Lunedì 27 maggio 2013 un sopralluogo di Policentrica nel complesso ex-Sercom di Sassa è stata l’occasione per vedere da vicino lo stato di questa struttura di 24.000 mq, nata come centro commerciale che oggi è di proprietà pubblica ma completamente inutilizzata. Il tutto mentre il Comune paga milioni di affitti e continua a consumare suolo.
IL FUTURO – Sulla pagina facebook di Policentrica si è intavolata una bella discussione sul futuro di questa struttura.
Per Dario Verzulli, «La struttura è in grado di ospitare molte tutte le attività che possono dare la giusta risposta alla comunità che vive nelle frazioni vicine oltre che agli abitanti dei progetti Case». «Il destino della e Sercom di Pagliare di Sassa si intreccia anche con altre incompiute. Sempre a Pagliare di Sassa è pianificata la realizzazione di 16 casette per la Fondazione “Con Noi e Dopo” per garantire la residenza ad adulti disabili. Forse il recupero della struttura abbandonata e la valorizzazione degli appartamenti del progetto Case di Pagliare potrebbero far risparmiare risorse (circa 2,4 milioni per la realizzazione dell’intervento e circa 617.000 l’anno per la gestione) e territorio, finora utilizzato con troppa violenza».
Per Walter Cavalieri, «Potrebbe costituire un Polo di attività sociali per tutto il west side cittadino».
Dalla pagina facebook si chiede anche un intervento del Sindaco, Massimo Cialente, che «non potrà che apprezzare lo spirito civico della associazione Policentrica. Lui fu il primo a parlare di centro polifunzionale nel mandato 2002-2007 tornando ancora sulla ex Sercom nell’ultimo programma elettorale».
Arriva pronta la risposta del sindaco: «Anzitutto la struttura non è del Comune, ma tuttora della banca che ha ripreso l’immobile dalla società in fallimento controllato. Stiamo lavorando, come sempre con determinazione, per acquisirla al Comune senza però esborsi particolari. La giunta non l’ha requisita, ha solo applicato l’art. 17 della convenzione firmata da Bonanni e Tempesta. Attualmente vi è un contenzioso che stiamo cercando di risolvere. Proprio la scorsa settimana ho incontrato i vertici della banca. Nel nuovo programma di mandato l’ex Sercom viene pensata come sito produttivo. Due i motivi. Il primo e che perché in questo momento e solo uno scheletro, ed occorrerebbero almeno 6 o 10 o più milioni per renderla agibile. Cifra che non abbiamo. La seconda e che oggi la questione del lavoro è la questione. Si tratta di una struttura che potrebbe dare sino a 400 posti di lavoro nel settore manifatturiero, non come centro commerciale. Stiamo vedendo se riusciamo a portare una azienda che sembra interessata. Per il sociale ed altre iniziative possiamo e dobbiamo trovare altri spazi, ma il tutto con finanziamenti certi ed in spazi adeguati. Comunque credo che oggi la vera questione sociale sia dare lavoro ai giovani, altrimenti le strutture sociali saranno solo per anziani…ad esaurimento».
Massimo Cialente: «I soldi dell’esproprio andranno alla Banca che ha acquistato o meglio scambiato le quote con l’azienda Risanamento (gruppo Zunino) che aveva raccolto il complesso ex Sercom. Attualmente la Banca è proprietaria. Poichè non mento e sono abbastanza informato vi spiego bene la vicenda della struttura. Il comune non la può requisire. Con la delibera di giunta, applicando l’art.17 della Convenzione abbiamo di fatto annullato l’atto. Cosa comporta? Che il proprietario resta la Banca (che infatti assumerà l’esproprio) ma che i terreni tornano allo stato di destinazione urbanistica precedente. Il manufatto è divenuto quindi un abuso edilizio e deve essere abbattuto (costi enormi per la Banca).La Banca non ci sta , ed ha già proposto due ricorsi. Se in Italia la giustizia funzionasse, noi avremmo un verdetto in tempi brevi, ma qui si parla di minimo 10 se non più anni. Allora stiamo ragionando per trovare un accordo. Il terreno viene espropriato, ma l’edificio resterebbe comunque loro (è complicato ma è così). Siamo allora in trattativa. Quanto vale il capannone? Quanto costerebbe la demolizione? Quale è la differenza? Troviamoci a metà strada sulla differenza. Facile no? Se il giochino riesce, a quel punto il Consiglio Comunale dovrà sanare lo stabile, visto che ora non esiste come destinazione urbanistica. Con quale destinazione? Nel programma di mandato attuale avevo proposto che vi andassero le imprese artigiane, con un meccanismo di investimentodelle aziende come acconto di affitto. Adesso sono già 4 volte che incontro un’azienda che vorrebbe impiantare un’industria dolciaria. Posti di lavoro. A me l’idea piacerebbe da morire. Mi scorrono sempre davanti agli occhi i visi delle persone che disperatamente cercano lavoro. Oggi, giorno di ricevimento, ho parlato con almeno 15 famiglie in difficoltà. Darei chi sa cosa pur di attrarre lavoro
[…] Stiamo a fare a non capirci. L’area e l’edificio Sercom hanno un nuovo proprietario, una Banca. La Banca è proprietaria da almeno tre anni. Quindi e il nuovo interlocutore. Il comune non ha acquisito l’area (non esiste l’esproprio proletario), ma ha solo annullato la convenzione».

Massimo Cialente: «L’ufficio espropri non ha mai provveduto ad espropriare l’edificio. Ma può essere che pensate sempre di saperne di più? Alla prossima riunione vi invito come auditori. Forse è arrivato il momento che capiate i problemi che vi sono».
A voler comunque credere al Sindaco rimangono comunque inesitate:
- le alte ragioni del millantato credito nel programma di mandato.
- l’impossibilità dei cittadini di dire la propria su una destinazione e un bene presumibilmente d’interesse cittadino, su cui il Sindaco deciderà a proprio piacimento.
- la non risposta ad istanze di partecipazione ed alla necessità della disponibilità di uno spazio per attività sociali.
- anche il nome della banca…».
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LA VICENDA EX-SERCOM – La giunta comunale ha deliberato il 7 marzo 2013 il ripristino della destinazione urbanistica ad “attrezzature generali” dell’area ex Sercom a Pagliare di Sassa.
«L’area, dell’estensione di circa 15 ettari, era di proprietà di diverse persone fisiche o società. – ha dichiarato l’assessore Riga, ricostruendone la storia urbanistica – Nel marzo del 1999, rientrò nell’ambito del “Programma per lo sviluppo delle attività ricreative e ricettive”, che era stato deliberato dal Consiglio comunale, e, a seguito del parere favorevole espresso dalla commissione appositamente istituita per l’esame delle relative proposte progettuali, fu approvato il progetto presentato dalla ditta Sercom e da altri proprietari dei terreni. Venne dunque firmata una convenzione tra la stessa ditta Sercom e l’amministrazione comunale, nella quale si specificava che l’inosservanza della tempistica stabilita per la realizzazione degli interventi avrebbe portato alla decadenza dei benefici e al ripristino dell’originaria destinazione urbanistica. Era prevista, in particolare, la costruzione di un centro commerciale, di un cinema multisala, di un palazzetto dello sport, di una discoteca e dei servizi annessi.
Il termine per la realizzazione delle opere, inizialmente fissato al 10 maggio 2004, ha subito, negli anni, diverse proroghe, in ragione del subentro di altre ditte alla Sercom, quali la Basileus prima e la Ri.Investimenti poi, slittando infine al 20 gennaio 2008. A questa data, da sopralluogo del servizio comunale Patrimonio, risultavano però edificate solo “la struttura portante, la copertura e parte delle tamponature” e, nel giugno dello stesso anno, alcuni consiglieri comunali depositarono una proposta di deliberazione finalizzata a dichiarare la decadenza dell’area dai benefici del “Programma per lo sviluppo delle attivita’ ricreative e ricettive”. L’iter fu però interrotto dal sisma. Nell’estate del 2009, infine, l’area fu oggetto di esproprio per la realizzazione di una quartiere del progetto Case”.