di Alessandro Piccinini – In merito a quanto accaduto ieri in Consiglio Comunale sulla mancata votazione della delibera riguardante la incompatibilità dell’Arch. Piero Di Piero mi preme fare alcune considerazioni.
Se da una parte la questione pregiudiziale posta dal Consigliere Comunale Giustino Masciocco – e votata a maggioranza dalla assemblea civica – ha raggiunto lo scopo di rendere ormai lapalissiana la questione della situazione di conflitto di interessi in cui verte il Di Piero, dall’altra parte, in termini concreti e sotto il profilo della efficacia e della produzione di effetti giuridici, ha portato ad un nulla di fatto ed anzi, alla paradossale situazione che il soggetto incompatibile è ancora lì a comporre, a mio modo di vedere in maniera irregolare, il consiglio comunale.
Posto che, all’esito anche dei richiesti chiarimenti al Prefetto, sembra indubbio che a dover procedere alla decadenza dalla carica debba essere il Comune di L’Aquila, non v’è chi non veda come ogni atto dissimulatorio e/o omissivo da parte dell’ente, dovrà essere attenzionato dalla magistratura inquirente per la valutazione della sussistenza di eventuali ipotesi di omissioni di atti di ufficio; magistratura alla quale sarò costretto a ricorrere se il Comune dovesse rimanere inerte e non dovesse quindi attivarsi, in tal senso, alla prima seduta utile del consiglio.
Va inoltre rilevato che, a questo punto, il Sindaco ed il Presidente del Consiglio hanno piena consapevolezza del fatto che qualsiasi delibera o provvedimento adottato dal consiglio comunale così composto (ovvero con la partecipazione del consigliere comunale “incompatibile”) sarà potenzialmente annullabile e/o invalida, con conseguenti e rilevanti danni per la amministrazione stessa, ivi compreso l’assestamento di bilancio pure portato al voto nella medesima seduta consiliare.