L’Aquila, immobiliare in sofferenza. Donne, studenti e finanzieri trainano le locazioni in centro

di Alessio Ludovici | 08 Novembre 2021 @ 06:16 | ATTUALITA'
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L’AQUILA – Un anno fa, di questo periodo, era quasi anacronistico parlare di mercato immobiliare. Ci proviamo un anno dopo con Pier Francesco Marianella, agente de L’Aquilone Immobiliare, con una lunga esperienza anche fuori città. “Una situazione di stallo” secondo Pier Francesco. 

Da agosto, ci spiega, si assiste comunque ad una netta ripresa del mercato degli affitti. “A trainare le locazioni sono soprattutto finanzieri e studenti universitari, ma anche ricercatori e docenti”. Con una novità, forse, rispetto al pre – pandemia. “In molti chiedono di stare in centro”.  E’ un trend visibile ad occhio nudo del resto, quest’anno è facile, girando per il centro, trovare studenti universitari che l’anno scorso non c’erano proprio in città, e prima della pandemia optavano per le prime periferie. Una dinamica che sicuramente sarà facilitata dalla riconsegna di grandi porzioni di centro storico fuori dall’asse centrale. Più lento il rientro dei residenti che però, spiega Pier Francesco, è fondamentale: “Se non si arriva almeno al 50% di abitazioni occupate da residenti è difficile per il centro storico trovare una dinamica di sviluppo positiva”. Anche i prezzi ne risentono, per un vincolato non si va realisticamente oltre i 2300 al metro quadro, ben al di sotto dei prezzi di una volta e delle aspettative di tanti proprietari. A frenare le compravendite in centro sono diversi fattori. Ragioni di sicurezza in primis, si continua a preferire il ‘nuovo ricostruito’. Ma gli scogli più grandi forse sono le incognite sui servizi che pesano come macigni sulla scelta di vivere in centro. “Non ci sono scuole e il parcheggio è un problema”.

A vendere in centro sono soprattutto vecchi proprietari o i grandi proprietari di una volta. Tra gli aquilani a cercare in centro sono invece soprattutto le giovani donne ci spiega Pier Francesco e anche questa è una dinamica abbastanza visibile. L’assenza dei residenti ha effetti a cascata sul mercato degli immobili commerciali: “Senza passeggio certi investimenti sono difficilmente sostenibili, e ad oggi il centro è frequentato solo in certi momenti dell’anno, in estate o durante le feste. Bisogna investire sui servizi per la residenzialità, è lì che vanno indirizzate anche le risorse a disposizione dai fondi del sisma”. 

Positivo anche il riscontro sui b&b, “ma bisogna valutare bene qual è il reale impatto del turismo in città, trainato soprattutto dalle dinamiche della pandemia”. Bene anche studi ed uffici, trainati dalla ricostruzione. 

Nel resto della città le dinamiche sono abbastanza consolidate. I nuclei familiari con figli cercano soprattutto nelle prime periferie, ma continuano a comprare anche a Sassa o Scoppito. I prezzi di vendita però precipitano non appena si mette fuori il muso dalle mura. “C’è l’offerta più ampia della storia, ma la domanda non è altrettanto forte”. A squilibrare il mercato contribuiscono anche i progetti Case e, in prospettiva, le abitazioni equivalenti di proprietà del Comune. A tutto ciò andranno aggiunte le abitazioni a cui si sta rimettendo mano con il superbonus, che erano le vecchie A e B del post sisma. “Andrebbe fatto un ragionamento su come valorizzare alcune cose, le equivalenti ad esempio magari cercando di attirare l’investitore straniero che qui manca completamente”. Gli stranieri, semmai, cercano nei paesi, e tutta la valle dell’Aterno è interessata dall’acquisto di seconde case da parte di romani e, appunto, stranieri. “Non ci manca nulla rispetto a Toscana o Umbria, ma bisogna lavorare in modo intelligente”. 

Uno sforzo a cogliere e favorire o indirizzare certe dinamiche va fatto da tutta la città, non solo da chi governa, ma anche dai proprietari e dagli operatori. “E’ un mercato ancora un po’ artigianale, spesso prevale la conoscenza o il fai da te con prezzi a volte fuori dalle realtà. E’ difficile nel contesto aquilano lavorare, ad esempio, su formule più moderne di acquisto, come il rent to buy, che aiuterebbe tante giovani coppie a comprare”. Il costo del denaro, almeno, è ancora buono: “Il mutuo conviene ancora anche a chi ha i soldi, ma già adesso è difficile ottenere il 100% di acquisto e ristrutturazione”. 


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