Il Consiglio comunale dell’Aquila, in conclusione della seduta dedicata alla discussione sulle risorse economiche della ricostruzione, ha respinto (8 sì, 14 no, 1 astenuto) l’ordine del giorno con il quale si impegnava il sindaco «a ripristinare il Tricolore in tutte le sedi comunali, pur mantenendo – recitava il documento – uno stato di protesta e di richiesta di attenzioni per il territorio, in maniera più consona e sempre nel limite della legalitá. Lo si impegna inoltre a richiedere, con il pieno appoggio del Consiglio, il rifinanziamento immediato della Cassa Depositi e Prestiti e a consultare almeno la conferenza dei capigruppo, i sindaci del cratere e le altre istituzioni del territorio prima di intraprendere, in futuro, altre iniziative di tale impatto mediatico che riguardino la ricostruzione, affinchè si possa dimostrare unitá di intenti in queste azioni».
Il documento richiamava in premessa le recenti iniziative di protesta del primo cittadino e «la necessitá della massima condivisione da parte di tutte le forze politiche e civiche nel combattere una battaglia unitaria al fianco del sindaco nel richiedere certezze di finanziamento e immediatezza nel trasferimento delle risorse». L’ordine del giorno era stato presentato dai consiglieri Emanuele Imprudente (L’Aquila Citta’ Aperta), Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila), Guido Quintino Liris (Pdl), Enrico Verini (Fli), Alessandro Piccinini (Gruppo misto) e Angelo Mancini (L’Aquila Oggi).
Un esposto denuncia contro l’iniziativa del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente di rimuovere, in segno di protesta, la bandiera italiana da tutti gli uffici comunali e scuole, nonostante la diffida ricevuta dal prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci di riposizionarle, è stato presentato stamane alla Procura dal giornalista aquilano e direttore responsabile della testata “L’Editoriale”, Giuseppe Vespa. Secondo quanto si legge nell’esposto – in possesso all’Agi – «pur avendo il Prefetto reiterato la sua diffida con altro provvedimento, Massimo Cialente, non ha provveduto ancora a far ricollocare al suo posto la bandiera italiana. Più precisamente – prosegue – ha omesso di farle riposizionare sugli edifici pubblici di questo Comune. Lo scrivente si rivolge alla Signoria Vostra affinchè verifichi se nel comportamento tenuto da Cialente (o di altri, quali autori materiali del gesto), siano ravvisabili ipotesi di reato».