L’Aquila, Raffaele Daniele: “Il 2021 sarà l’anno dei cantieri della Ricostruzione pubblica”

di Alessio Ludovici | 31 Dicembre 2020 @ 06:00 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – “L’anno dei cantieri della Ricostruzione pubblica”. Questo l’auspicio del vicensindaco e assessore alla Ricostruzione dei beni culturali, Raffaele Daniele, in vista del nuovo anno. Non una mera ricostruzione, ma il tentativo di andare a ridisegnare il volto della città: “Contrastiamo l’idea del com’era e dov’era per ogni cosa. Guardiamo a una città aperta al futuro come già avviene con i trasporti, le nuove tecnologie, ecc”.
Tra beni monumentali, scuole e cimiteri sono tante le pratiche della Ricostruzione pubblica in mano al Comune, per le altre la palla è degli altri soggetti titolari, Provveditorato alle Opere pubbliche, Provincia, ecc. Vediamo la situazione.

Il centro storico: il mercato 2.0 e gli uffici comunali in centro

Qui il fiore all’occhiello sarà il restyling di Piazza Duomo, un progetto ambizioso, “l’obiettivo è una piazza europea, sì polifunzionale ma pensata per essere fruita tutto il giorno”. Non più e non solo mercato o grandi eventi insomma: “una sistemazione che la renda un polo attrattore tutto il giorno, anche con piccoli eventi”. I lavori dovrebbero andare a gara nella prima parte del nuovo anno e dureranno circa 300 giorni. “Il problema, che definiremo anche con il Tavolo delle associazioni di categoria, sarà la cantierizzazione, non possiamo chiudere la piazza per così tanto tempo, quindi stiamo elaborando le modalità e un cronoprogramma per arrecare il minor disagio possibile”.
Il mercato la mattina potrà tornare, ma sarà necessariamente diverso:

“Un mercato 2.0, per gli stalli degli ambulanti prevediamo soluzioni innovative, coerenti con la nuova piazza e diversificati in base alla categoria merceologica”.

Quello di piazza d’Armi resterà: “Lì lavoriamo a un progetto di copertura sempre nell’ottica di un utilizzo polifunzionale”. Tornando in centro a Santa Maria dei Raccomandati ci sarà un concorso di progettazione, sarà un polo culturale museale con la possibilità al piano superiore di insediare alcune attività come caffè letterari e simili.
Ci sono poi gli uffici comunali. “Su Palazzo Margherita ci sono stati diversi problemi, la Torre civica ma anche alcuni ritrovamenti negli scavi delle fondamenta per i quali si è dovuto cambiare il progetto ma credo che per l’estate saremo lì”. Di dipendenti a palazzo Margherita ce ne vanno più di 300, ma il Comune, spiega Daniele, conta di tenere Fibbioni. Più in là dovrebbero arrivare la De Amicis e via Maiella: “Avremo di fatto una sede comunale diffusa in centro”. All’ex distretto militare andranno i Carabinieri per la tutela del patrimonio.
“Entro l’anno contiamo di risolvere anche la questioni delle Ater di Porta Leoni“. Intuiamo che come sul civico 29 di Via Fontesecco la questione più spinosa, a riguardo, sono le contropartite chieste dall’Ater

La riconnessione tra la periferie ovest e il centro: tanti progetti per cambiare il volto della città

Molte erano “aree a breve” all’indomani del sisma, per un motivo o per un altro sono diventate il terreno in cui sperimentare finalmente riqualificazioni e rigenerazioni urbane. Ponte Belvedere siamo alle battute conclusive dell’iter. Alla manifestazione di interesse per i lavori del nuovo ponte hanno risposto 14 aziende, le migliori cinque saranno chiamate a una gara ristretta. Ma dalla zona si dipana un ampio puzzle di progetti.  Ci sono Fontesecco e Borgo Rivera, “una grande sfida, ricongiungere, anche con la partecipazione dei cittadini, la Rivera con il centro”. Ci sono la pedonalizzazione di Via Tancredi da Pentima e il Parco delle acque, la vecchia conceria che potrebbe diventare un ostello. E risalendo il percorso delle Mura, c’è l’autoparco comunale e c’è Porta Barete. “C’è un ricorso di uno dei partecipanti al concorso di progettazione di Porta Barete” informa Daniele, ma l’iter andrà avanti.

“Qui, anche con il recupero di Santa Croce e polo museale multimediale culturale, immaginiamo un altro grande spazio di integrazione e di ricucitura urbanistica della città.”

Più problematici i progetti di Croce Rossa e Parco Urbano di Piazza d’Armi, gli ultimi due tasselli che vanno a riconfigurare completamente questa zona della città. Su Piazza d’Armi lo scoglio sono gli innumerevoli contenziosi accumulati negli anni, e su Croce rossa “i 54 espropri previsti dal progetto iniziale”. Sembra avviarsi a soluzione invece l’altro inghippo del postsisma, il piano di recupero di Via XX settembre Via Fonte Preturo. Era finita su un binario morto la proposta di riqualificazione fatta, poco dopo il 2009, dal Comune ai proprietari che avrebbero dovuto però metterci i soldi. La pratica è di Fabrizi, ma Daniele conferma che si è trovata una soluzione. 

Scuole, cimiteri, progetti C.a.s.e.

“Su scuole e cimiteri partivamo da zero, chiuderemo con almeno 7 scuole rifatte.”

Resta da sciogliere il nodo di Colle Sapone, con il progetto di insediamento di alcuni plessi delle superiori, della Provincia, alla caserma Rossi. “I cimiteri erano un vero scandalo e stiamo intervenendo su tutti. In quello monumentale dell’Aquila abbiamo abbattuto l’ecomostro e c’è la gara per i 2mila nuovi loculi. C’è un progetto molto bello, con utilizzo particolare e suggestivo dell’elemento acqua”.
Il progetto C.a.s.e. è uno dei nodi gordiani. La strategia più che l’abbattimento è la trasformazione: “Per gli abbattimenti, e soprattutto per lo smaltimento delle macerie, non ci sono soldi. Puntiamo a un riuso. Stiamo facendo dei tentativi su quello di Bazzano, come polo fieristico, e su quello di Sassa”, dove dovrebbe andare la scuola dei Vigili del Fuoco.

Un occhio anche al futuro

Sul Prg in tutto ciò il vicesindaco preferisce glissare, ci sarà il tempo per tornarci: “Noi proviamo a fare questo, a riutilizzare gli spazi che abbiamo, a non consumare suolo, a ricucire e riconnettere le aree della città. La grande sfida per il futuro potrebbe essere, ad esempio, un’arteria verde, penso a Via Amiternum, per collegare in modo sostenibile la prima periferia con il polo universitario di Coppito”. 
“Lavoriamo sui grandi progetti e sulle piccole cose, lo vedete anche con il lavoro dei colleghi, della Mannetti ad esempio. Immaginiamo una città in cui ci siano diversi poli attrattori e il centro storico, a servizio si degli aquilani ma aperto e funzionale al turismo.”

“Bisogna cambiare mentalità, dieci anni fa nessun aquilano pensava di poter andare in bici in città. Ora bisogna fare uno sforzo per capire che la città serve a noi, come giusto che sia, ma deve essere anche a disposizione del turista, e questo vale per il centro come per il Gran Sasso”. 


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