di Totò Di Giandomenico, Cittadino senza città – Bellissima iniziativa ieri sera, e grandissimo recupero di dignità da parte della città e dei cittadini.
Una sola nota stonata: in contemporanea, (chissà perché?) la conferenza stampa per annunciare, per l’ennesima volta, irrevocabili dimissioni. Irrevocabili nel senso che non le ritira manco se ci cala …Renzi o Letta.
La scelta dell’orario, l’anticipo rispetto al crono stabilito, quando abbiamo chiaramente sentito che aveva bisogno di due giorni per riflettere sulla situazione e conseguentemente decidere, apre a domande alle quali è necessario azzardare risposte.
Il nostro non è nuovo a pantomime e pagliacciate varie, ed è bravo ad anticipare le mosse, spiazzando così il “nemico”. Meravigliati in molti per l’assenza di una posizione chiara del partito (il Pd), vi invito a considerare la cronologia che segue, a mio giudizio illuminante per gli sviluppi futuri:
a) L’Assemblea cittadina, i gruppi di Di Cesare e Vittorini, il 3,32, e altri comitati, indicono l’adunanza popolare sull’onda dell’indignazione per i noti fatti, nel tentativo di spingere ad un recupero di dignità e all’insegna dello slogan: “#dimettiamoli”. Sapevano, gli ignari cittadini, di doversi aspettare la decisione (forse) sulle dimissioni per lunedì, 13 gennaio;
b) Nel pomeriggio di sabato 11, i referenti e fiduciari del segretario Pd inducono il rottamatoredi quelcheglifacomodo a fissare un appuntamento a Roma, alla presenza di alicenelpaesedelle meraviglie (che in questo caso è il presidente del Consiglio), per discutere della situazione aquilana;
c) La notizia non poteva essere più gradita: ripreso spirito dopo le delusioni e i tradimenti, il nostro anticipa una conferenza stampa – alla stessa ora dell’assemblea (guarda caso) – e annuncia l’ennesimo atto di dimissioni, motivandole SOLO e sostanzialmente con le posizioni romane del ministro e del presidente del consiglio, ignorando quasi totalmente sia le vicende strettamente aquilane, sia che una partecipatissima assemblea di cittadini lo stava “dimettendo”;
d) L’assemblea, nel frattempo, prosegue, dichiara la morte cerebrale dell’attuale amministrazione, evidenziando il fallimento non solo e non tanto per le vicende giudiziarie, ma sottolineando il totale mancato coinvolgimento dei cittadini alle scelte amministrative, l’ assenza di trasparenza, le scellerate politiche di rapina e devastazione del territorio, e quanto in questi anni costoro hanno fatto contro L’Aquila e gli aquilani.
Orbene, nel linguaggio politichese, la cronologia degli eventi si traduce in questi termini:
1) Si va verso le regionali e le europee, ergo una situazione come quella aquilana sicuramente danneggia l’immagine del partito; (non siate ingenui: lo so che danneggia innanzitutto l’immagine e la condizione dell’Aquila e degli aquilani, ma questo passa in secondo piano rispetto alla necessità di catturare voti);
2) Per quanto detto sopra, il #segretariorottamatorediquelcheglifacomodo, all’unisono con #alicenelpaesedellemeraviglie (sempre Letta nipote) diranno al nostro: sei il più bravo, il più bello, e l’unico che può far rinascere la tua città, per cui supera questo momento di amarezza e di incomprensione, noi faremo un decreto con qualche bricioletta di euro, che dimostrerà quanto il governo e il partito siano dalla tua parte, torna a casa e revoca tutto;
3) Al nostro non parrà vero ascoltare queste idilliache note, e, rincuorato da tanta stima e affetto, tornerà da noi, con il noto ghigno dirà ai cittadini: caro popolo, basta ca ce sta ‘o sole, ca c’è rimasto ‘o mare, na nénna a core a core, na canzone pe’ cantá… chi ha avuto, ha avuto,
ha avuto…chi ha dato, ha dato, ha dato…scurdámmoce ‘o ppassato, simmo all’Aquila paisá!…
Mi auguro, ovviamente, che un rigurgito di dignità personale, non sempre presente in questa città, smentisca queste mie fosche previsioni, ma temo di non esser lontano dalla realtà.
Troppi, e troppo importanti, sono gli interessi in campo, per poter permettere ad altri di mettere il naso nelle segrete stanze. Li ho elencati più di una volta, non mi ripeto.
La proposta che mi sento di reiterare, dopo averla fatta in assemblea, è quella di chiedere all’intero Consiglio comunale un sussulto di dignità e consapevolezza: si dimettano la metà più uno dei Consiglieri.
Si otterrebbero così due risultati: il primo è quello di smascherare eventuali giochetti, ancora una volta sulla pelle dei cittadini; il secondo è che con questo atto, si ridarebbe di sicuro la parola ai cittadini per la scelta di una nuova classe dirigente.
Inoltre ritengo importante dar seguito alla proposta di Annalucia (Bonanni, ndr) di mantenere una mobilitazione permanente, con presidio al comune e manifestazione cittadina, per allargare la consapevolezza di tutti circa la reale gravità della situazione.
L’assemblea di ieri sera ha chiaramente dimostrato che c’è di meglio, in città, rispetto a questo triste ceto che ci amministra. Ci sono giovani motivati, donne di ogni età, persone colte e di buon senso che devono – devono – prendere nelle loro mani il destino dell’Aquila e del suo territorio, assurgere a nuova CLASSE DIRIGENTE, capace sicuramente, pur nelle difficoltà del momento, di indicare e colorare un futuro diverso alla città e ai cittadini. Noi, che abbiamo fatto il nostro tempo, dobbiamo solo sostenere e favorire, nell’unità con tutti quelli che vogliono starci, questo sforzo di necessario e doveroso rinnovamento.