infatti, il 29 giugno 2020, la Conferenza Episcopale Italiana, in ordine all’urgenza ‘di ritornare all’esercizio della prassi pastorale’, si è rivolta al Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, per formulare due specifici quesiti, il primo concernente ‘la possibilità per i familiari che già vivono quotidianamente tra le stesse pareti di casa, di poter partecipare alle celebrazioni, evitando tra loro il criterio del distanziamento’, e il secondo in merito all’urgenza ‘di tornare ad ammettere la figura dei cantori, chiedendo eventualmente a quali condizioni sia possibile questa ipotesi e con quali misure di precauzione’.
In seguito a questa richiesta della CEI, il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, il 29 giugno ha sottoposto al Comitato Tecnico Scientifico (CTS) della Presidenza del Consiglio questi quesiti e nella riunione del 10 agosto 2020, il Comitato dopo avere preso in esame la questione, ha espresso il suo parere dando il via libera alle richieste della CEI.
Per quanto concerne la presenza dei Cori per l’animazione liturgico musicale, durante le celebrazioni religiose, nello stralcio del verbale della riunione del 10 agosto, viene rappresentato che ‘in riferimento ai quesiti provenienti dal dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione nei quali si richiedono osservazioni circa l’impiego di cori e cantori durante le funzioni religiose o in occasione di eventi di natura religiosa, in CTS segnala che, sulla base degli attuali indici epidemiologici, è possibile la reintroduzione dei cori e dei cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno un metro e almeno due metri tra eventuali file del coro e degli altri soggetti presenti. Tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barrire fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali ed in particolare il distanziamento di almeno due metri’.
Inoltre, il CTS, prende posizione anche in riferimento alla distanza che deve esserci tra le persone che quotidianamente vivono nello stesso nucleo familiare, è afferma che ‘durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione: persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi e/o svolgono vita sociale in comune’.
Certamente, le indicazioni del CTS del Consiglio dei Ministri, aprono ulteriori possibilità per le celebrazioni liturgiche da svolgersi con dignità, ma rimane ancora aperto il problema in riferimento ai numeri dei partecipanti alle celebrazioni liturgiche e agli eventi culturali che il Comune dell’Aquila, sta approntando da mesi.
Infatti, stanti le norme vigenti, sul piazzale di Collemaggio, per tutte le celebrazioni liturgiche e per gli eventi culturali organizzati dal Comune, in occasione di questa 726a Perdonanza Celestiniana, non potranno entrare più di mille persone, a meno che sulla base degli attuali indici epidemiologici, non intervenga il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che come tutti i Presidenti delle Regioni italiane, ha ricevuto il potere di promulgare delle deroghe, grazie alle disposizioni date dal Consiglio dei Ministri su indicazione del CTS.