di Marianna Gianforte – Paola Inverardi è il nuovo rettore dell’ateneo aquilano, con 296 voti incassati dai docenti, 20 dagli studenti e 214 dal personale tecnico e amministrativo. Dati che, tuttavia, saranno divulgati in modo ufficiale sul sito dell’ateneo (www.univaq.it) soltanto nelle prossime ore. Ci sono voluti tre turni di votazioni e una “campagna elettorale” che non ha risparmiato critiche e strali tra avversari, per scegliere il docente che guiderà per i prossimi sei anni, fino al 2019, una città difficilissima dal punto di vista sociale in seguito al sisma. Dove il futuro dell’ateneo si giocherà sulla capacità di mantenere e aumentare le iscrizioni, far crescere la ricerca e l’efficienza dei corsi e dei servizi. Il tutto, dentro una città che non c’è.
Il nuovo rettore – una donna per la prima volta nella storia dell’ateneo aquilano, mentre è la terza attualmente in Italia – entrerà in carica dal primo ottobre. Per sei anni la Inverardi, 55 anni, professoressa ordinaria, preside del Dipartimento di Scienze, avrà a che fare con una non facile eredità. Sono stati 989 i votanti, 498 tra i docenti, 106 tra gli studenti e 385 tra i tecnici e gli amministrativi. E’ bastato il solo voto dei docenti per sancire la vittoria della Inverardi (quorum 308,015) nei confronti di Maria Grazia Cifone, direttrice del Dipartimento di Medicina clinica. Piena fiducia dai docenti alla Inverardi, con 296 voti, mentre a Maria Grazia Cifone sono andati 175 voti (20 le schede bianche, 5 le nulle) tra i docenti, 82 dagli studenti e 134 tra il personale tecnico e amministrativo.
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LA REAZIONE DELNEO RETTORE. Dopo aver brindato con la famiglia e dopo gli abbracci con i sostenitori più stretti nella sua casa in periferia, la Inverardi ha varcato la soglia del rettorato, all’ex Reiss Romoli di Coppito, alle 21,10, in una struttura semideserta se non per le 20-25 persone impegnati a seguire lo spoglio (il presidente di seggio è stato il professore Bruno Cicolani). «Nel 2019 immagino un ateneo integrato perfettamente in una città rinata- ha commentato con il sorriso stampato sulle labbra – ma nello stesso tempo anche aperto a nuovi contributi dal mondo esterno». Ricerca, efficienza, dialogo con gli studenti («dimostrerò loro che sarò in grado di guidare l’ateneo»), forse anche un occhio a quella federazione tra atenei il cui dibattito era nato proprio sotto il rettorato del professore di Orio. Poi, via di corsa a Centi Colella, dove in un locale della sede del Cus è stata organizzata una festa in onore della “rettora”. Ma «a letto presto, ché domani si parte per Roma a discutere di un progetto…».