di Enrica Centi – Con la riunione della seconda Commissione consiliare, Ambiente e Territorio, presieduta dal consigliere comunale Enrico Perilli, per discutere della centrale a biomasse di Bazzano, siamo arrivati all’ennesima tappa di una vicenda che legalmente si potrebbe dire conclusa, ma che non lo è a causa delle incongruità emerse soltanto dopo le ben 23 autorizzazioni arrivate dagli enti di competenza.
Una commissione consiliare a cui hanno partecipato non soltanto i rappresentanti comunali, ma anche i tecnici, come Gabriele Curci, il fisico dell’atmosfera che ha portato avanti lo studio delle emissioni al camino della centrale; gli esponenti della Futuris Aquilana, l’azienda costruttrice dell’impianto, che ha messo in prima linea l’ingegner Paolo Calderara, progettista dell’impianto; e gli esponenti del comitato No Biomasse, il cui promotore, l’architetto Antonio Perrotti tanto si è adoperato in questi mesi per la revoca delle autorizzazioni e per l’interruzione dei lavori di costruzione della centrale.
I protagonisti di una Commissione che, riunitasi dopo un Consiglio comunale in cui è venutio a mancare il numero legale per l’approvazione del documento che impegnava la Giunta “ad attivarsi presso gli altri enti interessati, promuovendo formali incontri, per valutare ogni opportunità, nei limiti di legge e in tutela degli enti, al fine di ritirare l’autorizzazione alla centrale a biomasse di Bazzano”, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che verrà votato nel prossimo Consiglio comunale.
Magra la consolazione per la conquista ottenuta, che pur sempre ritarda il triste epilogo: la costruzione di una centrale che ai cittadini proprio non va giù.
La commissione ha infatti espresso la propria contrarietà alla localizzazione prescelta per l’impianto impegnando il Sindaco e la Giunta a richiedere alla Regione la convocazione di una conferenza interistituzionale con Provincia, Parco Nazionale del Gran Sasso e Parco Regionale del Velino-Sirente, Nucleo per lo sviluppo industriale, Asl, Arta e Corpo forestale dello Stato. Verranno nuovamente analizzati tutti gli aspetti emersi per arrivare ad una decisione approfondita e ponderata.
L’amministrazione inoltre invita la Giunta regionale a richiedere agli uffici l’immediata rivisitazione della procedura autorizzativa e la Provincia ad esprimersi attraverso un ordine del giorno analogo. Il Sindaco inoltre dovrà rivedere il parere vincolante igienico-sanitario se la conferenza interistituzionale dovesse tornare sui suoi passi.
Nonostante l’invocazione del riesame da parte della Commissione, ancora non è chiara la posizione della Giunta Cialente, o perlomeno del sindaco, il grande assente nell’assise di ieri.
All’interrogativo rivolto da Ettore Di Cesare di Appello per L’Aquila all’assessore Moroni in merito alla posizione della Giunta sulla favorevolezza o contrarietà alla Centrale di Bazzano, Moroni ha affermato che «ci sarà, così come in passato una condivisione di intenti tra lui e il sindaco».
Quindi? Giunta favorevole o contraria? Ai posteri l’ardua sentenza.
Peccato, che al momento della votazione, momento in cui la commissione ha approvato l’ordine del giorno all’unanimità, Moroni si sia prontamente allontanato dall’aula.
Gli interrogativi del comitato No Biomasse
«Se permangono dubbi sul procacciamento delle biomasse e sul teleriscaldamento, per legge non può esserci concessione edilizia. Inoltre, secondo le direttive europee la valutazione di incidenza è obbligatoria non soltanto per le zone denominate Sic e Zps, ma anche per le aree limitrofe se queste interferiscono con le zone suddette. La Regione ha delegato con delibera di Giunta il Comune perché effettuasse una valutazione d’incidenza. Pertanto chiedo che venga chiarito in che modo si è agito a livello comunale, quale biologo abbia esaminato la valutazione senza tener conto degli enti parco.
Poiché tutto questo non è stato fatto, voglio sottolineare come il Comune su entrambi gli aspetti abbia competenza diretta e che dovrà prendersi la responsabilità di aver commesso un’omissione».
Si è espresso con toni duri l’architetto Perrotti, l’esponente del comitato No Biomasse che per primo si è pronunciato in commissione per ribadire i vizi di forma e di sostanza insiti all’autorizzazione unica regionale. «Le biomasse necessarie non ci sono e sul piano di approvvigionamento non è indicato il sito per il prelievo, i catastali, il costo del trasporto».
«Il progetto del teleriscaldamento, previsto fin dal 2010, non ci sarà più, benché i piani regionali vigenti non ammettano sprechi energetici». Inconcepibile per il comitato una dispersione energetica pari all’80% di quella prodotta. Così come il mancato espletamento della procedura prevista dall’articolo 8 delle Norme tecniche del piano del fiume Aterno, secondo cui servirebbe una verifica di compatibilità ambientale. Inoltre «questa mattina» ha continuato Perrotti, «abbiamo denunciato un ulteriore problema all’autorità di bacino. La zona è tutta alluvionale e a rischio massimo. La realizzazione di un locale interrato di stoccaggio delle biomasse, in un sito alluvionale, è vietata dall’articolo 20 e 21 delle norme tecniche del piano di bacino».
La Futuris e le carte in regola
La Futuris, dal canto suo, sostiene di avere agito in modo coscienzioso, ma soprattutto di essersi attenuta alla legge.
Antonio Nidoli, portavoce della Futuris, ha ribadito le proprie ragioni adducendo chiarimenti alle perplessità sollevate in Commissione. «I numeri calcolati di forestale per il sistema di approvvigionamento sono già al netto di tutte le aree sic e zps. Non voglio entrare nel merito della diatriba sulla strumentalizzazione politica. Per quanto riguarda la localizzazione dell’impianto è stato detto che quella di Bazzano non è un’area industriale, nello strumento urbanistico comunale il lotto a noi assegnato è ancora industriale e la volontà di sviluppare un’area industriale è alla portata di tutti. Nei lotti di fianco al nostro, dopo il 2010, sono stati autorizzati e costruiti impianti industriali che producono a loro volta delle emissioni ben più consistenti di quelle prodotte dalla nostra centrale».
E a proposito delle emissioni, che a detta di Curci sono superiori a quelle dichiarate dalla Futuris, ma pur sempre entro i limiti di legge, le dichiarazioni concesse all’azienda sono ben 23 «e nessuno» continua Nidoli «ha ritrattato il proprio parere. Anche l’Arta ha dato un parere positivo.
Quando ci è stato chiesto dal Comune di aspettare, noi l’abbiamo fatto. Ci siamo resi disponibili a montare una centralina per verificare le emissioni prima della realizzazione dell’impianto».