Il Consiglio comunale si riunirà domani, giovedì 6 marzo, alle ore 15.30, nell’Aula consiliare “Tullio De Rubeis”, in seduta di seconda convocazione. All’ordine del giorno gli argomenti residui della precedente seduta, vale a dire la proposta di deliberazione relativa alla normazione delle aree a vincolo decaduto, le cosiddette “aree bianche”, e l’esame di una serie di atti deliberativi riguardanti adeguamenti cartografici dello strumento urbanistico in vigore, per decorrenza del termine quinquennale dei vincoli.
La riunione proseguirà quindi, in seduta di prima convocazione, per discutere un ordine del giorno, che vede come primi firmatari i consiglieri comunali Enrico Perilli (capogruppo Fed) e Giuliano Di Nicola (capogruppo Idv), sulla “Riqualificazione urbanistica dell’area di Porta Barete”.
I consiglieri Guido Quintino Liris, Pierluigi Properzi, Raffaele Daniele, Alessandro Piccinini, Emanuele Imprudente, Daniele Ferella e Vito Colonna, alla vigilia del Consiglio Comunale tornano a ribadire la loro contrarietà rispetto alla delibera inerente le aree bianche.
Vorremmo innanzitutto ricordare che la proposta di deliberazione è stata portata all’attenzione del Consiglio Comunale con notevole ritardo (dopo 7 anni); oggi si evocano spauracchi quale la Corte dei Conti per giustificare l’urgenza dell’approvazione della stessa. Entrando nel merito sottolineiamo che la proposta non è votabile né tecnicamente né politicamente. Dal punto di vista tecnico a) Manca completamente la documentazione relativa alla procedura VAS e del suo avanzamento; b) la ratifica della Intesa con la Provincia dell’Aquila non è stata portata all’attenzione del Consiglio Comunale in maniera distinta dalla proposta di delibera oggetto di discussione, non consentendo modifiche o emendamenti migliorativi dell’Intesa stessa.
Da un punto di vista politico, ci si dice che tra 6 mesi avremo il nuovo PRG: non si capisce più, dunque, l’utilità di questa delibera che risolve ben poco e pregiudica sostanzialmente la stessa elaborazione del nuovo PRG. E’ sufficiente leggere a tal fine le pesanti limitazioni che la cosiddetta Intesa con la Provincia impone.
Crediamo fermamente che la delibera vada ritirata!In particolare riteniamo che, in parallelo con il ritiro della proposta di Deliberazione al CC, si possa procedere alla dichiarazione di Revoca (decadenza)” parziale” del PRG /75 al fine di interrompere di fatto lo stillicidio delle riclassificazioni dei Commissari ad acta. (E’ evidente che il provvedimento, che proponiamo in alternativa, ha senso solo se l’annuncio dell’Assessore è credibile.)
Nel merito si ribadiscono e sintetizzano i punti critici e quindi le motivazioni che sottendono la richiesta di ritiro dell’atto.
– Assenza degli atti relativi alle procedure VAS all’atto deliberativo sono allegate solo le risposte negative delle ACA alla richiesta di non assoggettabilità che impongono la apertura della procedura VAS in base ad un Rapporto Ambientale ad oggi inesistente e/o inadeguato e comunque non presente in Deliberazione. L’assenza della VAS può determinare l’annullamento dell’atto e/o l’avvio di una procedura di infrazione europea
– Assenza della Ratifica dell’Intesa
La Ratifica non può essere ritenuta implicita nella approvazione della proposta di deliberazione ma deve essere fatta con atto separato rispetto al quale il Consiglio deve esprimersi, trattando di questioni (dimensionamento del PRG) non attinenti alla Delibera in oggetto.
– Non definizione dei fabbisogni reali
La ricognizione è necessaria per motivare l’atto ed invece completamente assente negli atti tecnici; questa assenza si ravvisa come vizio sostanziale e produrrà ulteriori ricorsi.
– Impossibilità di definire le reali quantità degli std ottenibili dal processo di perequazione.
La non attuazione della procedura di perequazione per uno scambio “non conveniente” e fortemente sbilanciato (65% dell’area da cedere contro una edificabilità di 80 mq di superficie utile su 1000 mq di terreno) rispetto agli indici conferiti dai Commissari rende particolarmente dubbio il processo, sia per il non raggiungimento degli standard minimi in determinate zone, che per la differenza di trattamento rispetto alle precedenti, consolidate e differenziate scelte dei commissari.
– Massiccia cementificazione del territorio
La proposta si pone in netta controtendenza con le proposte di legge governative e parlamentari sul contenimento del consumo dei suoli. Occorre in sostanza un PRG. Sino alla sua adozione, non si costruisce ex novo ma si ricostruisce; la causa di forza maggiore ha infatti travolto la pianificazione precedente, i vincoli, i potenziali diritti edificatori e ogni ulteriore intervento viene a pregiudicare i futuri assetti che possono essere determinati solo con un nuovo PRG.Si è preferita una procedura complessa, di difficile attuazione, pesantemente compromissiva del territorio, del paesaggio, dell’ambiente (si pensi alla interruzione delle continuità ecologiche) gravosa per la gestione del territorio (si pensi ai piccoli e ingestibili frammenti di lotti ceduti al comune e non più monetizzabili) invece di avviare la elaborazione di un vero Piano.
I consiglieri di maggiornza, Antonello Bernardi (Pd) e Enrico Perilli (Prc) hanno invece dichiarato:
Siamo proprietari e comproprietari di terreni interessati dall’ atto deliberativo di normazione degli stessi. Sui terreni di nostra proprietà, non sono costruiti manufatti temporanei, ne ricorsi al Tribunale Amministrativo per normazione degli stessi.
Valutata la norma che vieta qualsiasi nostro intervento che influenzi il processo decisionale, prescrivendo di partecipare non solo alla votazione ma anche al dibattito, riteniamo opportuno non essere presenti.
Auspichiamo che il Consiglio Comunale nell’interesse collettivo adotti tale atto deliberativo libero da ogni vincolo e condizionamento esterno.
Siamo fortemente convinti che lo svolgimento del nostro mandato di Consigliere Comunale debba svolgersi secondo i principi di onestà, trasparenza.
Comunichiamo pertanto che anche domani non saremo presenti alla discussione e votazione della delibera che, aldilà dei pareri legali prodotti, ci pone comunque in una condizione di conflitto di interessi.