di Giulia Marinucci – Promesse, sorrisi e fiumi di parole. Sin dal primo momento, la campagna elettorale per le Elezioni comunali del 6 e 7 maggio è stata caratterizzata da questi elementi. Ovunque volantini che ritraggono sorrisi smaglianti e slogan esclusivi, spesso banali. Ognuno è “rivoluzionario”, ognuno vuol cambiare le sorti di questa città circondata da montagne e macerie.
Lo faranno davvero? È ciò che si augurano i cittadini dell’Aquila.
L’Aquila, ora più che mai, ha bisogno di concretezza.
L’Aquila ha bisogno di investire sul lavoro, sui giovani; ha bisogno di un piano di ricostruzione efficiente, di nuovi spazi di aggregazione, di un centro che sia vivibile … ma tutto questo è già ampiamente presente nei programmi elettorali di ciascuno.
Ciò che ci si aspetta è che chiunque venga eletto sappia tener fede ai propri impegni.
D’altro canto, gli stessi cittadini hanno una grande responsabilità: il futuro di un’intera città è imprigionato nell’inchiostro delle loro penne. È importante che ognuno voti con consapevolezza e con coscienza, tenendo le distanze dalla ricerca di favori personali; promuovere una politica che affonda le proprie radici nei favoritismi e nelle raccomandazioni vuol dire promuovere una politica malata già in partenza.
L’Aquila, ora più che mai, ha bisogno di una politica autentica, quella politica che richiami al suo significato originario: polis, città intesa come comunità dei cittadini. Ripartendo da ciò, possiamo auspicare che ciascun cittadino faccia la propria parte, ricordando che il benessere della città è anche il benessere del singolo mentre, è opportuno chiedersi, è possibile affermare il contrario?