di Maria Cattini – Era il primo giugno del 2009 quando l’amministratrice della Bahia S.r.l., Lina Cappelli (mamma del costruttore Berardino Del Tosto), sostiene di aver comunicato al Comune dell’Aquila di aver iniziato i lavori di recupero “di tutto il materiale documentale, previa selezione, imballaggio, trasloco e stoccaggio dell’immobile prospiciente Via Vicentini”. Operazioni che, insieme ai lavori di allestimento settore anagrafe, sono state valutate per un costo di 516 mila euro, che dovranno essere maggiorati degli interessi moratori, visto che il Comune non ha ancora saldato il conto. Nell’ultima lettera di sollecito di pagamento dei lavori, la Bahia sostiene di aver predisposto, nonché eseguito i lavori “su precisa indicazione e richiesta dell’ing. Vittorio Fabrizi, sotto la direzione del maresciallo Marino Miconi, incaricato dallo stesso ing. Fabrizi, che ha presieduto a tutte le operazioni”.
Come mai, a distanza di quattro anni, non è ancora stato saldato quel debito? Perché, in realtà, al Comune non riescono ancora a trovare le pezze di appoggio che preventivassero, autorizzassero e affidassero direttamente alla Bahia Srl lavori per oltre mezzo milione di euro.
Secondo le norme della pubblica amministrazione, può bastare la sola presenza di un funzionario del Comune che verbalmente dispone ad una ditta di eseguire dei lavori di tale entità? Solo chi non ha mai lavorato con il settore del pubblico potrebbe commettere una simile leggerezza. Non certo la Bahia che da anni ha rapporti, spesso burrascosi, con l’Amministrazione comunale, alla quale, tra l’altro, affitta i locali dell’anagrafe di via Vicentini. Infatti per quei locali, la Bahia avanzerebbe ancora- come da comunicazione protocollata il 2 aprile del 2013- canoni non pagati per 260 mila euro. Per un conto totale di 867 mila euro. I canoni di locazione, però, assicurano dal Comune, sarebbero già stati saldati. Rimarrebbe quindi il mezzo milione di euro per il recupero e la sistemazione dei documenti e il ripristino degli uffici.
I faldoni rimossi oggetto della richiesta, inoltre, contenevano documenti piuttosto delicati, provenendo dagli archivi dell’Ufficio anagrafe comunale.
Si rimane piuttosto stupiti che la loro rimozione sia avvenuta su “precise”, ma non specificate, “indicazioni” dell’ing. Fabrizi, seppur affidate al controllo del Maresciallo Miconi.
Nella relazione che il Comune ha redatto il 26 luglio 2013, in risposta alla richiesta di chiarimenti dalla Bahia si legge che l’ing. Fabrizi- firmatario del documento- “nell’immediato post sisma, si limitò a raccomandare al Sig. Berardino Del Tosto di non procedere allo sgombro delle macerie senza prestare cura al recupero della documentazione cartacea di notevole importanza per l’Amministrazione trattandosi dell’Archivio Anagrafe, dell’Edilizia ed Urbanistica comunale.” La lettera prosegue chiedendo un riscontro dettagliato dei lavori eseguiti e dei costi per procedere alla eventuale liquidazione che, oggi, rientra tra le voci che hanno prodotto i 9 milioni di debiti fuori bilancio del Comune.
Infine, la Bahia s.r.l., nel 2012, per “il ristoro danni beni materiali-immateriali e sospensione attività” ha già beneficiato di 4.272.541 euro autorizzati dei fondi europei POR-FERS destinati agli “interventi per la riattivazione delle attività produttive delle Imprese (ex art. 87.2.b)”. La cifra più alta concessa a privati in una lunga lista di oltre 500 beneficiari.