Sabina Guzzanti denuncia a Servizio Pubblico il sistema di corruzione che ha bloccato e continua a bloccare la ricostruzione dell’Aquila (guarda il suo intervento):
“La protezione civile era diventata un mostro che distribuiva fondi pubblici senza alcun controllo. All’Aquila insieme a Berlusconi ha sospeso la democrazia: è stato tutto deciso per ordinanze, senza gare d’appalto, costruendo 19 immensi quartieri su zone paludose e senza servizi, una mostruosa speculazione edilizia”.
“La democrazia da noi non è mai stata sperimentata. Manca, e quindi rubano tutti. Gli sciacalli non sono né di destra né di sinistra. Nessuno ruba per finanziare una rivoluzione, sono sciacalli perché non c’è nessun sistema di controllo”.
“Il terremoto dell’Emilia è gestito nella stessa maniera dell’Aquila. Qui la corruzione era ovunque, dalle panchine ai bagni chimici, costati 34 milioni di euro, più delle tendopoli che hanno accolto sfollati per 8 mesi. C’è una squadra che ormai è per ‘Il terremoto amico, che culo il terremoto”.
Sandro Ruotolo ha intervistato l’ex assessore alle opere pubbliche dell’Aquila Ermanno Lisi, geometra, titolare di uno studio privato assieme all’architetto Pio Ciccone. In un’intercettazione telefonica con il socio emergono queste parole:
“Abbiamo avuto il culo del terremoto, se non fai soldi adesso quando li fai, io sto cercando di prendere 160 case” il bilancio fu di 309 morti, migliaia di sfollati e un centro storico distrutto.
Massimo Cialente (qui il suo intervento) si è dimesso da sindaco dell’Aquila per lo scandalo che ha travolto il suo vice, Roberto Riga, sospettato di aver ricevuto una tangente da 10 mila euro:
“Il problema che mi uccide è che l’Italia pensi che l’Aquila è la città del malaffare. Il mio vicesindaco se è colpevole e l’incontro per strada da privato cittadino lo ammazzo di botte”.