di Pina Lauria – Da diversi giorni è ricorrente una domanda, in particolare sugli organi di stampa: a proposito di progetto c.a.s.e, chi paga ora le bollette accumulate per tre anni?
Sul punto, poiché sono assegnataria di un alloggio del progetto c.a.s.e., ritengo doveroso fare alcune precisazioni, anche per sfatare la leggenda metropolitana che coloro che dimorano nei Progetti c.a.s.e. e nei MAP non pagano le utenze, a differenza di coloro che, ad esempio, sono negli alloggi del Fondo Immobiliare o in affitto concordato.
Nel settembre del 2011, gli incaricati di Enel si sono recati negli alloggi del progetto c.a.s.e. ed hanno fatto sottoscrivere i contratti delle utenze, unitamente ad un modulo in cui erano “segnati” i metri cubi dei consumi dal momento dell’assegnazione, oltre ai pagamenti relativi alle spese di sottoscrizione ed al canone per i contatori.
All’inizio del nuovo anno è stata recapitata, nel mio caso, la bolletta relativa al consumo di energia elettrica per un totale di euro 370 euro, corrispondente ai consumi di ottobre 2009/settembre 2011. Si è in attesa delle bollette relative ai consumi di acqua fredda e calda, comprensiva anche del riscaldamento. Negli alloggi dove è presente il gas metano per uso cucina, già dal 2011 sono pervenute le bollette dei consumi.
Inoltre, sono pervenuti i bollettini relativi alla T.A.R.S.U. anno 2011.
Pertanto, gli assegnatari del progetto c.a.s.e. pagano le utenze e la T.A.R.S.U: sarebbe da evidenziare, al contrario, che le richieste di pagamento, a fronte di contratti firmati solo nel 2011, pervengono in un’unica soluzione creando, in non pochi casi, anche difficoltà nell’adempiere al pagamento. Infatti, è prevista la possibilità di rateizzare l’importo che, comunque, si va ad aggiungere al pagamento dei consumi correnti.
Inoltre, sarebbe bene chiarire che i mancati pagamenti delle utenze si riferiscono, probabilmente, agli assegnatari che hanno lasciato l’alloggio prima della sottoscrizione dei contratti o agli assegnatari che hanno operato il cambio di alloggio, avvenuto prima della sottoscrizione del contratto riferito alla prima assegnazione. Come credo che, non appena verrà applicato il Regolamento condominiale (sul quale nutro molte perplessità), ci sarà la ripartizione, per millesimi, dei consumi riferiti alle parti comuni, semplice da definire per coloro che non hanno cambiato/lasciato l’alloggio assegnato, più complicato, se non impossibile, nel casi contrari. Ma questo, spero si convenga, è un altro ordine di problema.
Colgo l’occasione per evidenziare, ancora una volta, la questione relativa ai pannelli solari e fotovoltaici installati nel progetto c.a.s.e.
In base a quanto pubblicato sul sito del Dipartimento della Protezione Civile, sappiamo che:
7 mila mq di pannelli solari sono installati sulle coperture di ogni singolo edificio per la produzione di acqua calda per gli impianti igienico-sanitari;
35 mila mq di pannelli fotovoltaici sono installati sulle coperture degli edifici e sulle pensiline dei parcheggi in tutte le aree, per una produzione complessiva di 4.500 KW di potenza installata, corrispondente ad una produzione di 5.400.000 KWh/anno, con un ritorno in termini economici all’amministrazione pubblica per una somma di circa 200.000 euro l’anno che dovrà utilizzata per la manutenzione delle aree del progetto c.a.s.e.
Il ritorno economico, in percentuale, va quindi all’amministrazione comunale (e non direttamente agli assegnatari/utenti). Una scelta condivisibile in quanto l’amministrazione comunale utilizza tali risorse per gli interventi di manutenzione degli alloggi, laddove sono necessari. Il punto è che mancano i dati relativi agli introiti del 2010 e del 2011, che dovrebbero corrispondere a 400 mila euro. Sono entrati nelle casse del Comune tali risorse e, se si, come sono state utilizzate? Per quali interventi, data anche la situazione, spesso ai limiti del collasso, riguardo ai tanti danni/guasti di cui soffrono gli alloggi?