Il sito di informazione economica gestito da alcuni professori dell’Università Bocconi, tra i quali l’economista Tito Boeri, indica come si possono tagliare ancora 1 miliardo di euro di costi della politica.
“I deputati e senatori italiani guadagnano troppo. L’indennità parlamentare può essere ridotta del 30 per cento, e i parlamentari italiani continuerebbero a guadagnare ben più dei loro colleghi britannici”, si legge nell’articolo pubblicato venerdì scorso.
“La remunerazione annuale di un deputato è di 240.000 euro lordi, di cui circa 200.000 “intascabili” senza documentazione né ricevute “La remunerazione media di un consigliere regionale è di 200.000 euro lordi. La remunerazione media di un consigliere provinciale è di circa poco più di 17.000 euro lordi.
Riguardo ai consigli regionali, un’obiezione frequente è che le spese diminuiranno molto nel 2013, grazie ai risparmi decisi dal governo Monti. In realtà, i risparmi riguardano in gran parte gli emolumenti ai consiglieri, e sono minori di quanto pubblicizzato. Infatti, il governo Monti ha imposto qualcosa di simile a un tetto massimo ai compensi e rimborsi dei consiglieri, ma tutte le regioni hanno ridotto l’indennità (tassabile) e hanno aumentato il “Rimborso per esercizio mandato consiliare”, a forfait, di fatto un reddito non tassabile. Di conseguenza, in alcune regioni il reddito netto percepito da un consigliere è aumentato nel 2013!
I deputati e senatori italiani guadagnano troppo. L’indennità parlamentare può essere ridotta del 30 per cento, e i parlamentari italiani continuerebbero a guadagnare ben più dei loro colleghi britannici.”
Ecco quindi le soluzioni suggerite dagli economisti della voce.info.
Dimezzare il numero dei consiglieri regionali: 600 in tutto. Umbria: 31 consiglieri per 800.00 abitanti: 1 ogni 25.000 abitanti (compresi i bambini), in Basilicata 1 ogni 21.000 abitanti. Troppi.
Come per la Camera, ridurre l’ indennità: 200.000 euro di emolumenti medi per consigliere regionale sono troppi. La remunerazione va ridotta molto più del 10 percento prodotto dal governo Monti (che, come abbiamo visto, è stata comunque in parte aggirata).
Eliminare i contributi ai gruppi consiliari, la fonte principale di scandali e l’alimento principale dell’antipolitica. Anche se c’è in teoria un dovere di rendicontazione, non si potrà mai impedire che i contributi vengano usati per clientelismo o corruzione (organizzo un convegno apparentemente serio e chiedo alla cognata di organizzarlo o di fare il catering, oppure l’ organizzo alle Maldive per farmi le vacanze). Sono solo 100 milioni, ma sono l’alimento principale dell’ antipolitica.
“Come per Camera e Senato”,- concludono- “c’è spazio per altri risparmi nella spesa per acquisti di beni e servizi (incluse spese di rappresentanza, partecipazione a convegni, partecipazioni a improbabili iniziative internazionali sui temi più disparati, etc.) . Un risparmio medio di 1,5 milioni per consiglio regionale è perfettamente possibile.” (m.c.)