di Giorgio Alessandri, Il Tempo – Dopo oltre 1700 giorni in hotel la coppia di coniugi che vive nell’hotel Federico II dovrà fare le valigie per trasferirsi nell’alloggio popolare messo a disposizione dall’Ater. Sembra avviarsi, quindi, a conclusione la vicenda di cui questo giornale si è già ampiamente occupato nei giorni scorsi. I due anziani, come da comunicazione del 17 gennaio scorso fornita dal Comune, sono assegnatari di una casa popolare che è stato riparata dal luglio 2013. Fino ad oggi, però, i due sono rimasti nella struttura ricettiva, nonostante negli elenchi ufficiali non risultino più persone beneficiarie di assistenza alberghiera e con un costo che si aggira ai duemila euro al mese a testa. A causa delle condizioni di salute hanno richiesto che al posto della casa di cui sono assegnatari venisse individuato un altro immobile, in un palazzo munito di ascensore.
Richiesta accolta dall’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale che dopo le festività natalizie ha predisposto la determina per l’attribuzione della nuova casa mentre per le chiavi dell’altra (quella senza ascensore) saranno date ad un’altra coppia beneficiaria di alloggio popolare.
Ieri è stata notificata, alla coppia, all’hotel e per conoscenza all’Ufficio casa del Comune, la comunicazione dell’Ater con cui si invitano i coniugi a decidersi. La nota, inviata attraverso un telegramma lunedì scorso (numero protocollo 575) è a firma della dirigente dell’Ufficio legale Roberta Costarella, e non lascia alcun dubbio ad interpretazioni.
«Con questa nota – è scritto – si invita e diffida la S.V. a comunicare all’Ater dell’Aquila entro e non oltre cinque giorni dalla data di ricevimento della presente, la determinazione in merito alla scelta degli alloggi messi a disposizione dalla scrivente azienda, con seguente immediata presa possesso dello stesso e abbandono repentino dell’hotel Federico II, in cui ad oggi alloggiate indebitamente». Una comunicazione che fa il paio con quella del 17 gennaio, in cui la dirigente del settore Politiche sociali del Comune comunicava a tutti i soggetti interessati che «da riscontri effettuati presso l’Ater L’Aquila risulta che l’abitazione (quella rifiutata perché senza ascensore, ndr) è tornata agibile dal mese di luglio 2013. Di tale informativa l’Azienda ha reso noto gli interessati. Pertanto alla luce di quanto sopra i coniugi suddetti non hanno diritto all’assistenza oltre tale data». Vale solo la pena ricordare che nel maggio 2013 il direttore generale Ater, Venanzio Gizzi, comunicava al Comune che la coppia non poteva rientrare nell’alloggio “a causa di lavori nello stesso”, ma di problemi legati alla mancanza di ascensori non vi è traccia. Visto che il problema era proprio quello sarebbe bastato individuare un appartamento in un edificio che ne fosse fornito (come poi è stato fatto), per chiudere la questione.
Nei prossimi giorni, se non oggi stesso, dovranno recarsi negli uffici di via Antica Arischia per ufficializzare la decisione, firmare il contratto e prendere le chiavi della casa popolare. In caso contrario non solo perderanno ogni diritto all’abitazione, con il rischio concreto che la segnalazione arrivi all’attenzione della Procura. «In difetto – conclude la missiva dell’ufficio legale Ater – vi si riterrà decaduto dalla possibilità di assegnazione dell’alloggio e, contemporaneamente, si si rimetteranno gli atti alle Autorità competenti».