di Samanta Di Persio – A L’Aquila seppur in maniera lenta si sta ricostruendo. Il settore edilizio è sicuramente uno di quelli più colpiti dalla crisi e riuscire a vincere un appalto diventa una rarità. Certo, chi visita la città rimane perplesso sull’irrisorio numero di interventi e quei pochi vengono portati avanti senza il rispetto di regole basilari. Nessuno vigila sul rispetto delle norme sulla sicurezza, nemmeno a fronte di incidenti mortali già avvenuti per ristrutturare abitazioni danneggiate dal sisma. Il primo maggio un operaio di 51 anni, Vasil Copil, è caduto da un ponteggio ed è morto.
Dalle foto si vedono operai a venti/trenta metri di altezza senza casco ed imbragatura, dispositivi obbligatori per legge. Bisogna riportate la pagnotta a casa, bisogna sbrigarsi, ma a che prezzo? A quanto pare non importa a nessuno se il rischio è proprio la vita. Questa è la dimostrazione che la campagna offensiva) del Governo “la sicurezza la pretende chi si vuol bene” è un fallimento (come tutto il resto). Molti ministri continuano a venire in visita a L’Aquila, non si chiedono come sta procedendo la ricostruzione? Chi amministra la città non vede queste evidenti irregolarità? A questo punto sorge il dubbio anche sull’esecuzione dei lavori. Se si risparmia sulla sicurezza (le imbragature non risultano appese da qualche parte) si può risparmiare anche sul resto, abbiamo già visto che le abitazioni costruite/ristrutturate male sono crollate ed hanno provocato morti. Chiudiamo gli occhi e poi ci meravigliamo se accadono le tragedie? La sicurezza dovrebbe essere un valore . Era noto a tutti che prima o poi sarebbero cominciati i lavori per la ricostruzione, ma non sono aumentati i preposti ai controlli, non sono stati organizzati corsi sulla prevenzione degli infortuni. La scarsa propensione alla prevenzione porta conseguenze disastrose. Tutto quello che pensiamo di aver risparmiato, lo paghiamo dopo. Gli infortuni sul lavoro hanno un costo pari al 3 per cento del Pil, quindi significa che ricade su tutti noi. L’amministrazione comunale, i sindacati, le associazioni di categoria dovrebbero mettere al primo posto la prevenzione e la sicurezza sul lavoro perchè ogni essere umano ha diritto a tornare sano e salvo a casa.