di Stefania Aquilani – “Il lavoro svolto da me e dal mio team era quello di tirar su il portale dell’Asm di modo che potesse essere aggiornato nei suoi contenuti principali e nelle sue sezioni principali o da noi, cosa avvenuta per la prima versione rilasciata e funzionante nel 2010, o da terzi, Asm volendo, ma non necessariamente”. E’ l’ingegnere Tania Di Mascio, tra le altre cose ricercatrice dell’Università dell’Aquila al dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione, a parlare del sito dell’Aquilana società Multiservizi in relazione all’articolo apparso su questo giornale lo scorso novembre.
Il sito è stato realizzato dalla Di Mascio e i suoi colleghi della Project Innovation più di tre anni fa. “Non è un sito obsoleto, lo è quando la tecnologia con cui è stato realizzato non è più in uso, è non aggiornato nei suoi contenuti”. Certo, 4 anni in ambito informatico non sono pochi ma neanche tanti come sottolinea la stessa Di Mascio che puntualizza come il loro incarico finisse “con la progettazione di un portale che rendesse Asm indipendente da continui contratti di manutenzione. Per i contenuti, il mio incarico era quello di supportare la prima definizione, non quella di mantenerli nel tempo. Il mio incarico è stato portato a termine e non ci sono stati né ritardi, né errori. Il portale alla consegna era così come era stato richiesto”.
Nessun dubbio sul lavoro eccelso della Di Mascio e del suo team. Il vero nodo della questione, spina del fianco della Asm e dei cittadini dell’Aquila, è che il sito pecca per trasparenza e diffusione delle informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni o delle società a partecipazione pubblica, secondo il decreto legislativo del 14 marzo del 2013, numero 33.
Il diritto di accesso civico dei cittadini “porta chiunque a vigilare attraverso il sito web istituzionale, non solo sul corretto adempimento formale degli obblighi di pubblicazione ma sopratutto sulle finalità e le modalità di utilizzo delle risorse pubbliche da parte delle pubbliche amministrazioni e degli altri enti destinatari delle norme”, si legge sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica. “Con l’accesso civico chiunque ha il ‘potere’ – prosegue – di controllare democraticamente la conformità dell’attività dell’amministrazione determinando anche una maggiore responsabilità di coloro che ricoprono ruoli strategici all’interno dell’amministrazione.
Il decreto legislativo numero 33 del 2013 obbliga le pubbliche amministrazioni e gli enti a predisporre sul proprio sito web una sezione “Amministrazione trasparente” nella quale pubblicare tutti i dai e le informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività e le modalità per la sua realizzazione secondo modelli standardizzati. “Le informazioni devono essere complete, di facile consultazione, comprensibili e prodotte in un formato tale da poter essere riutilizzate”.
E poi, “i dati devono essere pubblicati tempestivamente ed aggiornati periodicamente, ai sensi delle disposizioni del decreto in esame. Si richiama l’attenzione sugli obblighi di pubblicazione riguardanti i componenti degli organi di indirizzo politico. In particolare l’articolo 14 prevede la pubblicazione sul sito internet dell’atto di nomina o di proclamazione, del curriculum, dei compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica e delle informazioni patrimoniali, quali la proprietà degli immobili e di bene mobili registrati, il possesso di azioni, la dichiarazione dei redditi”.
E ancora: “Il Responsabile della trasparenza ha il compito di provvedere all’aggiornamento, entro il 31 gennaio, del Programma triennale per la Trasparenza e l’Integrità; controllare il corretto adempimento da parte dell’amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa; segnalare i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione”.
Per ciò che riguarda la riorganizzazione e la ristrutturazione del sito web della società Asm Spa la Di Mascio precisa che le fatture da noi indicate, documenti pubblici facilmente consultabili sul Bura della Regione Abruzzo, sono al lordo,”Io e il mio team ci siamo occupati di usare e sfruttare quanto più possibile il materiale dell’Asm (grafica prodotta da una terza ditta, contenuti diversi prodotti dai vari impiegati Asm, infrastrutture Hw e Sw presenti in Asm) per produrre un portale e non un sito, che avesse quindi, per sua natura, una dinamicità e nei contenuti e nel link strutturati. La soluzione di produrre un portale e non un sito era proprio stata richiesta dall’Asm per evitare di dover pagare la manutenzione e quindi, credo, ma è solo un mio personale pensiero, l’intento era quello di risparmiare sulla manutenzione. Inoltre, in situazione di emergenza post terremoto, noi ci siamo resi disponibili a supportare Asm nella manutenzione dei contenuti straordinari e del portale in forma gratuita, vista la situazione difficile che tutti abbiamo passato. Dopo il terremoto, il portale è tornato a vivere di vita propria e non ce ne siamo più occupati perché non in dovere di farlo, né incaricati di farlo”.
Ribadiamo, nessuna critica da muovere all’eccelso operato della Di Mascio e della Project Innovation chiamati in causa solo per dovere di cronaca visto che sono loro ad aver prodotto il portale dell’Aquilana società Multiservizi e sono stati sovvenzionati con fondi della Regione Abruzzo, il problema che permane è che il portale in questione sembra non seguire le direttive del decreto legislativo numero 33 del 2013 valido anche per le società a partecipazione pubblica.