di Matilde Albani, L’Editoriale – Nonostante le rassicurazioni ricevute dall’assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, che risalgono ad oltre due mesi fa, non c’è ancora certezza che Porta Barete possa essere riportata alla luce.
In previsione della demolizione del ponte in Via Vicentini, si sta correndo ai ripari per capire, anzi meglio farsi spiegare da un’autorità della materia come Monsignor Orlando Antonini, come assemblare un progetto che dovrà passare il varco del Consiglio Comunale.
La riunione tecnica, che doveva svolgersi in Comune, proprio per la sua estrema importanza è avvenuta all’Ospedale San Salvatore, dove Mons. Antonini è ricoverato da diversi giorni per motivi di salute, ma fortunatamente, ci appare in buona forma, nonostante l’abito da degente.
Con la sua cartellina piena di appunti, Monsignor Antonini ha lasciato la stanza numero 11 del reparto di Neurologia e ha raggiunto la delegazione comunale composta dal Sindaco Massimo Cialente, dagli assessori Alfredo Moroni e Pietro di Stefano e dal tecnico Carlo Bolino, che lo attendevano nella stanza del primario.
Insomma si va alla ricerca di una decisione, visto che i giorni passano, e nessuno ancora sa, quali scelte tecniche sono state fatte dai nostri amministratori sull’unico progetto che riqualificherebbe un pezzo antico di città.
Antonini è un grande appassionato ed esperto di architettura religiosa e in un suo volume, “L’Aquila nuova negli itinerari del Nunzio”, ha affrontato a tutto tondo il tema della ricostruzione, lanciando tra le varie proposte, proprio quella del recupero di porta Barete su via Roma.
L’Amministrazione comunale ha sempre detto di averla fatta propria, ma finora, nonostante le grandi occasioni, l’idea riamane ancora lettera morta.
Moroni, Cialente e Di Stefano in corsa contro il tempo, visto che tutta la zona via Roma- via XX settembre è un cantiere in corso d’opera, hanno chiesto “udienza” al presule e si sono presentati al “San Salvatore” con i carteggi di massima per farsi consigliare da chi certamente ne sa più di loro.
Dall’accoglienza al veleno, riservata alle nostre telecamere, e allo scarso rispetto che Cialente ogni volta manifesta nei confronti di chi non scrive solo le cose che piacciono a lui, si è distinta la compostezza del Nunzio aquilano, che da persona garbata, ha stemperato il clima da fucilazione, e ci ha spiegato la sua idea….vediamo com’è andata…
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Servizio e testo di Matilde Albani, riprese Elisabetta Di Giorgio