di Pina Lauria – In relazione alle bollette utenze che stanno pervenendo in questi giorni, rappresento la mia situazione per dimostrare la totale incongruità degli importi richiesti.
Dopo la disaggregazione del mio nucleo da quello dei miei genitori, sono assegnataria, dall’aprile del 2012, di un monolocale di 36 metri quadri.
Al momento del mio ingresso, i responsabili comunali, con i quali ho sottoscritto il contratto di comodato d’uso gratuito, hanno indicato nelle stesso le letture dei contatori del gas uso cottura cibi, dell’acqua calda e fredda e dell’energia elettrica, così come risultanti (in precedenza, l’alloggio era stato occupato da altro assegnatario)
Ho sottoscritto con Enel Energia e con il gestore dell’acqua i contratti intestati a mio nome.
Sono pervenute le fatture sotto specificate, che riportano gli esatti consumi relativi ai bimestri nelle stesse indicati.
Per Enel energia
fattura relativa alla sottoscrizione del contratto di euro 30,22;
fattura del 21 luglio 2012 di euro 70,34;
fattura del 21 settembre 2012; importo zero per conguaglio sulla fattura precedente;
fattura del 21 novembre 2012 di euro 16,56.
Per il gas domestico uso cucina:
fattura dell’11 agosto per il periodo aprile/luglio di euro 87,81
fattura novembre 2012 a costo zero in quanto sono stati conguagliati 47 euro su fattura precedente
Per il gestore acqua GSA Gran Sasso Acqua
Arriverà, mi è stato comunicato qualche giorno fa dalla stessa società, la fattura di circa 50 euro e in aggiunta 30 euro per sottoscrizione contratto.
Un totale di euro 200,00, escluse le spese per i contratti, corrispondenti ai reali consumi, per le utenze a me intestate, tutte con la tariffa agevolata prevista per i residenti nel cratere: quindi, non solo una tariffa inferiore, ma anche la possibilità di rateizzare in 24 rate (così come è riportato nelle fatture).
Il Comune mi ha richiesto un pagamento di euro 423 euro: è possibile che io, per lo stesso periodo, abbia consumato per utenze centralizzate, per un monolocale di 36 metri quadri, il doppio che per tutte le utenze a me intestate? E a cosa si riferisce l’importo richiesto? Nel periodo relativo alla mia situazione, aprile 2012/novembre 2012, il riscaldamento centralizzato è stato acceso fino al 15 maggio e poi dal 15 ottobre: due mesi di riscaldamento costano oltre 400 euro? Nell’importo vi è ricompresa anche l’acqua condominiale? E quale acqua? Quella per l’irrigazione? Ma se questa estate le telefonate alla Manutencoop sono state numerose perché le aree verdi nella parte dove abito erano secche e dell’acqua nemmeno l’ombra! Ed anche fosse? Euro 400 per l’acqua condominiale, non meglio precisata?
E, chiedo ancora: il Comune ha usufruito della tariffa agevolata? Forse no. E perché solo 18 rate e non 24? Se è il cittadino a dovere pagare, forse a queste domande il Comune doveva trovare una risposta insieme ai gestori.
Al punto in cui siamo, poiché sia il Sig. Sindaco, sia l’assessore Moroni hanno dichiarato che ad aprile/maggio si avranno le letture esatte dei consumi, che venga tutto bloccato: in fondo, se i gestori hanno aspettato 31 mesi, l’Amministrazione può chiedere di avere la pazienza di attendere ancora altri tre/quattro mesi!
Abbandonando il tono ironico, sono convinta che ad aprile/maggio nulla accadrà e che tali richieste di pagamento fanno il paio con l’affaire delle bollette TARSU: entrambe rivelano la totale inefficienza di gestione da parte di amministratori e Dirigenti.
Concludo con una riflessione, appena “abbozzata”: se questo patrimonio, costruito con i Fondi Europei; con i fondi della solidarietà degli italiani, e non solo, e con una parte delle risorse dello Stato, ha una valenza sociale, richiamata a gran voce nella delibera di Consiglio n. 172 del 29 dicembre 2011, con la quale si statuisce che, terminata l’emergenza abitativa, tale patrimonio verrà destinato alle politiche sociali del Comune di L’Aquila; alle persone anziane ultrasessantacinquenni; alle giovani coppie, agli studenti universitari, alle famiglie dei lavoratori impegnati nella ricostruzione; ai giovani ricercatori ed artisti, ritengo che tale valore sociale, aggiuntivo a quello emergenziale, non possa ricadere sulle spalle degli assegnatari terremotati relativamente alla gestione condominiale, che comprende non solo le utenze centralizzate ma anche le aree verdi e tutti gli spazi; l’illuminazione dei lampioni oltre all’intera manutenzione ordinaria. Il valore sociale aggiuntivo è di competenza del Comune e non può essere prodotto soltanto da una parte dei cittadini, per tutti i cittadini del Comune e di altri Comuni!
In caso contrario, e anticipo che questa è una provocazione, il Comune trasformi i contratti in contratti di locazione veri, e non mascherati sotto la dicitura dei comodati d’uso gratuito, si comporti, come di fatto sta facendo, come un privato proprietario, chieda i pagamenti come da regolamenti di condominio previsti nel codice civile, faccia decidere anche ai condòmini i lavori da fare, le ditte da invitare, dietro presentazione dei preventivi, e l’uso degli spazi comuni. Fatto questo, io sarò finalmente in affitto ed avrò il diritto a percepire l’autonoma sistemazi
ne!