Una città violentata che rischia di violentare, la risposta deve essere politica.

Ultime vicende aquilane parlano di due ragazzi investiti, una ragazza stuprata e dilaniata, un ragazzo picchiato selvaggiamente da altri sette coetanei. Quest’ultimo fatto è avvenuto nel centro storico dell’Aquila. Luogo in cui sempre più spesso, si verificano questi episodi. Studi effettuati sulla popolazione aquilana evidenziano la presenza di un 70% di soggetti affetti da depressione silente, la quale porta con se un senso di tristezza, apatia,sofferenza. C’è negli aquilani un senso di distacco dai rapporti con gli altri che si fa sentire sempre di più.
Ma qual è oggi, il luogo più pericoloso dove trascorrere le proprie serate all’Aquila? Certamente, ma non solo, il centro storico. Un luogo che è il simbolo della rinascita o della non rinascita dell’Aquila, un luogo che da poco tempo è tornato a sentire le persone brulicare al suo interno.
La sera i giovani si riuniscono tutti nel centro storico dilaniato e stuprato. Si, stuprato. Ed é il punto che in questo articolo si vuole toccare. Sicuramente la movida aquilana ha causato molti problemi al centro storico, vedi le bottiglie di vetro che venivano scaraventate a terra e prese a calci dalle persone: ora con l’ordinanza che vieta la somministrazione in contenitori di vetro dopo le 21.30 questo problema è stato risolto. Oppure, come dimostrano le ultime vicende, lo stesso centro storico deve fare i conti con ragazzi che picchiano a volto scoperto e, vicenda che non è avvenuta nel centro storico ma importante, una ragazza stuprata e materialmente dilaniata. Queste sono cose accadute e che potrebbero riaccadere, proprio nel cuore dell’Aquila.
A facilitare un pestaggio violento e lo stupro selvaggio di una ragazza oggi sarebbe indirettamente lo stesso centro storico. Ebbene si, vittima e reo. Chiunque, in una qualsiasi serata aquilana, sarebbe in grado, ancora più se in gruppo, di trascinare una ragazza tra le vie buie che costeggiano il corso principale e farne quello che vuole. Stiamo parlando di vie che prima del sisma del 6 Aprile 2009,(il quale assieme a negligenza, imprudenza ed imperizia umana, ha fatto 309 persone morte), erano piene di un normale viavai aquilano ed attività commerciali. Queste stesse vie ora sono buie e potrebbero diventare una trappola violenta ed assassina.
Cosa si potrebbe fare quindi. Di certo il controllo sociale è fondamentale: un’occhio aperto da parte dei ragazzi è sempre utile. Ma la risposta più importante dovrebbe arrivare dalla politica: si vuole tenere aperto seriamente il centro storico dell’Aquila, quindi con tutte le misure di sicurezza utili a prevenire e fronteggiare la movida aquilana, che è fatta soprattutto da giovani che ovviamente fanno i giovani, oppure lo si vuole tenere aperto solo per non far incazzare ancora di più, quelle oltre cinquemila persone che dopo il sisma del 6 Aprile 2009, tolsero (giustamente) di peso le barriere che impedivano l’accesso al centro storico? Perché se è così, se devono continuare ad arrivare notizie di pestaggi e stupri, a causa di una paura politica, meglio che il centro storico venga chiuso.
L’Aquila fa capire come un centro storico non sia solo un insieme di mura più o meno antiche; bensì è l’insieme delle persone che lo vivono, che ci si danno appuntamento per stare insieme. Di conseguenza, se il centro storico è moribondo, lo saranno anche le persone che prima lo vivevano. Sotto questo punto di vista si capisce perché molti studi fanno notare una presenza di indifferenza, apatia e sofferenza nella popolazione aquilana. Il centro è fatto dalle persone e le persone sono fatte dal centro. Quello stesso centro su cui (come in tutta la questione nazionale L’Aquila), devono essere prese complete decisioni politiche.
Detto questo, all’Aquila la maggior parte dei ragazzi si sa divertire e sa stare insieme; così come ci sono persone che stanno facendo di tutto per far si che l’Aquila torni ad essere non com’era prima ma meglio di prima. La ricostruzione continua.
[tratto da http://polipoinvestigativo.blogspot.com]