Il Ministro Fabrizio Barca, in un’intervista odierna sul Corriere.it torna a parlare de L’Aquila e della sua ricostruzione post sisma, confermando che molti interventi sono fermi.
Lei guida il dicastero della Coesione territoriale, condivide il giudizio espresso ieri dall’agenzia di rating Fitch : «Basta austerità, ora avanti con le riforme» ? Cosa c’è ora in cantiere?
«In cantiere a questo punto ci devono essere le gru. Direi».
Cioè?
«Mi spiego: se dovessimo iniziare oggi, a settembre, a fare le riforme perché abbiano effetto a dicembre, staremmo freschi. Adesso è il momento di attuare quello che abbiamo fatto dal 15 novembre. La gente ora deve vedere le gru nei cantieri, gli asili che aprono, i bandi che partono».
Quindi l’agenda della crescita non esiste?
«La nostra missione è quella di realizzare gli interventi. Non si tratta soltanto di scrivere i regolamenti ma di vigilare perché tutta la catena decisionale si attivi: dal centro alla periferia».
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Cosa le fa credere che i fondi non si disperderanno in mille rivoli come nella gestione dei terremoti?
«Be’ proprio a proposito dei terremoti, in Abruzzo abbiamo creato due uffici speciali».
A che servono?
«A gestire la ricostruzione. Il modo per sbloccare molti interventi che sono fermi non è, come dicono molti, semplificare le procedure ma individuare qualcuno le gestisca, assumendosene la responsabilità. Siamo bravissimi nelle emergenze, poi però ci perdiamo nella ricostruzione».
Come sceglierete questi manager dei terremoti?
«Con un bando pubblico: cerchiamo 300 tra ingegneri, geologi, architetti, riservando il 50% dei posti a chi abbia già maturato e dimostrato esperienza sul territorio. Poi se funzioneranno, li useremo in altre emergenze. È una novità, no?».
Lei crede che i cittadini stiano percependo queste novità?
«Stante l’enorme lavoro fatto nella prima fase, che chiamo ascendente, non era facilissimo comunicare. I cittadini ci hanno firmato un assegno. Ora, in questa fase finale del governo, discendente, diventa decisiva la comunicazione, che non è propaganda. Noi non dobbiamo convincere nessuno. Il nostro scopo è che alle imprese e alle famiglie torni la voglia di ripartire, di rischiare. Dobbiamo ricreare il clima necessario».