di Fabio Iuliano – Prima il caldo estivo, con la fatica a lavorare sotto il sole di luglio. Poi il gelo e il maltempo con le nuvole che scoraggiano i clienti, oltre a coprire la skyline della conca aquilana. Mesi difficili per gli 80 ambulanti che hanno scelto di ricollocarsi a piazza d’Armi (o sono stati “caldamente” invitati a farlo). Un “market place” allestito nell’immediata periferia, in uno spazio che ricalca l’area di piazza Duomo, anche se al posto delle mattonelle antiche c’è un manto che sarebbe più adatto a una pista di pattinaggio a rotelle su strada. L’entusiasmo del momento aveva attirato molti clienti a ridosso del taglio del nastro, il 13 giugno scorso.
VIABILITA’. Ma, già dal mese di luglio gli affari sono andati progressivamente peggiorando, in un’area poco servita fino a quando non si risolve il nodo della viabilità attorno all’anello di piazza d’Armi. I lavori per la realizzazione della rotatoria di Santanza, propedeutici al ripristino del doppio senso di marcia su viale Corrado IV, via Beato Cesidio e via Ugo Piccinini procedono, ma a rilento. «Il primo lotto», spiegano alcuni ambulanti, «che comprende l’area di Santanza doveva essere pronto a fine gennaio, ma adesso slitta a maggio. Pensiamo che l’anello venga completato non prima di due anni. E intanto noi che facciamo?».
GLI AFFARI. Già perché c’è da fare i conti con la crisi e con la concorrenza della maxi distribuzione. I banchi presenti a piazza d’Armi coprono tutte le tabelle merceologiche. Ma la varietà dei prodotti offerti, abbigliamento, calzature, casalinghi, frutta e verdura, da sola non basta. «In questa zona non ci sono banche, sportelli postali o altri servizi e chi viene da viale Corrado IV non è incentivato a lasciare la macchina e venire a comprare da noi», rincarano la dose da dietro il bancone. Mesi fa, attraverso la Fiva Confcommercio, è stato chiesto il potenziamento dei servizi bus, oltre a navette di collegamento con il progetto Case. Si era parlato anche della possibilità di dare in gestione il servizio bar, all’interno dell’area. Ultima istanza, la copertura del piazzale, per dare una prima risposta contro i capricci del meteo. Le idee sono tante, ma c’è da fare in fretta.