L’Aquila, UnivAQ, presentato libro Bartolomucci e Ciranna

di Redazione | 28 Aprile 2022 @ 13:21 | EVENTI
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L’AQUILA  –   E’ stato presentato il libro “Giardini di pietre. Il Cimitero Monumentale dell’Aquila” (Textus Edizioni, L’Aquila 2021), curato dalle professoresse UnivAQ Carla Bartolomucci (docente di Restauro Architettonico) e Simonetta Ciranna (docente di Storia dell’Architettura). Il volume è l’esito di un lavoro di ricerca avviato nei laboratori progettuali di Storia dell’Architettura e di Restauro architettonico (rispettivamente al 1° e al 5° anno) nel corso di laurea magistrale in Ingegneria Edile-Architettura dell’Università degli Studi dell’Aquila, nell’ambito di un accordo di collaborazione con il Settore Ricostruzione Pubblica e Disability Manager del Comune dell’Aquila. Alla presentazione erano presenti le autrici Carla Bartolomucci e Simonetta Ciranna, il rettore dell’UnivAQ Edoardo Alesse, il direttore del DICEAA (Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile- Architettura e Ambientale) Pierluigi De Berardinis, e il vice sindaco del Comune dell’Aquila Raffaele Daniele. Il volume è stato presentato e commentato da Maurizio Caperna, professore ordinario di Restauro architettonico all’Università Sapienza di Roma. Alla presentazione scientifica del volume e dei testi in esso contenuti, con riflessioni operative sul presente e sul futuro del Cimitero Monumentale, è seguita una conclusione poetica di letture e musica in cui la voce di Sara Cecala ed il violino di Antonio Scolletta hanno rievocato la storia di alcuni celebri personaggi che riposano nel silenzio di questo Giardino di Pietre (Niccolò Persichetti, Karl Heinrich Ulrichs, Francesco Santavicca, Francesca Chiodi, Ondina Valla, le vittime del bombardamento alle Officine Carte e Valori dell’8 dicembre 1943, Pino Zac, Laudomia Bonanni). Il libro Il Cimitero Monumentale dell’Aquila è un luogo simbolico e denso di memorie che esprime materialmente – attraverso le sue architetture e i manufatti artistici in esso contenuti – la storia della città negli ultimi due secoli e allo stesso tempo ci interroga sul nostro rapporto con il tempo passato, il presente e il futuro. Esso mostra diverse peculiarità e motivi di interesse dal punto di vista sia culturale (storico, artistico, architettonico, memoriale, identitario) sia paesaggistico per il suo rapporto con la città storica e il contesto territoriale in cui essa è sorta.

Esso può essere considerato a pieno titolo un giardino storico e un elemento del paesaggio urbano. Dunque, una risorsa per la città, un luogo il cui significato va ben oltre la sua funzione pratica, la cui gestione – in una visione sia attuale che di lungo periodo – dovrebbe basarsi su una diffusa consapevolezza dei suoi molteplici valori. Attualmente il cimitero è un luogo che stenta ad essere percepito come monumentale, se a questo termine si associa l’idea di un oggetto da esibire nelle occasioni di rappresentanza o da offrire alla promozione turistica. Eppure, nonostante le criticità conservative, esso si presenta come uno speciale spazio di quiete, un giardino del silenzio dai molteplici significati; tra questi, il luogo ideale per riflettere sul senso del tempo che è irreversibile ma che, simultaneamente, distrugge e conserva. Un sito emblematico in cui i segni del tempo mostrano efficacemente il loro significato e non hanno motivo di essere considerati come qualcosa da nascondere o rimuovere, quindi per ragionare sulle modalità più appropriate per intervenire in contesti storici e monumentali. Un giardino del tempo che ci stimola a pensare sia al passato che al futuro, quindi a riflettere sul senso stesso del restauro (che non significa tornare indietro, ma guardare avanti per trasmettere qualcosa a chi verrà dopo di noi).


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