“E’ un fulmine a ciel sereno, mi sento tradito”: queste sono state le primissime dichiarazioni alla stampa del Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente quando, nella prima mattinata di ieri, negava nel modo più assoluto di essere a conoscenza del coinvolgimento dei suoi collaboratori nell’operazione Do ut Des. “Da prima ho pensato a un pesce d’aprile”, ha aggiunto ai cronisti del Centro per avvalorare la sua totale sorpresa.
In realtà questa ricostruzione è smentita dall’ordinanza di 73 pagine con la quale il giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha disposto gli arresti domiciliari per 4 persone, gli ex assessori Vladimiro Placidi e Pierluigi Tancredi, la stretta collaboratrice di quest’ultimo Daniela Sibilla e l’esponente di una delle ditte coinvolte, la Mercatone Uno, Pasqualino Macera.
Gargarella nell’ordinanza ricorda che, “benché appartenente, quale capogruppo Pdl, alla minoranza”, Tancredi avesse ricevuto dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, “l’incarico per le attività di supporto e raccordo nell’ambito delle azioni tese al recupero e alla salvaguardia dei beni costituenti il patrimonio artistico”.
Sentito dagli investigatori, sottolinea il giudice, “Cialente affermava palesemente che la nomina era stata caldeggiata dal vice sindaco Riga, il quale addirittura gli predisponeva il provvedimento per la nomina, che Cialente si limitava a sottoscrivere”.
Per l’accusa, tale circostanza ha un “triplice valore”: in primis “qualifica ulteriormente il ruolo pubblico di Tancredi con riguardo agli affidamenti dei lavori”, inoltre “rivela il peso e l’influenza” dell’ex assessore di centrodestra, infine “appare illuminante che la nomina sia stata espressamente imposta da Riga”.
Ed infatti, dopo le prime dichiarazioni di totale sorpresa e smarrimento, Cialente precisa subito alla stampa ciò che sapeva perfettamente di aver già riferito ai giudici: “quando non c’era nessuno e la sede comunale era alla Guardia di Finanza e le riunioni si facevano alla scuola di San Francesco, Roberto Riga mi disse che il consigliere comunale di opposizione PierluigiTancredi era disponibile a dare una mano. Dopo una settimana Riga mi fece firmare la delega.”
Certo, essere interrogati non significa sapere esattamente i contenuti di un procedimento penale in corso e si è obbligati a mantenere il segreto d’ufficio. E siamo sicuri che Cialente non ne abbia fatto parola con il suo vice Sindaco. Forse al massimo, qualche cenno con le mani. Ma all’indomani degli arresti, fingere di non saper nulla della vicenda e del coinvolgimento del suo vice sembra piuttosto un ulteriore alibi di comodo per nascondere le proprie responsabilità politiche.