L’Aquila in festa per San Massimo d’Aveia, Patrono della Città e Arcidiocesi aquilana
Una Festa colma di speranza e attesa nella rinascita
di don Daniele Pinton | 04 Giugno 2022 @ 06:00 | CREDERE OGGI
L’Aquila. San Massimo d’Aveia. La festa del Santo Patrono di L’Aquila, che quest’anno, il 10 giugno 2022, sarà celebrata con speranza e attesa di in una rinascita della Città, al volgere della pandemia che per più di due anni ha martoriato la collettività.
Sarà una festa colma di speranza e attesa nel vedere rinascere la Cattedrale, che è dedicata proprio a San Massimo d’Aveia, per la quale nei giorni scorsi, dopo ben tredici anni dal sisma del 2009, è stata data notizia dell’avvio delle procedure di gara per il restauro da parte del Segretariato dei Beni Culturali per l’Abruzzo. Ma anche di speranza e attesa che il 28 agosto, come annunciato dal Cardinale Arcivescovo Giuseppe Petrocchi, il Santo Padre, papa Francesco, possa confermare la sua visita all’Aquila per la Perdonanza Celestiniana e prendere visione della Cattedrale distrutta dal sisma del 2009, come già avvenuto nel 2018 da parte del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che in visita nel Capoluogo abruzzese per la Festa della Rinascita, prima di inaugurare la Chiesa di S. Maria del Suffragio, è stato accompagnato dal Cardinale Arcivescovo, a vedere di persona ‘la Cattedrale ferita’ in attesa di essere restaurata.
Per i festeggiamenti in onore di San Massimo d’Aveia, il Capitolo Metropolitano dei Canonici della Cattedrale aquilana, ha reso pubblico il programma delle celebrazioni religiose e degli eventi collaterali, pensati per pregare e onorare, nella ricorrenza del 2022, il santo diacono martirizzato in giovane età, nel corso delle sanguinose persecuzioni che nel III secolo hanno interessato i cristiani del territorio aquilano.
Sarà il parroco della Cattedrale di San Massimo, Can. Renzo D’Ascenzo, ad aprire la due giorni di preghiera e di lode nella chiesa di S. Maria del Suffragio in Piazza Duomo, presso cui è custodita la statua del Santo in attesa della futura ricollocazione nella chiesa cattedrale a lui intitolata, con la celebrazione della S. Messa, prefestiva della Solennità, alle ore 18,00 di giovedì 9 giugno.
Alla Messa di apertura seguirà, alle ore 19,00, sempre nella cornice barocca della chiesa del Suffragio, una prima serata di festeggiamenti con la V edizione della Rassegna Corale di S. Massimo, che vedrà la partecipazione del Coro Diocesano Giovanile S. Massimo, del Coro della Portella e dell’Assolo Choir.
Per tutta la giornata di venerdì 10 giugno, Solennità del Patrono, sarà possibile onorare San Massimo, per affidargli, in questo tempo dominato dal triste scenario di una guerra tanto vicina e tanto distruttiva, ogni intenzione personale e le intenzioni per la nostra Città e la nostra Arcidiocesi, mentre alle ore 11,00 avrà luogo la Santa Messa Capitolare, presieduta dal Can. Sergio Maggioni, Arcidiacono del Capitolo Metropolitano, concelebrata dai Canonici, e alle ore 18,00, la S. Messa Stazionale, presieduta dall’Arcivescovo Cardinale Giuseppe Petrocchi, con i presbiteri della Chiesa aquilana e l’animazione del coro diocesano giovanile, intitolato proprio a San Massimo.
Al termine della Messa Stazionale, a ben tre anni dall’ultima processione del Santo Patrono, avvenuta il 10 giugno 2019, la statua di San Massimo, insieme alla sua preziosa reliquia, sarà portata di nuovo per le vie del centro cittadino, con la scorta degli Scout AGESCI e FSE della diocesi, il concorso devoto dei fedeli aquilani e l’accompagnamento della Banda Città di Paganica, offerta dai Commercianti del centro storico aquilano. Durante il cammino, come in tutti gli anni del post terremoto, il percorso processionale sosterà per un tempo breve, ma densamente significativo, davanti la chiesa cattedrale.
I festeggiamenti, in onore di San Massimo, proseguiranno sabato 11 giugno, alle ore 19,00, con il concerto d’organo “L’alba del nuovo giorno”, tenuto dal M° Claudio Di Massimantonio, Direttore Conservatorio ‘Alfredo Casella’ di L’Aquila, e per tutta la giornata di domenica 12 giugno con la tradizionale Fiera di San Massimo, organizzata dalla FIVA Confcommercio di L’Aquila, nel Circuito del Castello.
Chi è San Massimo D’Aveia
Massimo, nacque intorno all’anno 228 ad Aveia, antica cittadina della conca aquilana, da una famiglia cristiana che lo fece studiare e lo avvicinò al Cristianesimo. Fu imprigionato durante le persecuzioni di Deciotra l’ottobre249 e il novembre 251. Condotto dinanzi al prefetto di Aveia, Massimo non rinnegò mai Gesù Cristo e la sua fede in lui, neanche sotto tortura. La tradizione vuole che il prefetto gli aveva persino promesso la figlia, ma non abiurò e alla fine fu gettato dalla rupe più alta della città, detta Circolo e Torre del Tempio, dove si trova il castello di Fossa.
San Massimo, in Abruzzo è venerato a L’Aquila e Penne. Intorno al 306 d.C. san Massimo, dopo essere stato imprigionato e torturato per la sua fede, avendo anche rifiutato di sposarsi con la figlia del console di Aveia, in cambio del perdono, fu fatto precipitare dal torrione di Aveia, l’attuale castello. Poi il corpo fu venerato in un sacello di Aveia fino al VI secolo.
Dopo la distruzione di Aveia da parte dei Longobardi nel VI secolo, le reliquie di san Massimo furono portate a Forcona (L’Aquila), dove venne eretta una cattedrale in suo nome, ancora oggi esistente, accanto la chiesa di San Raniero (via Marsicana), che fu sede della diocesi di Amiterno sino al 1257, quando la diocesi fu spostata nella neonata città de L’Aquila, fondata nel 1254. Il 10 giugno 956 l’imperatore tedesco Ottone I e il papa Giovanni XII si recarono a venerarle. Pertanto il 10 giugno è il giorno in cui si celebra la sua festa a L’Aquila.
Nel 1256 le reliquie furono spostate a L’Aquila, appena fondata da Federico II, e tumulate nella cattedrale dedicata a lui e a San Giorgio. Da allora è patrono della Città e Arcidiocesi di L’Aquila, ed è effigiato nello stendardo ufficiale del capoluogo di Regione insieme a Sant’Equizio, San Celestino e San Bernardino da Siena.
Uno scavo nel 2019 presso la cripra della Cattedrale dell’Aquila, in occasione dei restauri per il terremoto, ha riportato alla luce un sarcofago con resti di tre vescovi. Un corpo risale all’epoca del tardo impero romano, e si è ipotizzato che possa essere quello di San Massimo. Il secondo corpo è stato attribuito al vescovo Anton Ludovico Antinori.