L’Aquila, la rimozione dg Asl Testa scuote la politica
di Redazione | 22 Giugno 2021 @ 13:26 | POLITICA
L’AQUILA Si susseguono i commenti sulla rimozione del manager della Asl numero 1 Roberto Testa.
L’onorevole della Lega Luigi D’Eramo
L’AQUILA – «Finalmente per l’Asl dell’Aquila si apre una nuova fase: quella del fare, della riprogrammazione, del potenziamento, in ossequio al riordino della rete ospedaliera nella fase di superamento dell’emergenza Covid. Tutti aspetti che sono stati drammaticamente tralasciati nel corso della gestione del manager Roberto Testa». Lo dice il coordinatore regionale della Lega, Luigi D’Eramo. «Ferdinando Romano, il nuovo manager – aggiunge D’Eramo – è un professionista di livello assoluto, uno dei migliori in Italia e siamo convinti che riuscirà a imprimere quella svolta che da tempo reclamiamo affinché la sanità aquilana possa tornare a competere con quella della costa, lasciandosi alle spalle disservizi, polemiche e tensioni. La grande competenza di Romano ci aiuterà a chiudere questa pagina buia e ad aprire un nuovo capitolo. La Lega – conclude D’Eramo – per quanto possibile, sarà accanto al nuovo direttore generale a difesa della qualità della sanità territoriale e soprattutto nell’ottica dell’atteso potenziamento dei servizi, del personale e delle strutture. La provincia dell’Aquila sarà nuovamente protagonista e i cittadini avranno finalmente ospedali più vicini ed efficienti».
Paolo Romano – capogruppo Italia Viva
Nella danza delle vendette è più facile subire che condurre il gioco. Questo accadrà a Lega e Fratelli d’Italia coalizzati pro tempore non per il governo della vita pubblica, ma solo per la rimozione del manager Testa, espressione di Fratelli d’Italia, caduto poi in disgrazia come sembra succedere a quelli che hanno scarsa inclinazione a eseguire gli ordini calati dall’alto; questo accadrà anche nella Asl dell’Aquila che a pandemia ancora in atto e con la campagna vaccinale da completare, vedrà i vertici più impegnati nella redazione delle liste di proscrizione tra le fila dei sanitari vicini all’ex manager che a fronteggiare coscienziosamente la mole di problematiche che assillano i cittadini.
Testa cade ufficialmente per una gestione ritenuta insufficiente durante il Covid; al suo posto ci sarà Ferdinando Romano, già costretto alle dimissioni dal ruolo di direttore sanitario dell’Umberto I di Roma per la mancata applicazione dei protocolli anti Covid: una situazione imbarazzante che ben spiega però quanto siano più prepotenti le logiche spartitorie anche quando confrontate alla gestione della salute pubblica. Personalmente ho avuto modo di interloquire con Testa quando si rese necessario per la riattivazione del macchinario della Moc che risultava non funzionante da mesi costringendo gli aquilani a diversi recare a Tagliacozzo o Pescina per un esame diagnostico salvavita. In quell’occasione la politica intervenne esclusivamente per uno specifico disservizio, monitorando e controllando fino alla soluzione del problema.
Questo cambio al vertice Asl invece disegna nettamente la responsabilità in capo a Lega e Fratelli d’Italia che oggi più di ieri si intestano il passato ma anche il futuro della Asl1.
In tutto questo il sindaco dell’Aquila, massima autorità sanitaria della città e presidente del comitato ristretto dei sindaci, risulta silente e addirittura fuori città per qualche giorno.
Vincono dunque, ma solo per ora, le logiche vendicative di una politica incapace di ergersi alla categoria dei buoni amministratori, più legata a propri interessi e alla comunicazione spicciola che all’approfondimento delle criticità della salute pubblica. Sullo sfondo aleggia il più che probabile risarcimento all’ex manager Testa che verrà pagato dai cittadini abruzzesi, mentre gli aquilani pagheranno anche in termini di erogazione dei servizi.
Tiziano Genovesi, Lega
L’AQUILA – “Si apre una nuova e florida fase per la sanità della provincia dell’Aquila. Finalmente la barca del ‘marinaio’ Testa è affondata e da oggi avrà un nuovo timoniere”.
Così il coordinatore della Lega della provincia dell’Aquila, Tiziano Genovesi, commenta la revoca del contratto da parte della Regione Abruzzo al manager della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Roberto Testa.
La decisione è stata ufficializzata, ieri sera, nel corso della riunione della Giunta regionale a L’Aquila.
“La rimozione del direttore generale non può che considerarsi una normale conseguenza della vergognosa gestione dell’Azienda sanitaria in un periodo di pandemia. Nei mesi scorsi abbiamo denunciato più volte l’inadeguatezza di Testa per il ruolo che era stato chiamato a ricoprire – aggiunge – Ha disatteso tutti gli obiettivi minimi fissati e non è stato all’altezza di gestire la situazione sanitaria legata al Covid-19”.
Il coordinatore del Carroccio aveva chiesto più volte le dimissioni del manager, giudicato “incapace soprattutto nella gestione della Sanità marsicana, martoriata nel periodo di massima emergenza” e in diverse occasioni ha puntato il dito contro “un atteggiamento remissivo del sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio”.
“Il primo cittadino, dopo aver recitato la parte del paladino marsicano, ha scelto di restare in un religioso silenzio, senza prendere una posizione sulla gestione del manager della Asl1- prosegue – Sicuramente sceglierà di seguire la stessa strada anche ora: e mentre il sindaco è rimasto alla finestra a guardare passivamente il susseguirsi degli eventi, noi la nostra battaglia a favore del territorio e dei presidi l’abbiamo portata avanti e vinta, ridando una speranza alla Sanità”.
Genovesi augura infine buon lavoro al nuovo direttore generale Ferdinando Romano, ex docente all’Università “D’Annunzio” Chieti-Pescara ed ex direttore dell’Agenzia sanitaria regionale.
Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale Pd
Avevamo denunciato da subito l’incapacità e l’inadeguatezza del Direttore Generale della ASL1 Roberto Testa.
La sua nomina era frutto di una decisione politica a tavolino, estranea alle conoscenze e alle professionalità del territorio, destinata soltanto a subire in silenzio le decisioni regionali, a costo di sacrificare l’efficienza della sanità pubblica aquilana, di umiliare le competenze professionali del personale e di umiliare i diritti di cittadini e pazienti.
Siamo stati, purtroppo, facili profeti.
Il Covid ha amplificato le difficoltà di una cattiva gestione e ha dimostrato la sudditanza a un potere politico che ha sbilanciato gli equilibri sanitari abruzzesi spostando su Pescara la gran parte delle strutture, dei servizi, del personale e delle risorse per mano dell’assessore alla Sanità sulla quale incombono tutte le responsabilità della gestione pandemica.
Oggi si compie la fine di una esperienza destinata sin dal primo giorno al fallimento.
Ma la cosa grave, anzi imperdonabile, è che gli errori commessi non si potranno ripagare, le inadempienze e i ritardi non saranno colmati, le colpevoli mancanze continueranno a scaricarsi sui cittadini dell’Aquila, della Marsica e della Valle Peligna.
Nessuno pagherà il prezzo degli errori commessi, già lo hanno fatto, e a caro prezzo, i cittadini e gli utenti della provincia dell’Aquila.
Anzi c’è pure il rischio che Testa possa chiedere un risarcimento danni o, comunque, uscire da questa sua pessima gestione con cospicui indennizzi.
La responsabilità politica di questo pantano è della Giunta Marsilio e ancora di più degli assessori aquilani, capaci di farsi i selfie in piena pandemia e poi di nascondersi come gli indiani per non dover incidere sui processi decisionali che riguardano la provincia dell’Aquila, preferendo rimanere silenti e inermi di fronte alle scelte inique che sono state prodotte da questa Giunta.
Vergogna.
Al nuovo Direttore Ferdinando Romano, anch’egli frutto di una accurata selezione correntizia tra le file della Lega, il compito improbabile non di raddrizzare una barca che sta affondando, ma di fare meno danni possibili. Al personale amministrativo e sanitario, sia di ruolo che a tempo determinato, va invece tutta la mia solidarietà per questo avvicendamento composto in maniera così bizzarra e avvenuto dopo quello dei quattro direttori sanitari.
Per fortuna fra tre anni o probabilmente meno, questa sciagurata avventura targata Marsilio finirà nel dimenticatoio. Ma i danni fatti alla sanità pubblica regionale, purtroppo, resteranno sulle nostre spalle.
Il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci
PESCARA – “La revoca del manager della Asl dell’Aquila attesta il fallimento di Marsilio sulla programmazione della sanità abruzzese, che dopo due anni e mezzo di governo del centrodestra è ferma, ha tutti gli atti scaduti e datati 31 dicembre 2018, ha già prodotto disavanzi di milioni di euro a causa della mancanza di governance e di verifiche da parte dell’esecutivo”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci.
“I nodi vengono al pettine quando non si governa – riprende Paolucci – ed è questo ciò che è accaduto da quando il centrodestra è alla guida della Regione. Il caos aquilano sia l’occasione per fare una verifica approfondita sulla gestione di tutte le Asl, non esclusa quella di Pescara, su cui nessun controllo è stato avviato, nonostante le vicende giudiziarie lo richiedessero. Non si comprende infatti perché la Regione, che ha lasciato senza alcuna programmazione le Asl, gli atti sono infatti tutti scaduti al 31 dicembre 2018, non porti avanti una verifica sulla gestione della pandemia e della sanità, a partire dalle mancanze della pianificazione di tutte le aziende sanitarie. Da tempo il centrosinistra è mobilitato sull’argomento e lo chiede, perché l’assenza di provvedimenti e di investimenti sta generando solo stasi e disavanzo, nonostante le risorse ci siano perché arrivano dal lavoro del centrosinistra, ma restano in cassa, perché la Regione ha una programmazione che prima di nascere è già scaduta. Senza un indirizzo chiaro ed efficiente che fino ad oggi non abbiamo ancora visto, avremo solo problemi, che si aggiungeranno ai debiti già considerevoli che l’assenza di una gestione efficiente da parte delle Asl sta generando di mese in mese disavanzi di oltre 80 milioni per il 2020 e che viaggia ben oltre 100 nel 2021. Costi che, ancora una volta, sarà la comunità abruzzese a pagare, dopo i sacrifici fatti per uscire dal commissariamento in cui rischia di risprofondare se la Regione mantiene una posizione distratta dal valzer delle poltrone di cui la revoca di Testa e l’avvicendamento dell’ex direttore sanitario del Policlinico Umberto Primo sembra essere l’ennesimo giro. Ora più che mai servono invece nomi in grado di dare risposte alle tante difficoltà che la nostra sanità vive e servono scelte che in questi due anni e mezzo non abbiamo ancora visto andare in onda, a causa anche dei periodici regolamenti di conti in seno alla maggioranza che ben poco hanno a che fare con il diritto alla salute degli abruzzesi”.
ll Consigliere regionale Di Benedetto interviene sulla revoca del manager A.S.L. n.1 Testa
“La revoca del manager della A.S.L. n.1 L’Aquila-Avezzano–Sulmona è la piena conferma che il vero problema della Sanità abruzzese in tempi di pandemia non è ( soltanto) l’operato di Testa – e se così fosse è davvero stridente che la stessa persona designata a suo tempo come eccellente e di alto profilo sia stata poi puntualmente attaccata e messa definitivamente all’angolo da chi lo ha scelto – bensì le dinamiche politiche del (non)governo regionale indirizzate ormai solo a salvaguardare i sottili equilibri di potere tra le forze interne alla coalizione di centro-destra.
Così il Consigliere regionale Americo Di Benedetto sulla revoca del manager A.S.L. Testa.
E’ sotto gli occhi di tutti, infatti, come questa scelta sia l’ennesimo improvvido tentativo di nascondere le proprie incapacità gestionali sul’emergenza sanitaria in atto, cercando di scaricarle pretestuosamente sui propri vertici Asl dopo due anni e più di colpevole latitanza.
Si pensi solo ad una circostanza: in occasione del Consiglio comunale straordinario all’Aquila dello scorso 4 novembre 2020 – convocato su mia iniziativa vista le criticità legate all’esplosione dei contagi – il manager Testa illustrò un Documento strategico di riprogrammazione, datato 8 maggio 2020, sul quale la Regione era stata chiamata ad esprimersi, ma che in realtà la stessa si è ben guardata dal perseguirlo, ma anche dal sollevare eccezioni e /o contestazioni.
E a come, poi, sia cambiato l’atteggiamento negli ultimi mesi in cui lo stesso Testa è stato più volte criticato e tacciato di indisciplina e incapacità, quasi di irriverenza, come in occasione del Consiglio comunale del 19 febbraio 2021 a margine del quale gli sono state fatte pagare a caro prezzo le discrezionali nomine apicali in seno alla A.S.L n.1, non per ultima quella del Direttore Sanitario Alfonso Mascitelli, persona di indiscusse qualità ma, forse, poco assonante al “metodo di scelta”.
Oggi, dopo un lungo periodo “sotto sfratto” segnato da diverse e mirate contestazioni sul suo operato, il Manager Testa viene rimosso anzitempo dal suo incarico, peraltro con un provvedimento che, manifestando ipotesi di illlegittimità per mancanza di valide motivazioni, potrebbe essere impugnato in sede giudiziaria, con il rischio di esborso di ingenti somme a carico delle casse regionali in caso di soccombenza da parte dell’Ente.
Scientemente non si è voluta attendere la verifica di metà mandato dei Manager delle A.S.L. abruzzesi che avrebbe messo il Governatore nella scomoda posizione di porre sullo stesso piano di giudizio tutti i nominati piuttosto che sostituire ora il solo Testa e difendere indirettamente l’operato dei rimanenti, sebbene anche loro nelle sue stesse condizioni rispetto agli adempimenti Covid.
Nell’incauta decisione della Giunta Marsilio pesa, poi, il non aver coinvolto il Comitato ristretto dei Sindaci del territorio provinciale, dal cui parere si può prescindere solo in casi di particolare gravità e urgenza, evidentemente non motivati né ravvisabili nel caso specifico (è trascorso abbondantemente un mese fra le controdeduzioni del Manager e il provvedimento di revoca dello stesso, tempo congruo per rendere edotti i rappresentanti del territorio provinciale che sovraintendono al buon andamento della Sanità dell’importante azione revocatoria che si aveva intenzione di porre in essere), ciò quindi in palese violazione dell’art. 2, comma 5, del D.L. n. 171/2016 in materia di Dirigenza sanitaria.
Che senso ha rimuovere un manager in un momento di piena pandemia, peraltro con il rischio di retribuirlo fino alla fine del mandato previsto per il 2023, con il risultato di avere l’intera struttura della Asl n.1 sotto tensione e una spesa aggiuntiva sulle spalle dei contribuenti abruzzesi?
Ha senso farlo nel momento in cui la Provincia dell’Aquila, ad oggi, risulta essere quella più avanti nell’attuazione della campagna vaccinale anti-covid ed i risultati conseguiti nella gestione della pandemia e l’efficacia delle misure adottate assolutamente confortanti su scala regionale e nazionale?
Va da sé come la defenestrazione di Testa sia la certificazione di quanto a questa maggioranza di centro-destra interessino poco le necessità delle persone e la qualità della sanità , presa com’è dal preservare l’equilibrio politico delle forze interne alla propria coalizione, con i cittadini spettatori sfiduciati e impotenti dinanzi a queste continue “prove di forza”.
L’ingerenza della politica proprio non fa bene alla sanità: se avessimo avuto bisogno di prove in tal senso, potremmo dire che la Giunta Marsilio anche in questa occasione ce le ha ampiamente fornite”.