
Ne avevamo parlato ampiamente anche sulle pagine de Laquilablog.it e oggi se ne occupa anche Il Fatto Quotidiano. Il problema del precariato giornalistico legato alla formazione, ma soprattutto al volontariato del Servizio Civile, è al centro dell’articolo di Antonio Massari “Giornalisti-volontari, l’inghippo di rete LaQtv“, nel giorno in cui 14 ex dipendenti dell’emittente televisiva hanno indetto una conferenza stampa, a L’Aquila nella sede dell’Ordine dei Giornalisti. Oggetto? La denuncia della situazione lavorativa dei giornalisti, tecnici e aspiranti giornalisti alla presenza del presidente nazionale dell’Odg, Enzo Iacopino, del presidente regionale Odg, Stefano Pallotta, e del segretario prov.le Ugl, Giuliana Vespa.
Abbiamo cominciato a lavorare con LAqtv dall’inizio, dal dicembre 2011, e già da marzo eravamo impegnati per il Servizio Civile a un progetto per la Onlus Gioacchino Volpe, ‘Cittadini e innovazione’, che non ha nulla a che vedere con la tv e il giornalismo”. Questa è una storia aquilana che incrocia il giornalismo, il precariato, i fondi pubblici e il volontariato del Servizio Civile. Alcuni giornalisti che hanno lavorato per l’Aqtv denunciano al Fatto Quotidiano, infatti, di aver lavorato per la tv e di essere stati pagati con soldi pubblici: il rimborso per un anno, da 433 euro mensili, previsti dal Servizio Civile.
CHIEDONO l’anonimato ma assicurano: “Siamo disponibili a confermarlo in procura”. Oggi a l’Aquila, del loro precariato, si parlerà – dopo gli articoli-denuncia comparsi su laquilablog.it – in una conferenza stampa che vedrà presente Enzo Iacopino, presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Il Fatto Quotidiano è però in grado di rivelare che non s’è trattato soltanto di precariato. Il ruolo dei volontari del servizio Civile, in questa storia, è infatti fondamentale. “Per il progetto e l’ammissione al Servizio Civile – spiegano le nostre fonti – parlammo con Luca Bergamotto e Paola Sarra che, all’epoca, era la vice presidente dell’associazione. Non avevo in mente di diventare giornalista: l’obiettivo era soltanto il servizio civile. A ottobre Bergamotto ci parla di un progetto nel quale vuole coinvolgerci: una tv a scopo sociale, non commerciale, quindi avremmo frequentato un corso di formazione. Invece di lì a poco ci siamo trasferiti nella Casa dell’Associazionismo anche perché la sede dell’associazione s’era spostata lì. Siamo andati in video mentre era ancora in corso il servizio civile, ma ho lavorato solo come giornalista, in una tv commerciale a tutti gli effetti. Soltanto dopo abbiamo firmato dei contratti trimestrali da 500 euro mensili che, in alcuni casi, non sono neanche stati pagati regolarmente. E anche in questo momento, per quel che so, ci sono ragazzi del Servizio civile che collaborano con LAqtv”.
Ne abbiamo parlato con Luca Bergamotto, ex consigliere regionale di Forza Italia, ora direttore di LAqtv: “Falso. Dei volontari del Servizio Civile sono stati da noi, nell’associazione Gioacchino Volpe, e anche in tv, ma è stata un’occasione per selezionare qualcuno. Ad alcuni ragazzi, che ritenevamo capaci, abbiamo proposto di provare, poi sono stati contrattualizzati. Andavano in onda, ma soltanto dopo aver firmato una liberatoria, e anche ora abbiamo 7 ragazzi del servizio civile – per il progetto ‘Digiaquila’, che presuppone l’utilizzo di strumenti digitali: stanno apprendendo delle tecniche ma il progetto è fuori da LAqtv. È solo formazione”. E chi li paga? “I 7 ragazzi – continua il direttore – non hanno un stipendio, ma un rimborso di 433 euro, pagato direttamente dal Servizio Civile nazionale: né l’associazione, né l’Aqtv, vedono passare un solo euro”. L’associazione Gioacchino Volpe, della quale Bergamotto dice di essere socio, e Paola Sarra, editrice di LAqtv, è operatrice di progetto, ha preso finanziamenti pubblici per circa 100mila euro. “L’associazione – conferma Bergamotto – ha avuto un finanziamento di 70mila euro poi spesi per attrezzature, computer e telecamere, che utilizziamo come centro studi: abbiamo concesso una parte di questi immobili alla tv che ci paga l’affitto e per noi è un piccolo reddito”.
Non parliamo di fondi per l’editoria, ma di soldi arrivati, per decreto con la legge Mancia, all’associazione che doveva realizzare dei progetti. E pure Bergamotto sostiene che sia tutto regolare.