di Marianna Gianforte – Una giornata dedicata allo Sport e alla prevenzione dei tumori della pelle, una patologia verso la quale l’attenzione della comunità e dei media stenta ancora a decollare. L’iniziativa, promossa dall’Accademia dermatologica romana e dalla Asl di Avezzano-L’Aquila-Sulmona e organizzato dalla Real sport events, si terrà sabato 25 maggio al San Donato Golf di Santi di Preturo a partire dalle 9. Sei team di medici provenienti dalle Asl della provincia dell’Aquila, dal Policlinico universitario “Gemelli”, dall’Università di Tor Vergata e dagli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo) di Roma, offriranno a tutti coloro che lo vorranno uno screening gratuito per i tumori della pelle A coordinarli ci sarà la professoressa Ketty Peris, ordinario di dermatologia dell’Università dell’Aquila. L’evento parte in concomitanza con “l’Euromelanoma Day 2013” per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione e portare all’attenzione delle istituzioni nazionali e locali il problema dei tumori della pelle. A spiegare gli obiettivi dell’iniziativa e i pericoli dei tumori della pelle che possono derivare, ad esempio, da una scorretta esposizione ai raggi del sole, è la professoressa Peris.
Il 25 maggio si terrà la prima edizione di “Golf&friends 2013”: di cosa si tratta? «Si tratta di una giornata per promuovere lo sport e la salute, in questa occasione intesa come prevenzione dei tumori della pelle. I dermatologici che partecipano all’iniziativa offriranno a tutti coloro che lo vorranno uno screening gratuito per la prevenzione del melanoma della pelle».
Quanto sono diffusi i tumori della pelle? «Premesso che tutti i tumori della pelle stanno aumentando d’incidenza in tutto il mondo, dobbiamo precisare che ne esistono due grandi categorie: il melanoma e i tumori non-melanoma. Il melanoma, che è il tumore della pelle meno frequente ma più aggressivo, colpisce prevalentemente i soggetti tra i 40 e i 60 anni. In Italia si registrano circa 14 nuovi casi di melanoma all’anno ogni 100mila uomini e oltre 13 casi ogni 100mila donne (rapporto Airtum 2009, Registro Italiano Tumori). I tumori cutanei non melanoma sono meno pericolosi del melanoma ma estremamente più frequenti. Studi recenti condotti negli Stati Uniti studi parlano di oltre 3.5 milioni di casi diagnosticati annualmente».
Che incidenza ha sul Ssn la diffusione dei tumori della pelle? «Non ci sono dati sui costi in Italia relativi alla diagnosi e alla terapia dei tumori della pelle; sarebbe importantissimo avere qualche dato basato su studi mirati proprio su questi aspetti socio-economici. Negli Usa il dato del 2004 metteva in evidenza una spesa annua di 219 milioni di dollari per il melanoma e di 1.5 bilioni di dollari per i tumori cutanei non-melanoma».
Quanto costa a un paziente la lotta contro un tumore della pelle? «Se parliamo di melanoma la lotta costa tantissimo in termini di impatto psicologico, rapporti familiari e sociali personali e qualità della vita. Anche nei pazienti che hanno avuto una diagnosi precoce è difficile psicologicamente far fronte alla stadiazione annuale, alle visite periodiche di controllo e ad accettare l’idea di un tumore così pericoloso che nasce dalla pelle. In genere si è portati a pensare che i tumori pericolosi sono quelli degli organi interni ossia del polmone, del colon ma non della pelle. La situazione è diversa per i tumori non-melanoma in quanto metastatizzano piuttosto raramente».
Perché è importante la prevenzione? «Perché è la vera e più potente arma che abbiamo per sconfiggere i tumori, compresi quelli della pelle. Infatti se la diagnosi di melanoma viene fatta molto precocemente, la sola asportazione chirurgica è risolutiva ed è l’unica terapia che viene effettuata».
Da che parte si deve cominciare? «Da parte di tutti: adulti in prima istanza e bambini ed adolescenti in seconda battuti, che devono essere ben istruiti dagli adulti e dal personale medico competente. E nel caso in cui si scoprissero sul corpo macchie che prima non c’erano, bisogna rivolgersi al dermatologo e assicurarsi che ci osservi non solo con l’esame clinico, quindi a occhio nudo, ma che usi anche uno strumento, grande o piccolo che sia, che si chiama dermatoscopio e che serve a fare la diagnosi».
Per quanto riguarda i bambini, è vero che la prevenzione incomincia proprio da piccoli? «È così. Infatti, le scottature solari in infanzia e adolescenza sono un fattore di rischio per lo sviluppo di tumori della pelle in età adulta. Quindi è fondamentale esporsi al sole proteggendosi bene in modo da non ustionarsi. Quindi per i bambini è indispensabile prendere tutte le precauzioni possibili, utilizzare gli schermi solari ad alta protezione (30-50 Spf), ma anche ricordarsi di applicare la protezione in quantità adeguata, e di applicarla di nuovo dopo il bagno o comunque ogni due ore circa. Molto importante è anche far indossare ai bambini la maglietta e il cappello che possono permettere di giocare in riva la mare o sulla spiaggia senza ustionarsi».
Che cos’è la mappatura dei nevi? «La mappa dei nevi (“mole mapping”) è un termine al quale si fa riferimento per definire un controllo dei nevi in soggetti ad alto rischio di sviluppare il melanoma, quindi soggetti che hanno avuto un melanoma familiare o personale o che hanno tanti nevi. Vengono visitati una volta ogni 3-6 mesi nell’arco dell’anno, spesso utilizzando strumentazioni digitali che permettono di archiviare le immagini dei nevi, in modo da confrontarle nelle successive visite di controllo. Nei soggetti che non hanno, invece, un alto rischio di melanoma, il dermatologo effettua l’archiviazione digitale di una lesione sospetta che deve essere controllata a distanza di pochi mesi, oppure di un nevo che deve essere asportato chirurgicamente. Se il paziente non ha nessun nevo atipico, si archiviano 1-2 immagini che rappresentano il tipo di nevi più frequenti che quel soggetto ha nel suo corpo, quindi serve solo ad avere una traccia della visita. Spesso purtroppo il termine mappa dei nevi viene usato impropriamente e i pazienti chiedono o si aspettano che vengano archiviati tutti i nevi anche se questo non ha nessun senso in quel paziente. Questo è un aspetto, ad esempio, che noi quasi sempre discutiamo e cerchiamo di chiarire con i pazienti proprio per non creare false delusioni o aspettative».