“Gli abitanti del progetto case di Assergi hanno presentato un ricorso al Tar contro il Comune dell’Aquila e la Manutencoop (società di manutenzione) per la mancata risposta alla richiesta di accesso agli atti sui pannelli solari applicati sulle piastre”. La notizia, riportata oggi sul Messaggero, parla degli inquilini che contestano il pagamento del gas, richiesto dal Comune, troppo alto a causa della mancata attivazione dei pannelli solari.
“I condòmini di quattro piastre di Assergi, all’arrivo della richiesta di rimborso dei consumi del gas, hanno rilevato che l’incidenza del costo del metano utilizzato per riscaldare l’acqua sanitaria (il sistema di acqua calda per lavare mani e fare bagno e doccia) si aggirava intono al 40 per cento del totale della bolletta. «L’acqua sanitaria, però, secondo il capitolato di gara sarebbe dovuta essere stata riscaldata con l’energia prodotta dai pannelli solari e non dal metano», si legge nel ricorso. «Questi impianti avrebbero fornito un fabbisogno di energia pari almeno al 50 per cento di quella necessaria alla produzione dell’acqua calda. La presenza di pannelli avrebbe, dunque, dovuto comportare un risparmio di denaro pari alla metà della spesa sopportata per la produzione di acqua calda sanitaria».
Un progetto di tutto rispetto, se non fosse che i pannelli solari non sono mai entrati in funzione. Nonostante le ripetute segnalazioni e interrogazioni degli inquilini, il Comune non ha chiarito le ragioni della mancata attivazione dei pannelli. Inoltre, quando il Comune ha chiesto il rimborso dei costi sopportati per le forniture del gas, il calcolo del riscaldamento dell’acqua sanitaria è stato arrotondato al 5 per cento del costo totale, «una misura una misura indifferenziata di un importo forfettario, che non utilizza i sistemi di contabilizzazione del calore presenti negli appartamenti». «La quota del 5 per cento di metano presa a base del calcolo del riscaldamento dell’acqua sanitaria risulta lontana dal 40 per cento dell’incidenza sui costi totali».
I condomini nel tentativo di dimostrare l’inadempienza del Comune, lo scorso 26 novembre, hanno chiesto l’accesso agli atti del collaudo dei pannelli solari, del contratto stipulato con il fornitore di energia per la produzione di acqua calda e le relative fatture. Il Comune, passati i trenta giorni, non ha fornito alcuna risposta. Gli inquilini ritenendo di non dover pagare il rimborso delle utenze senza tener conto dell’effettivo consumo, nè dell’inattività dei pannelli solari, sono ricorsi al Tar per ottenere l’esibizione dei documenti richiesti che proverebbero le loro ragioni”.